Romania, escluso dalle presidenziali il candidato sovranista Georgescu
Il candidato filo-russo di destra, Calin Georgescu, non è stato ammesso alle elezioni presidenziali che si terranno in Romania a inizio maggio. Lo riferiscono i media locali, che parlano di incidenti tra i sostenitori di Georgescu e gli agenti dopo la decisione dell'ufficio elettorale centrale di invalidare la candidatura di Georgescu.
La decisione può essere impugnata presso la Corte Costituzionale che dovrà esprimersi entro il 15 marzo. "A seguito di una decisione dell'ufficio elettorale centrale, i partecipanti al raduno pubblico hanno sfondato il cordone di gendarmi per entrare nella sede centrale dell'istituzione", ha affermato la polizia, aggiungendo che la situazione è attualmente sotto controllo.
Nei giorni scorsi sei persone erano state arrestate in Romania con l'accusa di "tradimento" e di aver costituito una "organizzazione paramilitare" con l'obiettivo di rovesciare il governo nel Paese all'indomani dell'espulsione di due diplomatici russi. I sospetti sono accusati dagli investigatori di "atti continui e cospirativi" per "attentare alla sovranità dello Stato rumeno" e "minarne la capacità di difesa".
Secondo i procuratori, i sei sospetti "sono entrati ripetutamente in contatto con agenti di una potenza straniera di stanza sia in Romania che in Russia" e due di loro si sono recati a Mosca a gennaio. Hanno inoltre "cercato attivamente il sostegno" dei rappresentanti dell'ambasciata russa a Bucarest, il cui addetto militare e il suo vice sono stati espulsi ieri.
I loro presunti obiettivi, sempre secondo i procuratori, sarebbero stati prendere il potere in Romania, cambiare il nome, la bandiera e l'inno del Paese e farlo uscire dalla Nato. L'organizzazione paramilitare, che reclutava i suoi sostenitori online, agiva con il sostegno morale di un generale in pensione, un uomo di 101 anni indagato ma non arrestato.
La situazione in Romania è tesa dalle elezioni presidenziali del 24 novembre che hanno portato sulla scena politica il candidato nazionalista Calin Georgescu, uscito vincitore a sorpresa del primo turno. La Corte Costituzionale, tuttavia, ha annullato il voto invocando l'ingerenza russa. Sono state fissate nuove elezioni a maggio.
Sospettato di aver beneficiato di una campagna di sostegno illecita su TikTok, Georgescu è stato incriminato la scorsa settimana per falsa dichiarazione e per altri capi d'imputazione, provocando l'indignazione dei suoi sostenitori, scesi in piazza per denunciare un "colpo di Stato" dettato da Bruxelles. La polizia di Bucarest ha fermato il leader sovranista dell'estrema destra.
Il leader filorusso, ufficialmente intercettato per un’infrazione al codice stradale mentre era in auto, è stato portato in Procura per un lungo interrogatorio. I giudici lo accusano di «reati contro l’ordine costituzionale, false informazioni sulle fonti di finanziamento della campagna elettorale, possesso illegale di armi e creazione di un’organizzazione a carattere xenofobo, fascista e razzista». Mentre Georgescu veniva interrogato, la polizia ha effettuato 47 perquisizioni in cinque contee del Paese. In abitazioni e uffici di 27 collaboratori di Georgescu sono state sequestrate armi e grosse somme di denaro.
In particolare nella villa-bunker di Horatiu Potra, capo dei mercenari romeni e guardia del corpo privata del leader anti-Ue e pro-Putin, è stato scoperto un arsenale nascosto. In un edificio di Brasov, in Transilvania, le forze dell’ordine hanno sequestrato pistole, mitra, granate e munizioni. In una cassaforte interrata erano custodite mazzette per oltre un milione di euro. Potra era già stato fermato l’8 dicembre.
Tra novembre e dicembre Georgescu, da tecnocrate semisconosciuto era diventato il candidato presidente più votato grazie alla spinta massiccia della cinese Tik-Tok, mobilitata e finanziata da Mosca. Dalle indagini sono emersi finanziamenti russi non dichiarati per oltre 400 mila euro, 85 mila tentativi di hackeraggio al sistema informatico elettorale e 3,1 milioni di follower non rintracciabili.
A fine 2024 a favore dell’annullamento delle presidenziali rumene, imposto dall’ex presidente Klaus Iohannis, si erano schierati in blocco Ue, Usa e Nato. Ora il vento è radicalmente cambiato e la Casa Bianca difende Georgescu, che si dichiara ammiratore sia di Putin che del presidente americano Trump […] . Anche Musk ha scritto un inequivocabile post su X: «Hanno appena arrestato – si legge - la persona che ha preso il maggior numero di voti alle presidenziali romene. Questo è assurdo». Dalla parte di Georgescu anche il gruppo parlamentare Ue della Lega di Salvini. «Quanto sta avvenendo in Romania è estremamente preoccupante», è scritto in una nota.
Con la vittoria di Trump gli scenari sono cambiati. Georgescu è ormai un vessillo dell’ultradestra anche fuori dei confini nazionali: Washington è scesa in campo per difendere la corsa del controverso leader sovranista.
Una decisione criticata apertamente dal vice di Trump, J.D. Vance, alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza, e bollata come esempio di repressione politica contro i gruppi populisti. Il revanchismo sulla Grande Romania (con pezzi di Ucraina) è utile a Mosca e la retorica sovranista, accentuata di recente per sviare le accuse di essere filo Putin, è in perfetta sintonia con la nuova amministrazione di Washington: come il tycoon, sostiene la «pace» in Ucraina e si oppone a tutti gli aiuti militari, rifiutandosi di farsi «trascinare in un conflitto che non è il nostro».
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