La Cassazione conferma: il tifo organizzato bianconero è un'associazione a delinquere
La Cassazione ha confermato le condanne ai cinque esponenti della tifoseria organizzata della Juventus processati nell'inchiesta Last Banner e accusati di associazione a delinquere ed estorsione. Rigettati dunque i ricorsi degli imputati: i giudici della seconda sezione penale hanno sostanzialmente accolto la richiesta della procura generale, disponendo un giudizio di appello bis solo per un singolo episodio fra quelli contestati. Il processo Last Banner è stato celebrato a Torino dopo un'inchiesta della Digos sulle pressioni esercitate sulla Juventus dalla curva durante la stagione calcistica 2018-2019 per non perdere "una serie di benefit": lo scorso 30 aprile, in appello, i giudici torinesi avevano condannato Dino Mocciola, capo dei Drughi, a otto anni di carcere mentre per Salvatore Cava, Sergio Genre, Umberto Toia (il fratello Claudio è imputato per l'assalto alla Cgil: la Cassazione ha annullato la condanna in appello per lui, Corradetti, Ursino e altri per difetto di motivazione) e Beppe Franzo le condanne erano state rispettivamente a quattro anni e sette mesi, quattro anni e sei mesi, quattro anni e tre mesi, 3 anni e 11 mesi di reclusione.
Beppe Franzo è una delle voci più rappresentative degli ultras bianconeri. Dalla fine degli anni 70 leader degli Indians e del Fronte della Gioventù, da alcuni anni Franzo è impegnato in un appassionato lavoro storico di ricostruzione della memoria del tifo juventino. La sua associazione, Quelli di via Filadelfia 88, prende il nome dal punto di ritrovo vicino al vecchio stadio comunale, vuole anche promuovere il ricordo dei 39 tifosi morti allo stadio Heysel di Bruxelles il 29 maggio 1985. Franzo è autore di numerosi libri sul calcio, come Indians, pubblicato a fine 2023. Ma ha anche pubblicato due volumi di storia militare spagnola ben connotati politicamente: uno dedicato alla Divisione Azul, i volontari sul Fronte dell'Est nella seconda guerra mondiale, l'altro al Tercio, la legione straniera iberica, Viva la muerte.
E con rispetto della sua storia e della sua identità, con grande dignità Beppe Franzo annuncia l'imminente, ingiusta carcerazione sulla sua pagina Facebook:
Buongiorno a tutti.
Come molti di voi avranno già saputo, la Cassazione ha (in maniera assurda) confermato la pena: 3 anni e 11.
Davvero tanti per non aver fatto niente. L’assurdità della vita ti ‘regala’ a volte l’amarezza di certe sorprese. Ancora più amara da digerire è però l’aver riposto fiducia in persone che si sono poi dimostrate quello che sono.
Errore mio non aver avuto la lungimiranza di capirlo subito.
Ringrazio chi mi ha sostenuto e supportato lungo questo calvario giudiziario che non auguro a nessuno.
Siatemi vicini con i pensieri e lo spirito in questi giorni che mi aspettano di ingiusta detenzione.
Cercherò di mantenermi integro nello spirito e vi porterò nel cuore ricordando i momenti migliori vissuti insieme ad ognuno di voi.
Solo così troverò la forza di sopravvivere.
Abbraccio la mia famiglia.
Sursum Corda!
La denuncia presentata dalla Juve, costituitasi parte civile e rappresentata in aula dagli avvocati Luigi Chiappero e Maria Turco, aveva fatto scattare l'indagine, poi condotta dalla Digos per le pressioni esercitate dalla curva nei confronti della società durante la stagione 2018-19, tra cui scioperi del tifo e cori razzisti, organizzati dagli ultras per ottenere benefit e privilegi.
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