Carminati alla sbarra per ricettazione di reperti archeologici
ER “CECATO” AVEVA OCCHIO PER L’ARTE. ANCORA UN PROCESSO PER MASSIMO CARMINATI - PER UN DIFETTO DI NOTIFICA È SALTATA LA PRIMA UDIENZA ALL’EX NAR ACCUSATO DI RICETTAZIONE DI REPERTI ARCHEOLOGICI – NELLA SUA VILLA DI SACROFANO, VICINO ROMA, ERANO STATE SEQUESTRATE OPERE ASSIRO-BABILONESI E DELLA POP ART, FRAMMENTI ETRUSCHI E MANUFATTI DI BRONZO - NELLO STESSO PROCEDIMENTO SONO STATI COINVOLTI ANCHE I FALSARI CON CUI, SECONDO LA PROCURA, CARMINATI AVREBBE FATTO AFFARI...
Andrea Ossino per "La Repubblica - Edizione Roma"
Quando i carabinieri hanno perquisito le ville e le case frequentate da Massimo Carminati, hanno subito capito che una parte del tesoro del “ Cecato” era stato trasformata in arte. Quadri falsi o reperti archeologici autentici, poco importa: il lato oscuro del collezionismo può garantire diversi milioni di euro, e anche qualche problema con la giustizia. Così, dai ritrovamenti fatti nell’inverno del 2014 sono nate indagini che ancora oggi circolano nei corridoi del tribunale di Roma.
L’ultima riguarda 14 «beni culturali appartenenti allo Stato», reperti scoperti negli scavi archeologici e finiti nella casa dell’ex Nar. Di questo si sarebbe dovuto parlare ieri in aula: delle accuse di ricettazione e traffico di reperti archeologici che pendono sulla testa di uno dei più noti criminali italiani. Un difetto di notifica, però, ha posticipato la discussione. Un mese fa, Carminati si è costituito in carcere per scontare gli ultimi 3 anni e 4 mesi dei dieci inflitti nell’ambito del processo un tempo noto come Mafia Capitale.
villa sacrofano massimo carminati
(...) Ovvero delle 14 opere ritrovate nelle disponibilità di Carminati: reperti in ferro ( come «La famiglia» e «Dignitario a cavallo» ), opere assiro- babilonesi, frammenti etruschi, manufatti in bronzo, maschere di guerrieri, pugnali con serpenti e statuette raffiguranti animali.
Nello stesso procedimento sono stati coinvolti anche i falsari con cui, secondo la procura, Carminati avrebbe fatto affari. Perché i falsi avevano innescato un’inchiesta parallela, che aveva portato alla luce l’esistenza di una rete di trafficanti. Guttuso, De Chirico, Otto Heinz Mack, Schifano, per citare alcune delle riproduzioni. Falsi, ma non per questo di poco valore.
Un’opera contraffatta, magari identica all’originale, può arrivare a costare milioni di euro. Per questo, oltre a Carminati, nell’indagine sono coinvolte altre 4 persone. La passione del Cecato per l’arte è nota. La Guardia di Finanza, in passato, aveva sequestrato una settantina di opere. In quel dicembre 2014, passato alla storia come il più grande terremoto per la criminalità e la politica romana, i carabinieri avevano bussato anche alla porta dei suoceri.
E si erano accorti che nel balcone, dentro un armadio metallico, spostando una scatola di scarpe che custodiva alcuni gioielli, c’erano anche due buste di nylon, una blu e una arancione. Dentro c’erano 4 disegni di Renato Guttuso e una lunga lista di documenti che svelano uno scrigno ben più prezioso, composto da decine di opere di artisti, fra cui anche Pablo Picasso. Inoltre nell’abitazione di Carminati, a Sacrofano, gli investigatori avevano sequestrato 20 opere d’arte, tra cui quelle di Jackson Pollock e Andy Warhol. Dai reperti assiro- babilonesi alla Pop Art: così emerge la passione per l’arte del Cecato.
FONTE: DAGOSPIA
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