Martedì, Aprile 1 2025

Header Ads


Annullata la messa per Maurizio Boccacci



"La messa per Maurizio Boccacci programmata per sabato 29 marzo è stata annullata, nel rispetto dell'espressa volontà della famiglia e dello stesso Maurizio, la Messa . Ci sarà modo di ricordarlo in un'altra occasione". L'annuncio è di Luigi Aronica "Pantera", uno dei suoi più stretti sodali.
Vi ripropongo alcuni post dedicati a Maurizio Boccacci, a partire dal testo che Giacinto Reale, antico collaboratore di Fascinazione e storico dello squadrismo, ha scritto tempo fa per un progetto biografico non realizzato sul leader nazionalrivoluzionario morto.

Un discorso a parte merita Stefano Caradonio, che è stato al fianco di Maurizio da Movimento politico a Militia e che al suo "capo" dedica una decina di post su Facebook commossi ma anche scanzonati. Io ne riprendo solo due, a partire dall'ultimo, che spiega perfettamente un elemento fondamentale della fascisteria:

A Maurizio:
Sai fratello mio se non ti avessi mai incontrato forse neanche avrei fatto politica, o se la avessi fatta non sarebbe durata molto ... invece il destino mi ha fatto incontrare te, mi ha fatto crescere con te ... E da allora non ho mai cambiato o cercato sigle ... Eri TU la mia sigla ... dovunque stavi io c'ero perché sapevo che era la parte giusta... quella più pura... Non potrò mai e dico mai dimenticarti....sei stato un secondo padre per me....e stanne certo questo è solo un arrivederci.....ci rincontreremo



Chi vi ha detto di caricare gli eb...i? Ma siete impazziti?
Veramente l'ordine è arrivato dal dirigente...
Quale dirigente? Io sono il dirigente!
Quello lì con il rennino.....
Quello? Ma quello è boccacci non il dirigente!!!
Ne ho un miliardo di aneddoti di quaranta anni vissuti insieme....

Boccacci? Uno squadrista d'altri tempi 
di Giacinto Reale
Vi ho detto ieri che qualche anno fa ero stato coinvolto, mi pare da Susanna Dolci, nel progetto di un libro, che poi non si fece, che voleva far meglio conoscere il personaggio di Maurizio Boccacci.
Io il pezzo, cmq, lo avevo scritto e stamattina, dopo una giornata di ricerche, l'ho trovato. Forse a qualcuno piacerà, e per questo lo propongo
***
“Non ho mai conosciuto personalmente Maurizio Boccacci”.
Non è questo forse il modo migliore per iniziare un contributo al libro che di Boccacci intende parlare, ma è la semplice e sacrosanta verità.
Eppure, per ciò che di lui e su di lui ho letto, per ciò che mi hanno detto amici comuni degni di ogni considerazione, sento per Maurizio simpatia, stima e fiducia. Per usare una definizione in questi ultimi tempi fin troppo a sproposito usata, mi sento suo “camerata”.
E’ la migliore trasposizione, sul piano della realtà fisica, del concetto spengleriano delle “idee senza parole”. Come quelle si trasmettono dai padri ai figli, insieme al sangue, e non hanno bisogno della estrinsecazione verbale o scritta, così ciò che unisce noi può anche fare a meno –finchè volontà o destino non decideranno diversamente- della conoscenza personale, dell’abbraccio e della stretta (di mano o all’avambraccio) cameratesca.
Ciò, nonostante il fatto che io e lui non siamo proprio identici e non su tutto la pensiamo proprio alla stessa maniera. Ma ciò che ci unisce basta e avanza.
Sarebbe inutile negare che provo, nei suoi confronti la stessa fascinazione che –fatte le dovute proporzioni e considerata la diversità dei tempi- Maurizio Serra, nella sua biografia malapartiana, individua (con motivazioni non sempre condivisibili, però) nello scrittore toscano –e anche in La Rochelle, nel diverso contesto francese- nei confronti di Dumini e Bonacorsi.
Certo è che, se io ho poco/niente di Malaparte, Maurizio condivide con i due personaggi citati il non piacevole privilegio di essere diventato, agli occhi degli avversari, ma forse non solo, l’immagine del “male assoluto” fascista.
Ma così non è. Questa è la versione di comodo per chi ama fermarsi alla superficie delle cose e sposa i luoghi comuni.
Su Dumini, per esempio, lo stesso Giuseppe Mayda, nella sua malevola biografia, ha dovuto ammettere, alla fine, che: “Dumini impersonava l’immagine stereotipata che l’antifascismo aveva del fascismo”, riconoscendo implicitamente l’esistenza di un Dumini “altro”, non bravaccio di strada, non sicario a pagamento, non ricattatore di Mussolini, come vuole la diffusa –non esclusivamente tra gli antifascisti- opinione.
Su Bonacorsi, più di lunghi discorsi credo sia sufficiente l’epitaffio che, nel 1962, quando ormai sulle sue “malefatte” italiane e spagnole si era scritto e fantasticato in abbondanza, gli dedicò, indifferente alle critiche che gliene sarebbero venute, “Il Secolo d’Italia” giornale ufficiale di un Partito regolarmente rappresentato in Parlamento: “ Solo il fulmine può stroncare una quercia”.
Una “quercia” che colpì anche uno scrittore smaliziato come Giovanni Artieri, il quale (anche lui, nel dopoguerra “antifascista”, nel 1968), lo descrisse con l’immagine che ne ebbe a Majorca:
Così, nella gran persona, il collo atletico, il volto chiaro e di tratto ingenuo, come talvolta è delle persone violente e di gran coraggio.....traduceva nella realtà un “tipo” italiano.....espressivo e significativo della gente che aveva dato arcieri e lanzi, balestrieri e fanti a cavallo ai capitani d’avventura del tempo andato.....Teneva della generazione dei Baracca e dei Ruffo di Calabria, dei Toti e dei Rizzo, dei Sauro e dei Rossetti”. (1)
Riferimento quanto mai gradito a chi, come il sottoscritto, coltiva da anni uno spiccato interesse per la storia dell’Italia della guerra vittoriosa e del primo dopoguerra.
Interesse che nasce forse anche dalla modesta partecipazione in una modesta città di provincia (Bari non era Roma o Milano) al marasma politico che coinvolse le giovani generazioni dal ’68 alla fine degli anni settanta, nello svolgersi di un filo rosso di continuità, da altri giustamente rilevato:
“Nascono negli scontri di piazza di quegli anni molti degli elementi che poi caratterizzeranno le battaglie metropolitane di mezzo secolo dopo, a partire dai servizi d’ordine in armi e dalle esecuzioni di ragazzi innocenti. Ma c’è di più: spesso negli schieramenti opposti si ritroveranno figli e nipoti dei protagonisti di questo volume, come se le ideologie e il richiamo della lotta armata si fossero riproposti di generazione in generazione”. (2)
E non è, come qualche sapientone che non ha mai assaporato il piacere delle corse a perdifiato nelle strade invase dai lacrimogeni, giovanilistico furore di irrequieti scapestrati. E’ un modo d’essere che, quando c’è necessità, viene fuori in tutti, anche negli insospettabili
Alberto De Stefani, per esempio, che non era certamente un estremista del fascismo, ma uno stimato economista, docente universitario, e poi ottimo Ministro del Tesoro, a Verona, il 4 maggio del 1921, non si peritò di dire, in pubblico comizio: “Dentro o fuori dal Parlamento, noi faremo la nostra strada….Noi non abbiamo paura delle Guardie Regie, né dei nostri Carabinieri; non abbiamo paura di nessuno; noi abbiamo il cervello duro ed anche un pugno che pesa”.
Parole che potrebbero essere sottoscritte tranquillamente da Maurizio e da tutti quelli come lui, che cinquanta e più anni dopo, si troveranno a combattere la stessa battaglia, contro gli stessi nemici, i moderati e i repressori, in divisa o in ermellino.
Come definirli? Ci si sono provati in molti, e i malevoli alla fine son sembrati prevalere: teppisti di strada, ragazzacci, servi di questo o di quell’altro, violenti patologici.
Eppure, una definizione c’è, e non è di un giornalistucolo prezzolato, ma dell’intellettuale nazionale che è stato più noto all’estero, e che tuttora dà lustro alla nostra Italia per la genialità innovativa delle sue intuizioni :
Fra le molte definizioni dello squadrista, preferisco questa: è squadrista l’italiano che reputa non soltanto dovere, ma piacere, scendere in strada senza esitazione, per gare a legnate, a cazzotti o a revolverate, per la difesa e l’esaltazione della Patria…”. (3)
“Squadrista” è Boccacci, come lo furono Bonacorsi e De Stefani, e con loro decine di migliaia di giovani, prima sui camion delle spedizioni, poi nella lotta contro un nemico infido al soldo dello straniero, infine negli scontri di piazza con chi li voleva privare della libertà e della vita stessa.
Basta questo. come diceva all’inizio, non occorre la conoscenza fisica, per definirsi solo e semplicemente “camerati”.
NOTE
(1) Giovanni Artieri, Quattro momenti di storia fascista, Napoli 1968, pag. 196
(2) Gianluca De Feo, nella Prefazione a: Andrea Augello, Arditi contro, Milano 2017, pag. 3
(3) In: Squadrismo, numero speciale di “Antieuropa”, Roma 1939, pag. 105




Ines Pedretti


Sulla stessa linea di combattimento, a latitudine e longitudine diverse e con diverse metodologie, e tu sempre cameratesco e gentile. Figlio di un combattente come me, figli di un inno al sole! Buon viaggio Maurizio Boccacci. Non ha la stessa importanza come si vive quanto come si muore. Onore a Te.

Adriano Tilgher

Un altro che se ne va, ma la nostra storia continua. Maurizio Boccacci è stato uno degli ultimi e più giovani aderenti ad Avanguardia Nazionale: era il 1975. Sempre coerente, sempre fedele ad un'idea, la nostra idea. Sono troppi ad andare via e noi a ricordare, a commemorare. Ma c'è un solo modo per ricordare in modo degno coloro che ci hanno preceduto: continuare a lottare; e noi lo facciamo e continueremo a farlo. Soprattutto adesso che il mondo sta cambiando e noi dobbiamo contribuire a farlo cambiare in meglio: recuperando la nostra sovranità, costruendo un autentico stato sociale, ritornando a essere faro di cultura e civiltà per il mondo intero.

Roberto Spadaro

Apprendo con tristezza della prematura scomparsa di Maurizio Boccacci. Da un decennio combatteva contro un brutto male, ma nonostante ciò era sempre presente ed in prima linea ad iniziative, battaglie e ricorrenze. È inutile rammentare con tante parole chi è stato e cosa ha rappresentato per un intera area politica ed umana. Dico solo che è stato un ESEMPIO di coraggio e coerenza !!! Maurizio PRESENTE . p.s. prima che gli fosse chiuso il profilo interagivamo qui su Facebook oltre che per questioni politiche anche per una comune fede sportiva era infatti tifosissimo dell'Inter e se la trovo poi pubblico una foto in cui viene premiato da un gruppo della Curva Nord .

Arc Ira
Buongiorno. Oggi osserverò una giornata di assoluto silenzio sulle mie pagine fb ed altro
Ieri è morto un fratello ,un camerata vero
Onore a te camerata MAURIZIO BOCCACCI


Maria Carola Casale
AVANGUARDIA NAZIONALE ABBRUNA LE SUE BANDIERE. È ANDATO OLTRE IL CAMERATA MAURIZIO BOCCACCI HA RAGGIUNTO TUTTI I NOSTRI MILITANTI IN QUELL'ANGOLO DI CIELO RISERVATO A TUTTI NOI.
CAMERATA MAURIZIO BOCCACCI
PRESENTE!!!
PRESENTE!!!
PRESENTE!!!

Nessun commento:

Powered by Blogger.