E' morto Paolo Colosimo, un avvocato combattivo
La Camera Penale rende così omaggio a Paolo Colosimo, militante storico negli anni '70 del Fuan a Roma, nonostante (o forse proprio perché) era stato escluso dalla professione in seguito alle sue disavventure giudiziarie. A confermare il modo combattivo in cui aveva interpretato il suo ruolo di difensore - e aveva clienti di prestigio: da Pino Daniele all'immobiliarista Coppola - la pervicacia con cui era stato escluso dalle misure alternative alla detenzione quando la sua condanna era diventata definitiva per il filone più politico della maxinchiesta Fastweb-Telecom.
Il Consiglio Direttivo della Camera Penale di Roma e tutti i soci salutano con affetto l’Avv. Paolo Colosimo, uomo schietto, tenace e combattivo nella vita come nella professione.
I funerali si terranno sabato 8 febbraio ore 12 presso la Chiesa di Santa Chiara in piazza dei Giuochi Delfici. La camera ardente sarà sabato dalle 9 alle 11 presso l’Ospedale Gemelli.
Aveva chiesto di affrontare un periodo di affidamento in prova lavorando per un’associazione dove già da tempo Colosimo faceva il volontario.
Sperava di dover scontare la pena residua, 2 anni e 6 mesi, fuori dal carcere. E invece il tribunale ha bocciato la richiesta di affidamento in prova e l’ordine di carcerazione è scattato immediatamente. Per questo motivo l’avvocato si è costituito il 2 marzo 2023.
Accusato di essere stato il punto di collegamento tra Nicola Di Girolamo, all'epoca dei fatti senatore del Pdl, e gli uomini del clan Arena della 'ndrangheta, Colosimo si era difeso in ogni sede. Anche contro il provvedimento con cui il Consiglio dell'ordine degli avvocati di Roma lo aveva prima sottoposto a un provvedimento disciplinare e poi lo aveva radiato dall’albo. Un provvedimento confermato dal Consiglio nazionale forense e poi anche dalla Cassazione.
Uno dei suoi ultimi assistiti era stato Luigi Aronica, 'Pantera', il leader del Fuan-Nar arrestato e poi condannato per l'assalto alla sede nazionale della Cgil che ha portato alla sbarra l'intero gruppo dirigente di Forza Nuova.
Il suo ultimo intervento su facebook è del 18 gennaio, sul tema caldo della divisione delle carriere per i magistrati:
A proposito della divisione delle carriere dei magistrati : scrive Davide Vari su il Dubbio come vi sia qualcosa di tossico, di patologico nel rapporto tra la sinistra italiana e la magistratura. Il grande Giuliano Vassalli, già’ nel 1987, sosteneva che il Partito comunista fosse riuscito a legarsi a gran parte della magistratura, con una sudditanza psicologica. Ma c’è un problema più profondo ed è l’idea stessa di legalità che la sinistra ha sposato dai tempi di “tangentopoli”. Una legalità priva di diritti, tenacemente feroce: si agitano le manette , si osannano i tribunali come templi della pubblica morale, ma si dimentica il garantismo. Insomma, una legalità che sa di vendetta e non di giustizia. Sempre secondo Vassalli, il potere pervasivo della magistratura è il più grande gruppo di pressione mai conosciuto in Italia, un potere che finisce per limitare la “sovranità’” del legislatore. Come nei paesi dell’ Est Europa del tempo, in Italia vige il principio della “sovranità limitata”, limitata dalla magistratura. Ma ai giorni d’oggi è anche peggio : c’è un declino culturale inenarrabile. Oggi i nuovi sacerdoti della giustizia sono Marco Travaglio e Andrea Scanzi
, campioni di un giustizialismo grottesco. Hanno trasformato la giustizia in un’esibizione da talk show.
A proposito della divisione delle carriere dei magistrati : scrive Davide Vari su il Dubbio come vi sia qualcosa di tossico, di patologico nel rapporto tra la sinistra italiana e la magistratura. Il grande Giuliano Vassalli, già’ nel 1987, sosteneva che il Partito comunista fosse riuscito a legarsi a gran parte della magistratura, con una sudditanza psicologica. Ma c’è un problema più profondo ed è l’idea stessa di legalità che la sinistra ha sposato dai tempi di “tangentopoli”. Una legalità priva di diritti, tenacemente feroce: si agitano le manette , si osannano i tribunali come templi della pubblica morale, ma si dimentica il garantismo. Insomma, una legalità che sa di vendetta e non di giustizia. Sempre secondo Vassalli, il potere pervasivo della magistratura è il più grande gruppo di pressione mai conosciuto in Italia, un potere che finisce per limitare la “sovranità’” del legislatore. Come nei paesi dell’ Est Europa del tempo, in Italia vige il principio della “sovranità limitata”, limitata dalla magistratura. Ma ai giorni d’oggi è anche peggio : c’è un declino culturale inenarrabile. Oggi i nuovi sacerdoti della giustizia sono Marco Travaglio e Andrea Scanzi
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PS: Tocca ahimé ricorda la protervia con cui hanno preteso, nella peggiore tradizione totalitaria, l'abiura dalla nipote Chiara Colosimo, presidente della Commissione Antimafia.
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