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Jean Marie Le Pen, addio. Ci sono voluti 96 anni per farlo tacere

 

È morto a 96 anni il leader populista di ultradestra Jean-Marie Le Pen, leader dagli anni '70 del Front National, uno dei primi casi di «populismo post-industriale», e col tempo pure post-ideologico, in Europa, che iniziò nel 1973 ispirandosi al modello del MSI-Destra Nazionale di Giorgio Almirante e divenendo a sua volta modello per molti populisti di destra.
Come recentemente ha ricordato lo storico Marco Tarchi nel suo ultimo libro-intervista con Antonio Carioti, "Le tre età della Fiamma. La destra in Italia da Giorgio Almirante a Giorgia Meloni", Solferino, Milano 2024, p. 191, nell'autunno del 1972 «Il Msi lo aiuta [al FN di Le Pen, ndr] fornendogli migliaia di manifesti stampati dal suo centro tipografico, la Saipem di Ciarrapico, che sono identici a quelli missini, salvo che per gli slogan francesi e per la fiamma, che si colora di blu, bianco e rosso. L'uso del simbolo [la fiamma tricolore] era stato evidentemente concordato con Almirante»
Inizialmente incapace di aggregare attorno alle insegne della fiamma tricolore francese una massa critica nazional-conservatrice, Le Pen iniziò la sua ascesa dalle elezioni del 1983, puntando tutto sugli squilibri venutisi a creare con la svolta liberalsocialista ed europeista imposta da Mitterrand, che indispettì pure i comunisti francesi.
Ne ho parlato ampiamente nella terza parte della seconda edizione del mio libro "La Nuova Destra in Europa. Il populismo e il pensiero di Alain de Benoist" [2014], Paginauno 2019.

Matteo Luca Andriola

È MORTO A 96 ANNI JEAN-MARIE LE PEN, PATRIARCA DELLA DESTRA FRANCESE, FONDATORE DEL "FRONT NATIONAL" E PADRE DI MARINE (CHE LO EPURO' DAL PARTITO) - LO SCORSO NOVEMBRE ERA STATO RICOVERATO IN OSPEDALE PER "DELLE ANALISI": "PER TACERE, ASPETTO DI ESSERE MORTO" - SULLA FIGLIA: "MI FA PENA. MI HA CACCIATO DAL PARTITO CHE AVEVO FONDATO" - QUANDO PERSE IL SEGGIO ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE, JEAN-MARIE LE PEN FONDO' UNA CASA DISCOGRAFICA PUBBLICANDO QUATTRO ALBUM DAL TITOLO "III REICH. VOCI E CANTI DELL’ESERCITO TEDESCO", CON SVASTICHE IN COPERTINA. DISSE: "LE CAMERE A GAS NON SONO MAI ESISTITE? IO NON LE HO MAI VISTE" - VIDEO

marine jean marie le pen


(ANSA-AFP) - PARIGI, 07 GEN - È morto Jean-Marie Le Pen, figura storica dell'estrema destra francese. Lo riferisce la famiglia all'Afp. Le Pen aveva 96 anni. 

 

Le Pen è deceduto in una struttura in cui era stato ricoverato diverse settimane fa nella regione parigina. "Jean-Marie Le Pen, circondato dalla sua famiglia, è stato chiamato a Dio martedì alle 12.00", ha affermato la sua famiglia in una dichiarazione inviata all'Afp.

 

In un lungo articolo, la France Presse lo descrive come "eterno provocatore e pioniere dell'estrema destra europea", "tribuno senza pari, provocatore ossessionato dall'immigrazione e dagli ebrei, patriarca ostacolato dai suoi", evidenziando come Le Pen abbia "fatto uscire l'estrema destra francese dalla sua marginalità durante una carriera politica che ha segnato la Quinta Repubblica", durante la quale "non ha mai espresso alcun rammarico per i suoi eccessi" che gli sono valsi diverse condanne: dalle camere a gas definite un "dettaglio della storia" alla "disuguaglianza delle razze", passando per l'occupazione tedesca descritta come "non particolarmente disumana" o l'aggressione fisica di un oppositore socialista.


JEAN MARIE LE PEN CON LE FIGLIE MARINE YANN E MARIE CAROLINE

BIOGRAFIA DI JEAN-MARIE LE PEN – 

Da www.cinquantamila.it – la storia raccontata da Giorgio Dell’Arti

 

Jean-Marie Le Pen, nato a La Trinité-sur-Mer, nella regione della Bretagna, in Francia, il 20 giugno 1928. Uomo politico • Detto «Menhir» • Nel 1972 ha fondato il Front National, principale partito di estrema destra francese, ispirandosi al Movimento sociale italiano. «Anche nel simbolo, una fiamma tricolore con il blu al posto del verde, i riferimenti erano precisi» (Aline Arlettaz, L’Espresso, 15/5/2017) 

 

• Dopo averlo guidato per quasi quarant’anni, ed esserne stato presidente onorario dal 2011 al 2018, il partito - che dal 2011 è guidato dalla terza figlia di lui, Marine, e dal 2018 si chiama Rassemblement national - lo ha espulso «a causa della radicalizzazione di alcune posizioni ideologiche e di reiterate dichiarazioni antisemite» (Treccani) 

 

• «Jean Marie Le Pen riassume nella sua persona quasi tutte le caratteristiche della estrema destra francese nelle sue diverse manifestazioni storiche.  Quando era studente alla Sorbona distribuiva la stampa dell’Action française (l’associazione monarchica e nazionalista fondata da Charles Maurras alla fine del l’Ottocento) e faceva a pugni con i giovani comunisti nelle strade del Quartiere Latino. Quando la Francia combatteva le sue ultime guerre coloniali in Indocina e in Algeria, il giovane Le Pen cercava la gloria sui campi di battaglia» (Sergio Romano, Corriere della Sera, 25/9/2015) 

 

bruno megret jean marie le pen

• «Ha militato per tutta la vita con il campo meno nobile della Francia che tanto ama: Pétain e i suoi seguaci alleati dei nazisti, e poi nostalgici dell’impero coloniale, torturatori in Algeria, razzisti, antisemiti. Con coerenza e ottusità, a costo di litigare con la figlia, Jean-Marie Le Pen è il punto di riferimento per la Francia che sogna un ritorno all’epoca pre-rivoluzionaria, dove Dio è garante dell’ordine, ognuno sta al suo posto, gli immigrati non esistono e gli omosessuali si nascondono» (Stefano Montefiori, Corriere della Sera, 9/4/2015) 

 

• «Il pene di Le Pen si issa appen appen» (così Said, franco-marocchino interpretato da Saïd Taghmaoui, nel film L’Odio, di Mathieu Kassovitz, 1995)


 • Già deputato all’Assemblea nazionale di Parigi dal 1956 al 1962, poi dal 1986 al 1988. Già deputato al Parlamento europeo dal 1984 al 2019 

• Si è candidato cinque volte alla presidenza della Repubblica (1974, 1988, 1995, 2002, 2007). La volta che ci è andato più vicino è stata nel 2002, quando ottenne quasi 5 milioni di voti (il 16,9%), andò al ballottaggio contro Jacques Chirac, ma perse perché tutti gli altri partiti si coalizzarono contro di lui 

 

elie hatem e jean marie le pen

• Famoso per aver detto, tra le altre cose, che il regime di Vichy era «legale e legittimo», che l’euro è una fregatura, che Angela Merkel, quando la Germania aprì le frontiere ai profughi siriani nel 2015, «ha aperto le braccia e subito ha dovuto chiudere le cosce»

 

• Fece scandalo quando, durante un comizio, chiamò il ministro delle finanze di Mitterrand, Michel Durafour, «Dura-four crématoir. Dura-forno crematorio»

 

• «Forse sono un po’ vanitoso, ma credo di essere un personaggio politico atipico. Sono un ex paracadutista della Legione straniera, che ha combattuto in Algeria. Ho fatto il marinaio, il minatore, ho perfino venduto dischi. E ne ho prodotti. Ho pubblicato canzoni anarchiche e i discorsi del generale de Gaulle, in realtà un personaggio che non mi piace proprio. Preferisco il maresciallo Pétain».

 

l'ultimo discorso di jean marie le pen al parlamento europeo 8

Titoli di testa «Quando Marine era piccola le raccontava della politica come fosse un incontro di pugilato. “Se scegli di salire sul ring devi essere pronto a prendere colpi fino alla fine. Il campione del mondo vince con la faccia gonfia di botte”» (Anais Ginori, la Repubblica, 27/2/2016).

 

Vita «Sono bretone e dalle mie parti “pen” vuol dire “capo”. Credo nella stima e nella speranza che suscita questo nome» (Cesare) • Sua madre, Anne-Maria, è una sarta, figlia di contadini. Suo padre, Jean, pescatore, quando lui ha quattordici anni muore al largo delle coste bretoni, ucciso da una mina raccolta nella rete del suo peschereccio • «Sono diventato anti-comunista a sedici anni. Ero indignato dal comportamento di alcuni giustizieri durante la liberazione» (da Les Français d’abord, éd. Carrère-Michel Lafon, 1984) 

 

l'ultimo discorso al parlamento europeo 

• «Finita la seconda guerra mondiale, dopo gli studi in legge e scienze politiche, Le Pen parte volontario per l’Indocina, dove la Francia sta sperimentando l’inizio di un doloroso e inarrestabile processo di decolonizzazione, che lui non accetterà mai. Arruolato nel primo battaglione paracadutisti, dimostra subito di amare l’azione ma anche la provocazione e qualche volta l’insulto: su Caravelle, il giornale del corpo di spedizione francese, scrive che “la Francia è governata da pederasti come Sartre, Camus, Mauriac”. 

 

Tornato in Francia, Jean-Marie Le Pen si dà alla politica grazie a Pierre Poujade, antesignano dei moderni populismi, ed entra con il suo movimento all’Assemblea nazionale: a 27 anni, Le Pen è il più giovane deputato dell’aula. Un anno dopo abbandona il partito di Poujade e fonda il Front national des combattants, embrione del Fn. Nel corso di una rissa a un comizio viene ferito a un occhio che finirà con il perdere: ecco la benda nera, che gli darà per molti anni un’immagine poco rassicurante, ma perfetta per il ruolo.



l'ultimo discorso di jean marie le pen al parlamento europeo 5

 

In parlamento Le Pen si distingue subito per l’arte oratoria, ma l’azione torna a chiamarlo: parte volontario per la guerra d’Algeria, dove tortura alcuni prigionieri “perché era necessario farlo”, spiega senza tanti patemi il 9 novembre 1962 alla rivista Combat. La questione delle torture in Algeria continuerà a riaffacciarsi nel corso della sua carriera» (Montefiori)

 

• «C’est un bidon. È una frottola. Né io, né i miei commilitoni eravamo incaricati degli interrogatori speciali. Sono stato accusato della stessa scena di tortura, lo stesso giorno, alla stessa ora e a più di 100 chilometri di distanza» (da Mémoires: fils de la Nation, éd. Muller, 2018) 

 

• Perso il seggio all’Assemblea Nazionale, Le Pen fonda una casa discografica e pubblica quattro album dal titolo III Reich. Voci e canti dell’esercito tedesco, con svastiche in copertina, cosa che gli cosa due mesi di carcere con la condizionale


jean marie e marine le pen 2

 

• «Aveva amicizie fra i vecchi collaborazionisti del regime di Vichy e creò nuovi legami in quei laboratori di velleità e malumori che le guerre e i torbidi della politica si lasciano alle spalle, soprattutto dopo una sconfitta. Fra queste amicizie vi era Jean-Louis Tixier-Vignancour, alto funzionario di Vichy, avvocato di grido, amico dei golpisti dell’Oas (Organisation de l’armée secrète), difensore dei due generali (Maurice Challe e Raoul Salan) che volevano rovesciare la Quinta Repubblica. Quando Tixier si candidò contro De Gaulle nelle elezioni presidenziale del 1965, Le Pen fu il direttore della sua campagna elettorale. Ma qualche tempo dopo, agli inizi degli anni Settanta, decise di creare un partito che chiamò, militarescamente, Front national. 

le pen con moglie e figlie nel  castello

 

Aveva già stretto rapporti con altri movimenti della destra europea e poté contare su un aiuto del Movimento Sociale italiano di Giorgio Almirante. I manifesti elettorali che apparvero sui muri per le elezioni francesi del 1973 erano l’esatta copia di quello missino con la fiamma tricolore» (Romano) 

 

• Il 2 novembre 1976, alle 4 meno un quarto del mattino, sopravvive, con tutta la famiglia, allo scoppio di un bomba piazzata da degli attentatori in casa sua al 9 di villa Poirier, nel 15° arrondissement a Parigi. Racconta Marine: «Fu in quella notte orrenda che scoprii che papà lavorava in politica e fu in quella notte che presi coscienza che mio padre non veniva trattato come gli altri» 

gerald gerin maggiordomo di  le pen

• Racconta lui: «Mia figlia era al liceo quando Libération titolò su tre colonne, a caratteri cubitali, Torturati da Le Pen, riferendosi a un vecchio episodio della mia vita, vissuto durante la guerra d’Algeria. L’articolo mi descriveva come un mostro. Visto il giornale andai in camera sua, a svegliarla al mattino, e le detti il permesso di saltare la scuola per un giorno. “Neanche per sogno”, mi rispose. Non solo andò: prima dell’inizio delle lezioni si alzò in piedi con il braccio destro alzato, gridando: “Vive Le Pen!”»

 


• «Il ricchissimo industriale del cemento Hubert Lambert nel 1976 gli lascia in eredità il suo impero e la dimora di Montretout: “Voglio che tu abbia i mezzi finanziari per non dipendere mai da nessuno. So che userai questa libertà per difendere le idee nazionali”, gli dice prima di morire. Jean-Marie Le Pen non lo ha mai tradito» (Montefiori) • «Io sarò sempre, dalla parte di chi soffre». Comincia così la sua ascesa.

 

gerald gerin maggiordomo di jean marie le pen

Islam «Ci sono sei milioni di musulmani a casa nostra. Sapete, sono stato condannato a tre mesi di prigione e venti mila euro di multa per aver detto che il giorno in cui saranno venti milioni, ci faranno scendere dai marciapiedi e abbassare lo sguardo. E invece parecchie volte, durante molti miei discorsi, mi dicono: “È già così, signor Le Pen».

 

Diritto d’asilo «Noi siamo favorevoli quando si tratta di accogliere quattro poeti greci perseguitati o un letterato russo scappato dalla Siberia. Ma non se ne arrivano quattro cento mila ogni anno per venire a mangiare il nostro pane!».

 

Radici «Se siete fedeli alla Francia, se l’amate, se adottate le sue leggi, i suoi costumi, la sua lingua, il suo modo di pensare, in una parola, se vi integrate perfettamente, non vi rifiuteremo la possibilità di essere dei nostri, pur che vi sia in voi una scintilla d’amore e non solamente un interesse materiale […]. Ma se siete fedeli alle vostre radici – che meritano rispetto e che rispetto – se pretendete di vivere secondo le vostre leggi, i vostri costumi, la vostra cultura, allora è meglio che ve ne torniate a casa vostra, perché altrimenti le cose potrebbero finire male» (Discorso ai giovani arabi, 1987).


jean marie le pen marion le pen 4

 

Medaglie «Non è Jean-Marie Le Pen a essere stato decorato a Vichy, ma il presidente della Repubblica François Mitterrand». Libertà «La Francia non è più un paese libero, né è un paese di uomini liberi. Tutti dormono, tutti tacciono, per non offendere i potenti, per non incorrere nei loro colpi». 

 

Razzismo «Siete xenofobo? Razzista? “Quando sono stato eletto per la prima volta a 27 anni, il secondo in lista era un nero. Sono stato il primo francese a candidare un’araba a deputata a Parigi nel 1957 e il primo a fare eleggere un musulmano consigliere regionale nell’ 86. Le basta?”» (Cesare).

 

Lager «“Non dico che le camere a gas non sono mai esistite. Solo io non le ho mai viste. Non ho mai studiato bene la questione, ma credo siano state un dettaglio, nella storia della seconda guerra mondiale” Sei milioni di morti sarebbero un dettaglio? “Sei milioni di morti? Come?” Sei milioni di ebrei morti durante la seconda guerra mondiale e voi lo considerate un dettaglio? “Il punto è capire se queste persone sono state uccise o no” Non mi pare certo un dettaglio.

 

jean marie le pen florian philippot

“Al contrario, è stato un dettaglio per lo svolgimento della guerra. Mi volete dire che c’è una verità rivelata alla quale tutti devono credere, come se fosse un obbligo morale? Dovrebbero esserci degli storici a discutere di queste questioni” La grandissima maggioranza degli storici, e non solo, lo hanno discusso e dimostrato. “Ci furono moltissimi morti, centinaia di migliaia, forse milioni di morti ebrei, ma anche persone che non erano ebree”» (con Paul-Jacques Truffault, Grand Jury RTL, RTL, 13/9/1987).

 

Amori «Io amo le donne. Sono figlio di madre vedova, ho avuto due mogli e tre figlie, l’universo femminile mi affascina e mi incute rispetto» (a Carla Bardelli, Vanity Fair, 9/5/2012) 


• Primo matrimonio, nel 1960, con Pierrette Lalanne, sette anni meno di lui, modella, che gli diede le tre figlie: Marie-Caroline (n. 1960), Yann (n.1963) e Marine (n. 1968) 


marine e jean marie le pen

 

• Il 10 ottobre 1984, Pierrette, che aveva una relazione con un giornalista del Figaro, abbandonò il tetto coniugale e le figlie. Racconta Marine: «“Mamma è partita, ha preso le sue cose e se n’è andata. Per sempre”. Così mi disse quel giorno mia sorella Yann all’uscita di scuola. Aspettai per settimane una sua telefonata, vomitai ogni santo giorno per un mese e mezzo». Poi si rassegnò e chiese al giudice di essere affidata al padre (da Contre Flot, la sua autobiografia).

 

 Nel 1987 Pierrette, dopo aver perso la causa di divorzio (e gli alimenti), decise di posare nuda per Playboy coperta solo da un grembiule e con in mano uno straccio per la polvere allo scopo di ridicolizzare il marito, che le aveva suggerito di trovare lavoro come domestica. Per quindici anni, tra madre e figlia fu silenzio. Ora però si sono riconciliate e Jean-Marie ha offerto all’ex consorte vitto e alloggio nella proprietà di Montretout. Sempre Marine: «Talvolta le famiglie possono avere la fortuna di ritrovarsi e perdonarsi, grazie all’amore»

jean marie le pen con la nipote marion marechal

 

• Secondo matrimonio, il 31 maggio 1991, con Jeanne-Marie Paschos, detta Jany, quattro anni meno di lui, figlia di un mercante d’arte greco e di una donna di origine olandese e bretone • Ha raccontato di aver avuto una relazione anche con Lulu Arpels, giovane donna ebrea, della famiglia dei gioiellieri. «Eppure lei è antisemita… “Ho avuto parecchie donne ebree nella mia vita. E non sono un antisemita. Il problema è che, se non sei d’accordo su tutto quello che dicono certi ebrei, sei antisemita. Bisogna essere partigiani al 100 per cento”» (Martinelli).

 

Nipoti Nove

jean marie le pen con il suo doberman

 

• Una è Marion Maréchal (n. 1989), figlia di Yann, che fu deputata per il partito di famiglia dal 2012 al 2017. 


Gay «Non è un crimine, ma costituisce un’anomalia biologica e sociale».

 

11/9 «Sono scettico. Non vorrei che mi facessero prendere lucciole per lanterne. Quando dicono che un aereo ha colpito il Pentagono ma non si trovano segni, né reattori, né ruote, né coda, né niente, be’… forse si è trattato di un aereo fantasma! Quando dicono che ci sono stati tre mila morti nella torre, ma che hanno trovato solo trecento cadaveri mi chiedo: e gli altri mille settecento? Ma lo so, dirlo è pericoloso…» (in Eugène Krampon, Réflechir&Agir, n.31, 2009).

jean marie le pen

 

Epilogo «Solo quando Jean Marie Le Pen […] si piazzò secondo dietro Jacques Chirac alle presidenziali francesi del 2002, il governo iniziò a fare sul serio nei confronti della criminalità e dell’immigrazione, nominando un ministro dell’interno inflessibile nella persona di Nicolas Sarkozy» (Francis Fukuyama, la Repubblica, 17/02/2004)

 

 • Nel 2015, il Front Nationale ottiene il 25% alle elezioni amministrative. Ma ormai alla guida c’è la figlia Marine che vuole darsi un volto presentabile e, viste le dichiarazioni del padre, avvia una procedura disciplinare contro di lui e lo fa espellere 

 

• È la de-demonization, la strategia della de-demonizzazione. «Marine Le Pen non si accontenta di un occasionale successo elettorale. È convinta che molte destre europee abbiano in questo momento buone possibilità di andare al governo insieme a partiti tradizionalmente moderati, come è già accaduto in alcuni Paesi, e non intende sciuparle permettendo al padre di spaventare una larga parte della opinione pubblica con le sue sortite provocatorie» (Romano). Lui commenta: «Marine ha sbagliato. Pensava di liberarsi di una palla al piede, ma io sono una palla di cannone» 


jean marie le pen con la nipote marion marion marechal

 

• «“Lei è costretta a parlare come me quando accenna ai problemi demografici globali, alle migrazioni di massa, all’insicurezza, alla disoccupazione. Non possiamo sfuggire alla realtà. Macron non parla di nulla. Ha delle parole: democrazia, coraggio, volontà. Ma gli toccherà occuparsi della realtà. E le realtà possono essere crudele” Quali realtà? “Tutte. L’Italia e la Spagna hanno già un tasso di fertilità sotto 1,3 figli per donna. Non possono alzarlo. Poiché sono i paesi in prima linea rispetto all’immigrazione di massa africana, saranno sopraffatti. È drammatico, ma è così. È quindi evidente che io, da vecchio uomo di mare, capisco il tempo molto meglio dei giovani marinai”» (Arlettaz).


Curiosità È alto 1 metro e 77 


• Ha scritto sei libri, da ultimo uno con le sue memorie


• È bisnonno 


• Dal suo palazzo sulle colline di Saint-Cloud, appena fuori Parigi, si vede la torre Eiffel 

jean marie e marine le pen

 

• Nel 2018 disse che non si sarebbe mai alleato con la Lega: «È europeista e regionalista, noi non lo siamo» 


• «E Beppe Grillo? Avete diversi punti in comune. “No, sono solo apparenze. Non ci paragonate a fenomeni spettacolari che si producono qui o là. Grillo è un leader carismatico, ma sparirà o arretrerà. Noi siamo un movimento che vive da più di 40 anni, che ha una dottrina, un programma”» (Martinelli) 

 

• Ha un cane nero che ha sbranato uno dei gatti di Marine: «L’aggressione del dobermann di mio padre è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: amo molto gli animali, non potevo più vivere in una casa dove i miei gatti sono in pericolo» 


• Ha festeggiato il suo 90° compleanno assieme alle figlie. Ha detto di non voler perpetuare la spaccatura nel clan Le Pen. «Ho raggiunto l’età dell’indulgenza» 


• «Ascoltate ancora le canzoni militari tedesche? “In effetti i tedeschi sono i più bravi a marciare cantando”» (Cesare).

Titoli di coda «Per tacere, aspetto di essere morto».



Il feroce coccodrillo di Barbara Costa


Barbara Costa per Dagospia - 7 maggio 2017

marine e jean marie le penmarine e jean marie le pen

 

“Voterò Marine: turandomi il naso”: parla così Jean-Marie Le Pen, patriarca d’una famiglia spina nel fianco della politica francese da mezzo secolo. Una storia familiare unica quella dei Le Pen, piena di sesso, intrighi, imperdonabili tradimenti. E soldi. Quello dei Le Pen è un clan dove la fedeltà viene prima di tutto: se tradisci, sei finito.

 

Jean-Marie Le Pen fonda il Front National nel 1972 e lo finanzia coi pochi soldi della Serp, la sua casa discografica che pubblica i discorsi di Hitler e Mussolini. Ma Jean-Marie è un uomo fortunato: Hubert Lambert, ricchissimo militante del FN, muore e gli lascia tutto, compresa una casa principesca, il castello di Montretout.

marie caroline yann e marine le penmarie caroline yann e marine le pen

 

Vinta la causa contro gli eredi Lambert, Jean-Marie diventa milionario e si trasferisce a Montretout. Da sua moglie Pierrette ha tre figlie: Marie-Caroline, Yann e Marine. Un giorno Pierrette fugge dal castello con l’amante, il “fedele” biografo del marito. Jean-Marie cresce le figlie da solo, tutte e tre belle, biondissime, parecchio cazzute, un po’ scapestrate.

 

le pen castello di montretoutle pen castello di montretout

 

Le ragazze studiano poco, preferiscono le discoteche, organizzano feste ad alto tasso alcolico a Montretout quando Jean-Marie non c’è. Yann rimane incinta: nasce Marion, il padre è ignoto. Poco dopo Yann sposa Samuel Maréchal, un dirigente del FN, che dà il suo cognome alla bambina. Vivono tutti a Montretout. Marion crede che Maréchal sia il suo vero papà, a 13 anni scopre la verità: suo padre biologico è il giornalista Roger Auque.

 

jean marie marine le pen davanti al loro castello di montretoutjean marie marine le pen davanti al loro castello di montretout

 

Pure Marie-Caroline sposa un fedelissimo del padre, Philippe Olivier. Hanno tre figli e anche loro vivono a Montretout. Marie-Caroline fa politica attiva accanto al padre e al marito fino al “tradimento” del 1998: Marie-Caroline e Philippe appoggiano Bruno Mégret, la sua scissione dal Front National. Jean-Marie Le Pen caccia figlia e genero da casa e dalla sua vita per sempre. Nemmeno le cose tra Yann e Samuel Maréchal vanno bene: lui la lascia per la nipote di un ex presidente ivoriano. Jean-Marie caccia anche quest’altro genero da Montretout e dal FN.

pierrette le pen madre di marine su playboypierrette le pen madre di marine su playboy

 

 

Jean-Marie si innamora di Jany Paschos, un’ereditiera greco-olandese. Comincia una dura causa di divorzio da Pierrette che, mostrandosi nuda a 52 anni su Playboy, crede di poter ottenere dall’ex marito più soldi ricattandolo con cattiva pubblicità. Jean-Marie snobba le foto di Pierrette, che perde soldi, reputazione e quel poco d’affetto che le tre figlie abbandonate nutrivano ancora per lei (“Sei un immondezzaio pubblico” la attacca Marine su Paris Match).

 

Il legame si ricuce molti anni dopo, quando Pierrette è perdonata e addirittura riaccolta a Montretout. E’ Jany Paschos ad andarsene della reggia dei Le Pen. La donna si rivela una vera matrigna: chiama Marine una mocciosa ambiziosa, e per Marine la nuova moglie di papà è solo un parassita.

jean marie e marine le penjean marie e marine le pen

 

 

 

 

 

Marine si laurea in Giurisprudenza e fa l’avvocato. Sposa Franck Chauffroy, attivista FN, e come le sue sorelle lo porta a vivere a Montretout. Hanno tre figli: Jehanne e i gemelli Mathilde e Louis. L’avvocatura non è la strada di Marine: il padre l’ha scelta, è lei la sua erede politica.

 

Le insegna tutto, ogni astuzia, come parlare, muoversi, di chi fidarsi e no. Alle elezioni presidenziali del 2002 Jean-Marie è al ballottaggio con Chirac: un milione di francesi scendono in piazza contro Le Pen, e Chirac rifiuta con lui ogni confronto televisivo. Il FN ottiene solo il 17% dei voti. Le elezioni successive vanno anche peggio. Inizia l’era Marine, inizia la sua rivoluzione, e il suo tradimento al padre.

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Per Marine il FN deve cambiare, sdemonizzarsi, togliersi di dosso ogni residuo fascista e antisemita. Via il colore nero da palchi e comizi, dentro il blu marine, basta sproloqui xenofobi, sì a un FN moderno, più moderato, nazionalista, in prima linea nelle battaglie di oggi che non sono più quelle di ieri, quelle di Jean-Marie.

 

La rivoluzione di Marine uccide l’amore col padre: la sua devozione filiale, il suo “è l’unico uomo della mia vita” che sfiora il complesso di Elettra, va in frantumi. Lui che l’ha cresciuta e plasmata, che si commuoveva in pubblico lodandola (“Marine è una vera femmina, un vero uomo politico”), ora non la riconosce più.

yann le pen roger auqueyann le pen roger auque

 

Marine divorzia dal primo marito e trova altri amori, e nuovi mariti, all’interno del FN. Marine apre alle unioni gay, si circonda di collaboratori gay dichiarati che posano nudi su riviste omosex. Per Jean-Marie tutto questo è orrore puro: vede i baffetti di Hitler vezzo sulla vagina della figlia per quei burloni di Charlie Hebdo, e non credo gli sia sfuggito il “parricidio” di Marine su Charlie Hebdo ridotto a materiale fecale.

marion marine e yann le penmarion marine e yann le pen

 

 

 

Nell’ottobre 2014 Marine va via da Montretout: la rottura col padre è totale. Jean-Marie si dichiara politicamente immortale, dice che le camere a gas sono un dettaglio della Storia, e Marine lo caccia dal FN. Al vecchio Le Pen nemmeno la carica di presidente onorario.

 

Marine Le Pen non rivendica meriti, quote rosa, diritti speciali perché politico-donna. Non si presenta migliore né peggiore dei suoi avversari maschi perché ha tette e vagina. Con lei è bandito ogni sculettamento, ogni posa ammiccante a favore di telecamera. E’ lì con le sue battaglie, giuste o sbagliate, in quanto individuo.

 

marion e jean marie le penmarion e jean marie le pen

 

 

 

 

Il suo programma politico è chiaro, le soluzioni tutt’altro: no all’euro, no alla Nato, stop a Schengen e immigrati, sì a Putin (e ai suoi 9 milioni di euro al FN!), no ad una Francia “amante degli USA e prostituta d’emiri panciuti”. Sì (stiracchiato) all’aborto, sì alla pena di morte per assassini, pedofili e stupratori, lotta alle prostitute e non ai clienti.

 

marine le pen samuel marechalmarine le pen samuel marechal

 

 

 

 

 

Marine se ne infischia delle accuse d’istigazione all’odio razziale per le sue frasi verso l’islam, delle critiche per le foto di decapitazioni Isis postate su twitter e per essersi rifiutata d’indossare il velo in Libano. Sa come parlare e spaventare. Ha occupato un posto politico lasciato pericolosamente vuoto, ha fatto suo un odio sociale che altri politici hanno a lungo snobbato, irriso.

marine le pen louis aliotmarine le pen louis aliot

 

Non ci libereremo facilmente dei Le Pen, sebbene per i politologi Marine abbia raggiunto il suo zenit e la conquista dell’Eliseo del toy-boy con la zeppola “non-sono-gay-scopo-Brigitte-da-oltre-20-anni” Emmanuel Macron sia scontata.

 

marine le pen collaboratore gaymarine le pen collaboratore gay

 

 

 

Marion Maréchal-Le Pen, la nipote di Marine, scalpita: ha idee più retrograde sui temi etici (è contro l’aborto, l’eutanasia, le unioni gay) ed è ai ferri corti con la zia. Di se stessa ha detto: “Sono una ricca viziata, non mi sono mai dovuta battere per ottenere qualcosa. Io sono nata già qualcuno”. 

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Il post di Marco Valle per il Giornale

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