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Pestaggio a Napoli: a giudizio quattro militanti di CasaPound

 



CASAPOUND? CASA CIRCONDARIALE – QUATTRO ESPONENTI DEL MOVIMENTO NEOFASCISTA  RINVIATI A GIUDIZIO A NAPOLI, PER L’AGGRESSIONE DEL FOTOGRAFO ROBERTO TARALLO,  PICCHIATO PERCHÉ INDOSSAVA UNA SPILLA ANTIFASCISTA NEL 2023 – 

CHIUSE LE INDAGINI SULL’ADUNATA FASCISTA AD ACCA LARENTIA, DEL 7 GENNAIO 2024: IN 31 RISCHIANO IL PROCESSO. MA IL MOVIMENTO SE NE FREGA E TIRA DRITTO: “ASSURDO E STRUMENTALE CHE TUTTO CIÒ ACCADA DOPO 11 MESI, A RIDOSSO DELLA DATA DELL’APPUNTAMENTO, CHE CHIARAMENTE SI TERRÀ ANCHE QUEST’ANNO…”

AGGREDITO PER UNA SPILLA ANTIFASCISTA, 4 DI CASAPOUND A GIUDIZIO

(ANSA) - Rinvio a giudizio per quattro esponenti di CasaPound, a Napoli, per l'aggressione subita nell' ottobre 2023 dal musicista e fotografo 44enne Roberto Tarallo che indossava una spilla con un logo antifascista sul giubbino. A deciderlo, ieri - come riportano alcuni quotidiani - è stato il gup di Napoli che ha accolto le richieste del pm Fabrizio Vanorio il quale ha contestato l'aggravante della discriminazione nazionalista.

 

ACCA LARENTIA

I quattro, nello scorso gennaio, vennero raggiunti da altrettante misure cautelari: tre arresti in carcere e un obbligo di dimora. Gli arresti vennero notificati dalla Digos a Vittorio Acuto, Paolo Primerano e all'ucraino Taras Buha. Divieto di dimora nella provincia di Napoli invece per Roberto Acuto, fratello di Vittorio. Prima udienza il 3 febbraio. Ammesse come parti civili il Comune di Napoli e l'Anpi.

 

2. ACCA LARENZIA, IN 31 VERSO IL PROCESSO “I SALUTI ROMANI UNA LITURGIA FASCISTA”

Estratto dell’articolo di Marco Carta per “la Repubblica”

 

ex sede msi di acca larentia 1

Il messaggio è chiaro in vista delle imminenti commemorazioni di Acca Larenzia: il saluto romano continua a essere un reato. Ma a CasaPound non interessa: «Non faremo passi indietro».

 

Nemmeno dopo che ieri la procura di Roma ha chiuso le indagini sull’adunata fascista del 7 gennaio 2024, quando più di mille persone si ritrovarono fuori dall’ex sede dell’Msi al quartiere Tuscolano nell’anniversario della “strage” del 1978 in cui vennero uccisi i tre militanti del Fronte della Gioventù Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni.

 

gianluca iannone

Le immagini dei camerati con il braccio teso per il saluto fascista hanno fatto il giro del mondo, indignando anche l’opinione pubblica. E ora sono in tutto 31 gli esponenti di Casa Pound che rischiano di finire a processo. Tra loro ci sono il fondatore del movimento di estrema destra, Gianluca Iannone, l’attuale portavoce Luca Marsella e Paolo Sebastianelli, uno dei militanti che nel 2003 occupò lo stabile di via Napoleone III, quartier generale nel cuore di Roma mai sgomberato.

 

A loro, come a tutti gli altri, è contestato il concorso nella violazione dell’art. 5 della legge Scelba e dell’art. 2 della legge Mancino per aver risposto alla chiamata del «presente» con il braccio teso, un gesto considerato come «una manifestazione riflettente la liturgia delle adunanze usuali del disciolto partito fascista».

 

luca marsella

Le indagini […] hanno portato all’identificazione dei 31 grazie ai numerosi video dell’adunata. Oltre agli storici di CasaPound, tra gli indagati ci sono l’ex campione di Mma Vincenzo Sortino, i militanti del Blocco Studentesco, movimento giovanile di CasaPound, un capo ultrà della Roma e neofascisti di mezza Italia: Napoli, Forlì, Cesena, Avellino e Salerno.

 

In una nota CasaPound ha attaccato duramente la procura per la tempistica: «Attendiamo di leggere gli atti, ma riteniamo assurdo e strumentale che tutto ciò accada dopo 11 mesi, a ridosso della data dell’appuntamento, che chiaramente si terrà anche quest’anno. Non possono essere né denunce, né condanne a impedirci di ricordare una strage che a distanza di 46 anni è ancora senza giustizia».

 

il video di casapound su acca larentia 1

La chiusura delle indagini, coordinate dal procuratore capo Francesco Lo Voi, segue la sentenza delle sezioni unite della Cassazione dello scorso 18 gennaio che si era espressa proprio sul saluto romano.

 

In particolare, la Suprema corte aveva affermato che per valutare se il gesto implichi reato vanno considerati «il contesto ambientale, la valenza simbolica del luogo, l’immediata o meno ricollegabilità al periodo storico, il numero dei partecipanti, la ripetizione dei gesti» idonea «al pericolo di emulazione», sottolineando come il carattere commemorativo non implichi automaticamente una neutralizzazione del reato.

 

Nell’atto gli ermellini avevano anche ribadito come la risposta «alla chiamata del presente » e il saluto romano integrino «il delitto previsto» dall’articolo 5 della legge Scelba «ove, avuto riguardo alle circostanze del caso», costituisca un concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista

ex sede msi di acca larentia

 

Nei mesi successivi alla sentenza, diversi procedimenti si erano chiusi con un’assoluzione per gli imputati finiti a processo per i saluti romani. L’ultimo è quello del 28 novembre a Milano, in cui erano stati assolti i 23 neofascisti a giudizio per le braccia tese esibite durante il corteo in memoria di Sergio Ramelli del 2019.

 






Il pronunciamento della Cassazione, insomma, sembrava aver in qualche modo aperto un varco legislativo per i nostalgici. Ma per la procura di Roma non è così. «A Milano si assolve, mentre a Roma si va a processo per lo stesso reato» è il giudizio critico dell’avvocato Domenico Di Tullio, che difende molti esponenti di CasaPound. «La commemorazione con i saluti romani di Acca Larenzia si tiene ogni anno dal 1978. Non è una novità. Nel tempo hanno fatto i saluti romani anche gli attuali vertici delle istituzioni repubblicane. Non mi risulta che nessuno di loro abbia ricostituito il partito fascista»

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