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Doppio colpo alle reti naziweb: dodici arresti, quattro condanne



È di 12 arresti in tutta Italia il bilancio di un''operazione della Polizia di Stato contro un gruppo neonazista e suprematista denominato Werwolf Division. Le accuse sono di associazione con finalità di terrorismo, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa e detenzione illegale di arma da fuoco.

Le misure cautelari in carcere sono state emesse dal Gip del Tribunale di Bologna, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Contestualmente, sono state eseguite altre 13 perquisizioni domiciliari (a Lecco, Milano, Monza Brianza, Pordenone, Ravenna, Roma, Teramo, Trieste, Vercelli). L'operazione è coordinata dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.

La 'Werwolf Division' (il nome viene dai 'lupi mannari' nazisti guidati da Heinrich Himmler per contrastare l'avanzata delle forze alleate e sovietiche in Germania alla fine della Seconda guerra mondiale) poi Divisione Nuova Alba era già finita nel mirino di un'inchiesta della Procura di Napoli nel maggio 2023 con otto indagati. In quell'occasione era emersa una rete Telegram gestita da Bologna che sarebbe servita per organizzare "atti eversivi violenti", inneggiando alla Shoah.

In carcere sono finiti cinque emiliani, Daniele e Federico Trevisani (37 e 33 anni, di San Benedetto in Val di Sambro), Andrea Ziosi (37 anni, di Bologna), Salvatore Nicotra (45 anni, di Granarolo), Alessandro Giuliano (51 anni, di Galliera); un lombardo, Luca Porta (50 anni di Rho); un veneto, Simone Sperotto (19 anni, di Thiene); un marchigiano, Valerio Tellenio (22 anni, di Fano); un siciliano, Pierluigi Cilano (26 anni, di Palermo),  un abruzzese, Diego Cavallucci (44 anni, di Pescara); due pugliesi, Davide Armenise (36 anni, di Bari) e Giuseppe Fallisi (75 anni, di Ostuni, dove si era trasferito dopo una lunga militanza a Milano). Tutti aderenti, spiega la polizia, a una vera e proprio “cellula organizzata” già in fase operativa in grado di realizzare attentati anche con le tecniche usate dai cosiddetti “lone wolves”, lupi solitari sia suprematisti che jihadisti.

Tra gli arrestati, un ruolo di vertice lo avevano Daniele Trevisan e Andrea Ziosi, ritenuti capi e promotori dell’organizzazione, mentre Federico Trevisan e Giuseppe Fallisi, avevano ruoli organizzativi. Gli indagati sono in tutto 25, hanno dai 19 ai 76 anni.

L’inchiesta nasce proprio dai contatti accertati tra alcuni dei vertici dell’Organizzazione con i leader di un’altra associazione negazionista e suprematista, l'Ordine di Hagal, attiva sul territorio nazionale e disarticolata a fine 2022 dalla Digos partenopea, a coronamento di un'inchiesta partita nel 2021. Per una coincidenza significativa proprio oggi si è concluso il processo, che era cominciato nell'ottobre 2023.

La Corte di Assise di Napoli presieduta da Concetta Cristiano ha inflitto la pena di 5 anni e sei mesi di reclusione ciascuno a Maurizio Ammendola e Michele Rinaldi, rispettivamente fondatore e vicepresidente dell’Ordine di Hagal. La pena di 3 anni e mezzo è stata decisa nei confronti di Gianpiero Testa, 3 anni per Massimiliano Mariano.

I giudici hanno escluso per tutti gli imputati l’ipotesi di associazione con finalità di terrorismo, ritenendo invece sussistente l’associazione sovversiva e l’ipotesi di negazionismo della Shoa. Esclusa per Mariano l’aggravante come promotore dell’organizzazione. Testa è stato assolto con formula dubitativa dall’ipotesi di detenzione di armi.

Tra gli indagati l'autore della Ballata del Pinelli


[La Stampa] Vario è folcloristico è il mondo dei terroristi nazi arrestati oggi in tutta Italia. Uno dei soggetti più compromessi è la guardia giurata e receptionist in una filiale Unicredit di Bologna, che scriveva romanzi ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale. Raccontava la tragedia di una bambina ebrea deportata in un campo di concentramento e obbligata a prostituirsi per le SS. Nella quarta di copertina della suddetta pubblicazione, vanta un'ospitata come concorrente nel programma "Avanti un Altro!" di Paolo Bonolis e a "La Corrida" di Carlo Conti, dove aveva cantato "In alto mare" di Loredana Berté. Si chiama Salvatore Nicotra, ha 44 anni, ed è accusato dalla procura del capoluogo emiliano di essere uno dei vertici dei suprematisti bianchi che agivano prima sotto il nome di Werwolf Division e poi Divisione Nuova Alba. Tra loro, aveva il compito di «addestrare i componenti nell'uso di armi» e istigava a «un attentato ai danni del presidente del consiglio (Giorgia Meloni, ndr.), altri attentati violenti e un colpo di Stato per sovvertire l'ordine democratico».




Poi, c'è il tenore ex anarchico, amico del ferroviere ingiustamente accusato per la Strage di Piazza Fontana e morto durante un interrogatorio nella Questura di Milano, Giuseppe Pinelli. Gli scrisse anche una canzone, intitolata "Il blues della squallida città/La ballata del Pinelli". Lui si chiama Giuseppe Fallisi, ma si fa chiamare Joe. Da qualche anno, ha abbracciato la causa palestinese [era a bordo della Freedom flottiglia, la missione di solidarietà pro-pal assaltata nel 2010 da un commando israeliano, ndb] rovinando prima nell'antisemitismo, nella solidarietà ai totalitarismi arabi (Gheddafi e Assad su tutti), infine nel neonazismo.



 
Sul suo, di curriculum, vanta anche una featuring con i rapper Two Fingers e Dargen D'Amico. Cantano "Oltre il Mare", è dedicata agli anarchici Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Nel video, Fallisi (classe '48) è in smoking e papillon. Nella Werwolf Divison e secondo le carte degli inquirenti, Joe «diffondeva illegalmente su Telegram contenuti e idee sulla superiorità o sull'odio razziale», «istigava a commettere atti di discriminazione razziale nei confronti di ebrei ed extracomunitari», negava la Shoa o la minimizzava e proponeva revisionismo storico sulla figura di Adolf Hitler.
 
L'unico ad essere stato trovato in possesso di un arma da fuoco, invece, è Andrea Ziosi. È bolognese, la pistola ha le matricole cancellate e se l'era procurata illegalmente. La usava anche per addestrarsi al tiro in un poligono clandestino, trasportandola di nascosto fuori da casa. È considerato uno dei capi, insieme a Daniele Trevisani, che come lui ha 37 anni e aveva coinvolto nella banda anche il fratello minore, probabilmente un soggetto fragile, che attualmente si trova in una residenza per persone con disabilità psichiatriche.

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