Unione forze identitarie: arrestato il capo, altre 4 misure cautelari
Flaminia Savelli per “Il Messaggero”
Un insospettabile. Il ragazzo della porta accanto con la passione per il web. E proprio dal web reclutava un piccolo esercito pronto ad agire, una struttura sovversiva antisemita di ultima generazione. Gli investigatori della direzione centrale della Polizia di prevenzione e gli agenti della Digos hanno così ricostruito la fitta rete di chat e contatti dell'«Unione Forze Identitarie» (Ufi). A partire dal capo fino alla ramificata organizzazione.
Ma l'inchiesta, ancora in corso, ha anche accertato come avveniva l'indottrinamento attraverso l'esaltazione delle azioni terroristiche definite come Jihad bianca commesse dai lupi solitari. Da Anders Behring Breivik, il terrorista norvegese che in un attentato del 2011 in Norvegia uccise 77 persone. A Luca Traini: autore nel 2018 dell'attentato di Macerata in cui sei persone rimasero ferite e per cui è stato condannato in via definitiva a 12 anni di reclusione con l'accusa di strage aggravata dalla finalità di razzismo.
E anche questa nuova generazione di terroristi era pronta ad agire. «Gli accordi, il coordinamento e le operazioni erano in itinere e in uno stato avanzato» confermano gli investigatori. Dunque era l'Ufi la nuova associazione antisemita, con una cellula romana, che tentava tramite web di indottrinare giovani con lo scopo di far commettere azioni «eversive».
E proprio da siti considerati sicuri era partita la caccia del capo che adescava ragazzi giovanissimi e fragili. Con una montagna di prove e indizi i poliziotti della Digos, su disposizione del gip di Roma, hanno arrestato il fondatore e leader.
Per altri quattro il giudice, su richiesta della procura di Roma, ha disposto l'obbligo di dimora (tre persone) e l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria (una persona). Per tutti l'accusa è quella di «associazione sovversiva».
Durante l'indagine è stata anche ricostruita la struttura paramilitare che si è allargata anche in altre città italiane e vicina al gruppo estremista e suprematista bianco, Feuerkrieg Division. Ramo della più nota Atomwaffen Division: inserito dal governo britannico nella lista dei gruppi terroristici, di propaganda nazionalsocialista e razzista.
Lo stesso filone esaltato della neo struttura, l'Ufi indagini hanno messo in evidenza come l'opera di proselitismo fosse proiettata alla radicalizzazione del pensiero estremista di ragazzi, spesso minori con situazioni di disagio, secondo processi tipici di contesti eversivi fondamentalisti. Un gruppo sovversivo che si stava preparando alla guerra.
Come si legge nella nota della Questura di Roma: «Preoccupanti sono state anche le istruzioni che Ufi forniva ai suoi giovani sodali sul confezionamento di esplosivi o sulla fabbricazione artigianale di armi, anche con l'uso di sostanze chimiche facilmente reperibili sul mercato».
Dopo il blitz nella Capitale l'inchiesta prosegue. Durante le indagini sono stati accertati contatti con diverse città: da Torino a Ferrara, fino a Brindisi. «Roma - concludono gli investigatori - aveva un ruolo centrale nella neo organizzazione».
Nessun commento: