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Il tempo delle chiavi. Rao racconta l'omicidio Ramelli e il tempo dell'intolleranza


 E' da oggi in libreria e in distribuzione negli e-shop Il tempo delle chiavi, il nuovo libro di Nicola Rao, edito da Piemme, un grande affresco che, raccontando l'omicidio di Sergio Ramelli, ricostruisce le pratiche della violenza militante degli anni settanta a Milano da parte dei servizi d'ordine dei gruppi extraparlamentari. Tra "cucchini" per i nemici e gli attacchi a colpi di hazet 36 per i concorrenti politici. Lo ha presentato ieri sul Corriere della sera Aldo Cazzullo:

«Basette lunghe. Minigonne. Zampe d’elefante. Tv in bianco e nero. Mina e Ornella. Il Derby di Jannacci e di Cochi e Renato. La via Gluck di Celentano. Rivera e Mazzola. E poi il fumo. Odore forte di fumo di sigaretta sempre e ovunque. Nei cinema, nelle sale, negli uffici, nei bar, nei ristoranti». Nelle scuole. «In questi anni ne stanno nascendo tante nuove. Per molte, non c’è neanche un nome a cui intitolarle. E così cominciano a numerarle». Ce n’è una, in zona Crescenzago, che si chiama Settimo istituto tecnico. Nello stesso palazzo ce n’è un altro che si chiama Istituto tecnico industriale Ettore Molinari. E c’è un ragazzo di 18 anni che lo frequenta. È figlio di un barista, gioca a calcio all’oratorio, tifa Inter. Si chiama Sergio Ramelli.
Non ha mai fatto nulla di male. Non ha mai sprangato nessuno. Ha semplicemente simpatie politiche diverse da quelle della maggioranza dei suoi compagni di scuola. È di destra. Una notte qualcuno, forse proprio i suoi coetanei di Avanguardia operaia, traccia scritte fasciste sui muri della scuola. Il mattino dopo vanno a prenderlo in classe, lo portano fuori di peso, lo costringono a cancellare scritte che non aveva fatto, e lo fotografano. Il braccio è alzato. Ma non nel saluto romano. Nel gesto di pitturare un muro. LEGGI TUTTO

Un bel pezzo per un libro importante. Anche se, con la classica operazione da quotidiano, la storia che l'editorialista di via Solferino presenta è quella della caccia all'uomo che i Katanga del Movimento studentesco organizzano, inutilmente, contro il segretario del Fronte della Gioventù milanese, Ignazio La Russa. Ma a ben vedere il servizio d'ordine della Statale ha un ruolo importante nella tragedia del giovane militante missino massacrato sotto casa a colpi di chiavi inglesi. Perché sarà proprio un suo attacco particolarmente brutale, in occasione di una manifestazione dei "gruppi", contro Avanguardia operaia a innescare il processo di organizzazione paramilitare che metterà capo a questo delitto stupido e feroce.

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