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E' morto Roberto Incardona, un maestro della Tradizione romana


E' morto oggi nella sua Trabia Roberto Incardona, a 70 anni. Dalla giovanile militanza nella destra radicale all'impegno senile nella ricerca e nella difesa delle tradizioni storiche siciliane, un intellettuale identitario del Fronte della Tradizione. Esponente di spicco del tradizionalismo romano, fu con Salvatore Ruta e Renato Del Ponte uno dei fondatori del Movimento tradizionalista romano, con il suo Centro studi tradizionali di Trabia. Era il responsabile della gens di Palermo. Un suo testo è oggi un riferimento forte per le pratiche di culto: De religionibus. Norme, prescrizioni e templi del culto romano, edizioni Tipheret, 2012.

Dal Msi a Terza posizione

Il suo percorso politico lo ricostruisce quando è interrogato come testimone in un processo, nel 1987

Fino a pochi mesi addietro (circa un anno) gestivo una libreria esoterica in questa via Dante insieme con mia moglie, ELLI Patrizia; quindi, essendomi separato da mia moglie, da allora non svolgo, in pratica, alcuna attività lavorativa, non avendo, tra l’altro, impellente bisogno di lavorare, poiché dispongo di risorse economiche.

ADR Circa la mia attività politica, posso dire che ho sempre coltivato idee riconducibili all’area della Destra. Fino al 1969-1970 ho militato nel M.S.I., e più precisamente nella sua organizzazione giovanile (Fronte della Gioventù). Dal 1970 fino al 1974-1975, ho fatto parte, contemporaneamente, della suddetta organizzazione giovanile e anche del M.S.I.. In tale data, non condividendo la linea politica di tale partito ho deciso, insieme con altri amici (Luigi FLORIO, Roberto MIRANDA, Enrico ASCIONE ed altri), di costituire un movimento politico autonomo da noi denominato “Forze Nuove”. Nel 1976, in previsione del congresso nazionale del due esponenti catanesi di tale partito (GALATA’ Stefano e tale MANNELLO) mi invitarono ad aderire insieme con i miei amici alla corrente del M.S.I. denominata “M.S.I. per la lotta popolare”, che aveva un orientamento critico rispetto alla segreteria del partito. La corrente, però, si autosciolse dopo il congresso, non avendo ottenuto un apprezzabile numero di consensi.

Incardona in morte di Miranda

Noi a Palermo, però, mantenemmo la sigla di “Lotta Popolare” al nostro movimento, ma solo in sede locale e senza alcun collegamento con altri gruppi, a Palermo o altrove. Nel 1977 mi pervenne un ciclostilato di Terza Posizione, in cui erano esplicitate le finalità di questo gruppo politico e le sue intenzioni di coordinare i movimenti della Destra su posizioni analoghe; pertanto, ritenni di mettermi in contatto, previ colloqui telefonici, con i capi di Terza Posizione, Roberto FIORE e Gabriele ADINOLFI, coi quali mi incontrai a Roma, nella primavera del 1977 (se mal non ricordo), concordando l’adesione del mio gruppo a Terza Posizione, della quale assunse il nome, sostituendolo a quello di “Lotta Popolare”. Fino al dicembre 1978-gennaio 1979, diressi, insieme con Francesco MANGIAMELI, in sede locale, il movimento in questione, ma poi, essendomi trasferito a Milano in previsione del mio imminente matrimonio con ELLI Patrizia, decisi di non occuparmi più attivamente di politica.

A.D.R. Per la mia attività politica, ho subito soltanto una condanna penale; ero in compagnia di Sandro SABATINI e Davide MARTINEZ, a Palermo, e fummo colti mentre eravamo intenti a scrivere sui muri della città, frasi concernenti Forze Nuove (i fatti avvennero nell’Aprile 1975). Poiché il SABATINI era in possesso di un’arma, tutti e tre fummo tratti a giudizio, a titolo di concorso, per il reato di detenzione e porto abusivo di armi e fummo condannati. Inoltre, adesso sono indiziato di appartenenza ad associazione sovversiva e banda armata, in un procedimento penale in corso di istruzione formale presso il Tribunale di Roma e concernente un’associazione denominata FULAS (Fronte Unitario di lotta Arabo-Sicula), che si assume essersi costituita fra il 1974 e il 1975.
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La sua frequentazione delle aule di tribunale si è prolungata ben dentro il terzo millennio. Perché ancora i giudici del quarto processo per la strage di Bologna (quello contro Paolo Bellini) hanno sentito il bisogno di ascoltarlo in merito alla falsa lettera anonima scritta da quello screditato personaggio che  era Alberto Volo, per tirarlo in mezzo come suo alibi per il 2 agosto 1980. ASCOLTA LE TESTIMONIANZE

I libri

Ben più degno di rilievo il suo costante impegno nel campo del tradizionalismo romano e delle tradizioni siciliane. Ecco le schede librarie di due suoi volumi:

De religionibus

Questo non è un saggio di "antiquaria", né di storia religiosa comparata. Esso nasce, invece, da un'esigenza di natura non solo culturale ma eminentemente cultuale, cioè spirituale e rituale, diretto, com'è, a rispondere alle esigenze di quelle comunità di destino da cui si è originato il "Movimento Tradizionale Romano", cioè la corrente di pensiero che nell'Italia contemporanea propugna una consapevole e coerente riscoperta delle tradizioni sapienziali e spirituali dell'Occidente pre-cristiano, prima fra tutte, quella che ha nell'idea di Roma il suo Polo di riferimento. Il libro, dopo una preliminare messa a punto critica riguardo certo equivoco "neopaganesimo" di matrice "politica" o neo-spiritualista, espone, attraverso un esame dettagliato delle prescrizioni e degli stessi strumenti impiegati nello svolgimento dei riti del culto privato, i loro significati più autentici e profondi. Nella seconda parte del testo si passa in rassegna il Kalendarium, cioè l'antico feriale romano, attraverso il quale, ieri come oggi, viene scandito il tempo sacro del culto e del rito.

Il sentiero degli Âriya

L'autore, dopo un trentennale approfondimento dottrinale e sperimentale, con un'introduzione critica sui suoi intendimenti del passato, conferma la validità operativa di un testo che, qualche decennio fa, era destinato alla fruizione di un ristretto cenacolo di ricercatori e che ora è gentilmente offerto al pubblico. Roberto Incardona, riprendendo gli studi e gli insegnamenti di Julius Evola, inerenti le dottrine di ascesi interiore d'Oriente - messe a confronto anche con la Tradizione Occidentale -, esplicita non solo in teorie, ma anche con concrete e dirette indicazioni di pratica spirituale, l'esigenza tutta contemporanea di attuare un doppio superamento rispetto agli approcci abituali e tradizionalistici.

Il saluto di Sandro Consolato


Mi giunge notizia della morte nella sua Trabia (PA) di Roberto Incardona. Ne provo profondo dispiacere. I nostri rapporti si erano definitivamente interrotti verso il 2012, per motivi che non ha alcun senso far presenti qui e che comunque se ne vanno con lui. Qui ricorderò l'amico generoso e ospitale e lo studioso del "Mondo della Tradizione". Gli va riconosciuto un ruolo importante, insieme a Salvatore Ruta (m. 2002) e Renato Del Ponte (m. 2023) nella nascita e nella costruzione delle basi culturali e operative del MTR, Movimento Tradizionalista Romano, nato nel 1986, e da cui lui uscì nel 2007 (se non ricordo male), ed io nel 2009 (per tutt'altre ragioni rispetto alle sue).
In quel Movimento egli incarnò la parte più simpatizzante verso la tarda antichità, e verso gli influssi grecizzanti e misterici, con simpatie più verso un Pretestato e un Giuliano che verso un Simmaco, senz'altro preferito come modello da Renato Del Ponte.
Dotato di una cultura da autodidatta ma vasta, studiò sempre tantissimo e aveva una assidua frequentazione dei classici del Neoplatonismo. Dotato di una profonda sensibilità per il rito, contribuì notevolmente alla vita rituale oltre che culturale del MTR. Collaborò alle riviste "Arthos" e "Cittadella" e scrisse, a parte gli articoli, dei volumetti brevi ma di sicuro interesse.
Amava gli Inni Orfici e le Laminette Orfiche che accompagnavano gli Iniziati greco-italici. E con uno stralcio dalle laminette, gli do il mio ultimo saluto:
"Di': 'Son figlio della Greve e del Cielo stellato:
Di sete son arso e vengo meno: ma datemi presto
Da bere la fredda acqua che viene dal lago di Mnemosyne!".



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