Foibe, CasaPound Bari offende l'Anpi: tre a giudizio
Avrebbero offeso l’Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi) con uno striscione affisso, a pochi giorni dalla giornata in memoria delle vittime delle Foibe, sul parapetto del cavalcavia «XX Settembre» di corso Cavour a Bari, con il logo di CasaPound e la frase «Anpi difende i titini? Negazionismo e quattrini!».
Per tre esponenti baresi di CasaPound è cominciato ieri il processo di primo grado per diffamazione «con le aggravanti dell’offesa arrecata con un mezzo di pubblicità per finalità di discriminazione e di odio nazionale». L’episodio risale al 12 febbraio 2020. Alla sbarra ci sono i tre presunti autori dello striscione: Luigi Fresa, 22 anni, Giacomo Pellegrini, 30 anni, e Giuseppe Alberga, 46 anni. L’indagine della Digos è stata coordinata dal pm Lanfranco Marazia.
Nel procedimento l’Anpi si è costituita parte civile con l’avvocato Michele Laforgia. Due dei tre imputati, Pellegrini e Alberga, sono coinvolti anche nel processo per riorganizzazione del disciolto partito fascista (Pellegrini risponde pure del reato di lesioni personali aggravate). La vicenda riguarda l’aggressione avvenuta a Bari il 21 settembre 2018 da parte di militanti di CasaPound nei confronti di un gruppo di manifestanti antifascisti di ritorno da un corteo organizzato in occasione della visita nel capoluogo pugliese dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Il processo sull’aggressione, nel quale sono imputate 18 persone, è alle battute finali (il 28 marzo saranno sentiti i testi delle difese e la requisitoria con le eventuali richieste di condanna è già fissata per l’11 aprile). Anche in quel caso l’Anpi si è costituita parte civile accanto alle vittime del pestaggio. Il processo sullo striscione diffamatorio è stato invece rinviato al 23 aprile per sentire tutti i testimoni dell’accusa.
FONTE: GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
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