Scontri Brescia- Cosenza: verso il processo per 96 ultras (88 bresciani)
La sostituta procuratrice di Brescia Carlotta Bernardini ha emesso 96 avvisi di conclusione indagini per gli scontri avvenuti, dentro e fuori il Rigamonti al termine della gara con il Cosenza, lo scorso 1 giugno. Quasi tutti, 88, rguardano ultras bresciani, soltanto 8 sono invece stati inviati a tifosi calabresi che hanno seguito il Cosenza nella trasferta in Lombardia.
Diversi i reati contestati: resistenza aggravata, lesioni, danneggiamento, «travisamento» e violazione della legge 401/1989 sulla violenza all’interno degli stadi (l’invasione di campo). Si tratta delle persone raggiunte nei mesi scorsi dal Divieto di accesso alle manifestazioni sportive (Daspo) emesso dal questore di Brescia. Un avviso lungo una trentina di pagine in cui la procura ha ricostruito i ruoli svolti nel corso degli scontri all’impianto di Mompiano per la sfida decisiva dei play-out, fortunosamente pareggiata dal Cosenza e che era costata alle Rondinelle la retrocessione in serie C, poi cancellata dopo le solite tarantelle estive tra squadre ammesse, bocciate e rimandate alla lotteria federale.
Un pattuglione di ultras del Brescia aveva invaso il campo, aprendosi la strada con un fitto lancio di fumogeni, subito dopo il gol siglato dai calabresi nel recupero. In tanti avevano dato vita a scontri e vandalismi all'esterno dello stadio.
Ora gli indagati hanno 20 giorni di tempo per l'interrogatorio (o il deposito di una memoria) poi la procura deciderà per chi chiedere il giudizio.
Sono invece comparsi stamattina, 15 dicembre, davanti al giudice (nonostante il parere contrario del pm), per chiedere di accedere alla messa alla prova i quattro ultras arrestati e mandati ai domiciliari qualche ora dopo la partita. Il provvedimento era stato convalidato dal gip che aveva poi disposto la misura del divieto di dimora in città per i tre che risiedono in provincia e l’obbligo di firma per l’unico dei quattro residente nel capoluogo.
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