Ancora polemiche sull'eredità politica e culturale di Stefano Delle Chiaie
“Ma quale no vax abbiamo solo ricordato e chiamato il Presente a Stefano sotto la sede storica di Via Arco della Ciambella. È ora di smetterla di attaccarci solo perché stiamo continuando il pensiero di Stefano ed alla vedova non gli sta bene. Ricordate il testamento di Stefano? Noi lo portiamo dentro di noi e non per fare libri e lucrare ma per combattere fino alla fine chi sta in finestra si faccia almeno da parte.”
Pertanto si consiglia il sedicente gruppo di modificare la denominazione da “Comunità di Avanguardia” a semplice “Comunità”, scegliendo loro a quale Comunità terapeutica volere appartenere, perché l’avanguardismo di certo non è quello inteso da loro. Si consiglia oltremodo il sedicente gruppo di avvicinarsi maggiormente alla lettura, anche di quei libri scritti, a loro dire, “per lucrare”, si può sempre imparare qualcosa e per quanto riguarda chi sta in finestra, è per evitare che soggetti come loro, continuino ad infangare il nome di Stefano Delle Chiaie, di “Avanguardia Nazionale” e di tutti coloro rimasti fedeli a Stefano Delle Chiaie ed alla sua “idea di lotta politica”, contrariamente da loro.
In ultimo ma non da ultimo, se proprio volete onorare Stefano Delle Chiaie, onorate la militante Maria Carola Casale moglie di Stefano Delle Chiaie, questo vi è permesso!!!
E tutto questo non è posto in discussione.
Fine dispaccio e…
…LASCIATE IN PACE I MORTI!!!
Massimo Santoro
La questione dell'archivio di Avanguardia è diversamente ricostruito da Articolo 21, un importante blog di giornalisti impegnati sui temi della libertà di stampa:
In uno stabile occupato abusivamente a Cinecittà è stato trovato l’archivio segreto di Stefano Delle Chiaie fondatore di Avanguardia Nazionale e pedina sempre presente nelle storie di terrorismo nero che hanno attraversato l’Italia negli ultimi 50 anni. Nel corso di una serie di perquisizioni presso quella che è la sede dell’associazione “Socialis” è stato trovato materiale che fa ipotizzare un’attività tesa alla ricostituzione del movimento di estrema destra. Questa almeno è la pista seguita dal sostituto procuratore Eugenio Albamonte che ha indagato cinque persone per associazione sovversiva e propaganda e istigazione all’odio razziale. Tra gli indagati c’è Vincenzo Nardulli, 72 anni, ex membro di Avanguardia Nazionale, il movimento sciolto nel 1976 per aver provato a ricostituire il partito fascista. Nel decreto di perquisizione viene ipotizzato che Nardulli e altri sono in qualche modo legato alla “Socialis” e al movimento “Comunità Politica di Avanguardia”, che sarebbe l’erede di Avanguardia Nazionale, pronta a mettere in campo stessi scopi e strategie con riferimenti precisi all’ideologia nazi-fascista e alla supremazia razziale, etnica e religiosa.
Del resto da tempo la Digos procede alla catalogazione dell'immenso materiale alla presenza dell'avvocato di Nardulli o di un suo delegato. Il che, in tutta evidenza, vuol dire che lo ritengono il legittimo depositario. In quella sede qualche anno prima ci eravamo passati anche Giuseppe Parente e io. Invitati da Stefano Delle Chiaie e Vincenzo Nardulli per ragionare su un possibile progetto editoriale, assai ambizioso, di organizzazione e divulgazione del materiale giornalisticamente più interessante. I faldoni che ci mostrarono ci fecero venire l'acquolina ma il progetto si è arenato, con nostro autentico dispiacere, in seguito al peggioramento delle condizioni di salute del leader già malato da anni.
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