14.9.1982. Strage alla sede delle Falangi. Muore il presidente libanese Gemayel
Il 14 settembre 1982, il nuovo presidente libanese Bashir Gemayel, 34 anni, leader della destra cristiana, cade vittima di un attentato mortale nel quartier generale del suo partito, insieme ad altri 26 dirigenti falangisti, nel quartiere cristiano di Ashrafiyyeh, a Beirut Est. Avrebbe preso servizio il 23 settembre Il fratello Amīn venne eletto presidente al suo posto.
Figlio di Pierre Gemayel, il fondatore dell'influente partito libanese di destra delle Katā'eb, noto anche come "Falangi Libanesi", Bashir Gemayel nacque a Beirut il 10 novembre 1947 e studiò presso l'Université Saint-Joseph di Beirut, laureandosi nel 1971 in Giurisprudenza e nel 1973 in Scienze Politiche. Entrò nel Katāʾeb nel 1967 e nel 1971, dopo essere stato vittima di un breve rapimento ad opera di militanti palestinesi, divenne l'ispettore delle forze para-militari del partito.
Nel 1976, dopo la morte durante la prima guerra civile libanese di William Hawi, assunse il comando militare delle Falangi, che unifica con altre milizie cristiane nelle Forze Libanesi, che a cavallo del decennio addestravano estremisti di destra di mezza Europa, tra cui militanti dei Nar. Il 23 febbraio 1980 scampò a un attentato a opera di terroristi palestinesi, in cui morirono tre uomini della scorta e la figlia Maya di 18 mesi. Dopo la morte di sua figlia ebbe altri due figli: Youmna (1980) e Nadim (1982).
Quando l'esercito israeliano invase il Libano nel 1982, Gemayel, a differenza delle milizie del Libano del Sud, non collaborò con le truppe occupanti e, con 57 voti su 92 membri dell'Assemblea nazionale, compresi alcuni musulmani, il 23 agosto 1982 fu eletto Presidente della Repubblica.
L'omicidio del giovane presidente libanese provocò come ritorsione, due giorni dopo, l'eccidio di Sabra e Shatila, in cui almeno 700 palestinesi furono uccisi.
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