CasaPound non c'entra, il delitto di Genova è questione di droga e di gelosia
"HO UCCISO PER GELOSIA, FREQUENTAVAMO LA STESSA DONNA, LUI LE VENDEVA LA DROGA" - LA CONFESSIONE DI FILIPPO GIRIBALDI, IL "CAMALLO" DI GENOVA CHE IERI HA AMMAZZATO L'EX MILITANTE DI CASAPOUND, MANUEL DI PALO - "ERA STATA LEI A DIRMI CHE VOLEVA LIBERARSI DI LUI E DEL SUO AMICO" - IL LEGALE DI GIRIBALDI: "ERA FUORI TESTA, REDUCE DALL'ASSUNZIONE CONTINUATA DI CRAC PER 4 GIORNI. CASAPOUND NELLA VICENDA NON C'ENTRA NULLA. DI MEZZO C'È UNA DONNA, PARE GRANDE AMICA DEL MIO ASSISTITO, CHE GLI AVEVA FATTO CREDERE DI…"
Estratto da www.ilmessaggero.it
Ha confessato nella notte Filippo Giribaldi, il camallo no vax che ieri pomeriggio a Genova ha ucciso con un colpo di pistola Manuel Di Palo, 38 anni, ex militante di CasaPound Liguria. «Ero geloso - ha detto durante l'interrogatorio davanti alla pm Eugenia Menichetti - frequentavo una donna che da qualche settimana frequentava anche Di Palo. Era stata lei a dirmi che voleva liberarsi di lui e del suo amico. Loro la vedevano e le davano la droga». […]
GIRIBALDI, IL LEGALE: «CASA POUND NON C'ENTRA»
«Completamente fuori testa, reduce dall'assunzione continuata di crac per 4 giorni, ha detto di essersi allontanato in un primo momento dall'abitazione della donna convinto che la vittima e l'amico che si trovavano lì avessero chiamato i carabinieri. Non solo. Al pubblico ministero ha detto di aver creduto che a inseguirlo fosse proprio un carabiniere». Lo dice al'Adnkronos l'avvocato Paolo Scovazzi, difensore di Giribaldi.
«Casapound nella vicenda non c'entra nulla - sottolinea il legale - Di mezzo c'è una donna, pare grande amica del mio assistito, che gli aveva fatto credere di essere stata resa succube della vittima e dell'amico che era con lui. Non solo. Al magistrato ha detto di non aver capito che chi lo inseguiva era il tale che ha ucciso. Di Palo lo avrebbe raggiunto sul luogo dove è accaduto il fatto. Lì ci sarebbe stata una colluttazione, il mio assistito sarebbe stato colpito dalla vittima con un pugno e a quel punto avrebbe sparato».
«Tra loro c'era stata già qualche discussione in passato - continua l'avvocato - questa volta lui avrà voluto fare un intervento un pochino più energico. Non è andato sicuramente per ammazzare, diversamente non avrebbe sparato prima al muro. Piuttosto si sarebbe presentato sotto casa della ragazza come avvertimento. La pistola? Dice di averla trovata qualche anno fa sulle alture di Genova»
Genova, la lite e l'omicidio
In casa della donna, dove è partita la lite, poi culminata in via Polleria, gli investigatori della squadra mobile hanno trovato un chilo di cannabis. […]
FONTE: DAGOSPIA
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