Un mio ricordo di Stefano Delle Chiaie nel terzo anniversario della morte
(G.P) Il 10 settembre di 3 anni fa andava oltre Stefano Delle Chiaie, a pochi giorni dell'ottantatreesimo compleanno, casertano di nascita, romano d'azione, fondatore e capo carismatico di Avanguardia Nazionale, il leader più noto della destra radicale. Una figura politica davvero controversa come nessuna altra. Per decenni, ingiustamente, liquidato sia dai camerati che dai compagni, come il provocatore, l'infiltrato per eccellenza.Da qualche anno, terminati con assoluzioni tutti i processi più pesanti che lo vedono accusato di essere il grande stratega della stagione delle stragi, una saggistica non di parte e non prevenuta nei suoi confronti ha cominciato a restituirne un'immagine più equilibrata.
Ho conosciuto personalmente il militante nazional rivoluzionario Stefano Delle Chiaie, il 7 dicembre del 2012, quando ho partecipato, in qualità di attento spettatore, alla presentazione napoletana de l’Aquila ed il Condor, organizzato dal Fronte di insorgenza nazionale. Alcuni mesi prima, nel luglio del 2012, avevo comprato il suo libro alla libreria Feltrinelli, dove giaceva nascosto seppellito da altri volumi. Nel corso della mia militanza politica, avevo sempre sentito parlare di Stefano Delle Chiaie definito dai “compagni” come il classico fascista guardia bianca del regime, dai “camerati” come organico con il Viminale oppure mercenario al soldo dei peggiori regimi reazionari.
Queste accuse, lanciate nei suoi confronti, mi hanno indotto, prima a comprare il libro, poi a partecipare alla presentazione napoletana de l’Aquila ed il Condor. Il libro, di cui consiglio una attenta lettura, uscito nel mese di maggio del 2012, rappresenta una narrazione, fatta dalla viva voce di Stefano Delle Chiaie, supportata dal copioso archivio documentale da lui raccolta, sia per fini storici che per fini di difesa nelle aule di giustizia, attraverso la quale il lettore ha un punto di vista privilegiato, anche in considerazione del fatto che ancora oggi esiste una conventio ad excludendum nei confronti di Delle Chiaie, in quanto in Italia non si può accettare la presenza di forze rivoluzionarie diverse da quelle della sinistra.
Stefano Delle Chiaie, grazie al libro l’Aquila ed il condor, giunto alla seconda edizioni, ci narra la sua vita avventurosa di militante politico rivoluzionario che ha attraversato quasi 60 anni di storia repubblicana cercando di costruire un modello diverso che non fosse quello di uno Stato per la gran parte del tempo, asservito agli Stati Uniti, che ha vissuto da protagonista i periodi bui e violenti, della contestazione prima, degli opposti estremismi poi.
E’ indubbio invece che la sua figura vada ricondotta ad uno scenario internazionale, che è a lui più consono, avendo operato per 17 anni in 3 diversi continenti, dando vita ad attività di controguerriglia e di consulenza con i regimi e movimenti anti comunisti di diversa natura, sempre mantenendo il rispetto e l’assoluta fedeltà dei suoi militanti che in lui riconoscevano la leadership di un capo dallo stile di vita rigoroso e spartano e dalla dedizione totale alla causa rivoluzionaria.
Ho partecipato, in qualità di relatore e di intervistatore, ad alcune presentazioni de l’Aquila ed il Condor, ed il leader di Avanguardia Nazionale ha risposta, con la massima onestà intellettuale alle mie domande, anche a quelle “scomode”, come quella sulla strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969. Stefano mi precisò che il giorno stesso della strage i militanti di Avanguardia Nazionale iniziarono loro indagini sull’accadimento, in quanto convinti e consapevoli di dover combattere contro un atto vile, estraneo alla loro concezione della politica. Specificandomi che il 13 dicembre dello stesso anno, nel corso di una riunione, diede precisi compiti ai singoli militanti, per difendere il buon nome di Avanguardia Nazionale, organizzazione politica senza padroni e senza padrini, per questo chiamata in causa con responsabilità in stragi come quella di Piazza Fontana e di Bologna o sul presunto golpe bianco di Edgardo Sogno.
Nel corso delle presentazioni, ho cercato con Stefano di aprire una finestra sull'attuale periodo storico caratterizzato da una crisi politica ed economica fortissima, proiettandoci verso il futuro, e da grande leader politico, proiettato in avanti, nonostante l'età e gli acciacchi di una vita vissuta intensamente, alla Confesso che ho vissuto, utilizzato una citazione di Pablo Neruda, ha stimolato le nuove generazioni ad ingaggiare battaglie politiche di prospettiva contro questo mondo governato dall'alta finanza.
Il sette luglio del 2018, in occasione del cinquantottesimo anniversario di Avanguardia Nazionale che si è svolto a Roma, presso la sala convegni del ristorante La Fraschetta nel Campo, insieme al collega Ugo Maria Tassinari ho presentato L'Aquila ed il Condor, il libro di Stefano Delle Chiaie, giunto alla seconda edizione ed edito da Settimo Sigillo.
In quell'occasione, provocato da una mia domanda sull'Europa, Stefano Delle Chiaie, da sovranista con quasi 30 anni d'anticipo rispetto ai sovranisti dei giorni nostri, diede ai presenti una lectio magistralis sul sovranismo.
Ci disse di rifugiare dai nazionalismi di tipo egoistico, sul modello Italia agli Italiani, Francia ai francesi e cosi via. Sovranismi all'acqua di rosa, micragnosi, privi di alcuna prospettiva politica.
L'unica prospettiva seria per il sovranismo è il rilancio dell'idea di Europa Nazione. Una idea che è stata ed è uno dei punti cardini del programma politico di Avanguardia, fin dalla sua fondazione, il 25 aprile del 1960.
Un'Europa estesa fino agli Urali, unita nella differenza dei suoi popoli e terza forza, di un mondo multipolare, rispetto all'America e alla Cina.
Per tutto questo, grazie di cuore
Per tutto questo, grazie di cuore
Buon reportage. Grazie per la tua , già conosciuta onestà intellettuale. A presto. Gianni Calvani.
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