Quella sera a Montesarchio, con Junio e Jack sul palco
di Giuseppe Parente
Per la mia generazione politica che ha militato, in gioventù, a destra, Jack Marchal, è un mito. Disegnatore eclettico, conosciuto come l'autore del Topo Nero, in Italia noto con il simpatico appellativo di Topo Mis, pubblicato sulla Voce della Fogna, chitarrista con rabbia rockettara da fare invidia a Jim Hendrix, compositore, militante politico serio e rigoroso.
Ho avuto l'onore e il piacere di conoscerlo al quarantennale di Campo Hobbit a Montesarchio, in provincia di Benevento, dove mi hanno invitato a moderare un dibattito nel primo dei tre giorni del campo. Mi fu presentato da un altro mito della musica alternativa: Junio Guariento. D'altronde per la loro esibizione, c'era ancora del tempo e ne approfittammo per parlare un po', sorseggiando una birra alla spina.
Jack Marchal era presente a Montesarchio da autentico militante politico.
Non poteva essere altrimenti, d'altronde aveva partecipato ai 3 Campi Hobbit, ed era presente al Quarantennale perché a differenza di tanti altri esponenti politici ed intellettuali dell'area della destra che preferirono boicottare l'evento, tacciandolo di mera nostalgia perché quello era il suo posto, la sua trincea culturale.
Da autentico europeo, amava l'Italia, paese nel quale tornava volentieri per organizzare concerti, presentare iniziative, come per esempio il Memorial Massimo Morsello nel 2016. Era solo difficile raggiungerlo, non aveva Facebook, non era amante della rete diffusa, dei social network. Si poteva raggiungerlo solo grazie a un intervento di Junio Guariento o tramite mail.
Con Junio avevamo in mente di organizzare un concerto acustico in una sede di una web radio che sarebbe stato rilanciato anche sui principali social network, con Jack assoluto protagonista. Memorabile fu il concerto a Montesarchio. Insieme a Junio Guariento un duetto fantastico.
Le sue canzoni era intonate tanto dai giovanissimi militanti poco più che maggiorenni tanto quanto dagli "arzilli" sessantenni. Il punto più alto del concerto giunse all'inizio di Il Domani appartiene a noi, cantata in coro da tutti, con anche gli altri artisti e organizzatori del campo chiamati a salire in palco per una esibizione collettiva. Jack che non aveva paura della morte, perché ha vissuto intensamente, era allergico alle celebrazioni, eppure rese onore a Junio Guariento suonando ai suoi funerali. E, come ci ha spiegato un altro antico sodale, Walter Jeder, era allergico ai coccodrilli.
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