Ricordando Antonio Parlato, padre nobile della destra napoletana
Il 20 luglio di dodici anni fa, andava oltre Antonio Parlato, avvocato, uomo politico, studioso di economia, esperto di storia medievale e meridionale. Nel 1958, da studente universitario si iscrisse alla Giovane Italia e poi al Gruppo Universitario Fiamma, candidandosi con successo alle elezioni universitaria.
Dopo la laurea si dedica, anima e corpo, all'attività professionale di valente avvocato esperto di diritto marittimo per tornare alla Politica, quella con la P maiuscola, in maniera attiva nei primi anni settanta, diventando Coordinatore del settore Giustizia della Consulta corporativa Napoletana, organismo all'avanguardia, composto da professionisti, imprenditori, esponenti della cosiddetta società civile che sostenevano sul piano tecnico politico il Movimento Sociale Italiano.Nel 1975, per la prima volta viene eletto consigliere comunale a Napoli, ruolo che svolgerà molte altre volte, fino al primo mandato del sindaco Rosa Russo Iervolino, dove da consigliere comunale ha svolto il ruolo di presidente del gruppo consiliare di Alleanza Nazionale e coordinatore degli altri gruppi di opposizione composti da Forza Italia, Nuovo Psi e Udc, presentando diverse proposte di delibera consiliare e centinaia di mozioni che costringono il centro sinistra al confronto, ottenendo l’approvazione unanime del consiglio comunale.
Dal 1979, in poi, Parlato, a furore di popolo, viene eletto deputato, per quattro legislature, svolgendo una intensa attività politica rivolta con la massima attenzione ai problemi del Mezzogiorno di Italia, al rispetto della legalità, inter-venendo centinaia di volte, con autorevolezza in aula e in commissione Trasporti, bilancio, e nella bicamerale per il mezzogiorno.
Nel primo governo Berlusconi, Antonio Parlato diventa sottosegretario al Bi-lancio,con delega al mezzogiorno, sostenendo diverse iniziative produttive nel sud che, con gli accordi di programma, porteranno alla realizzazione del centro orafo Tari, in quel di Marcianise, e al decollo del porto commerciale di Gioia Tauro.
E’ ancora oggi, il primo deputato alla Camera, per numero di proposte di legge ed interrogazioni, che spesso rivelavano, sconcertanti fenomeni di malaffare istituzionale, in particolare riguardanti la ricostruzione post sismica ai danni del Sud Italia e del suo popolo.
Tra le tanti battaglie parlamentari combattute dall'onorevole galantuomo si ricorda la denuncia del tentativo di svendita delle aziende para pubbliche, di cui lo Stato italiano ha quote di partecipazione, effettuato in acque internazionali, al bordo del Britannia, nave di proprietà della regina Elisabetta, a potenze straniere da parte dei rappresentanti dell’Eni, dell’Iri, della Società Autostrade, delle Assicurazioni Generali, e l’attacco al finanziere George Soros, per le sue speculazioni sulla lira che costrinse la Banca di Italia a difendere la moneta nazionale con migliaia di miliardi di lire.
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