L'insolita unione tra Di Stefano e Adinolfi che scimmiotta i tedeschi
Come data di battesimo hanno scelto proprio l’11 luglio, San Benedetto, patrono d’Europa. Curioso, visto che a mettersi insieme sono personaggi e sigle che l’Ue, almeno quella esistente di Draghi e Von der Leyen, quella che ci ha salvato con l’euro, che ci ha dato i vaccini anti-Covid, quella che tutela i diritti umani, quell’Europa per loro è il nemico assoluto. Nasce domani un nuovo soggetto politico a destra della destra, si uniscono il Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi ed Exit di Simone Di Stefano, già segretario di CasaPound, con l’aggiunta di altre formazioni minori della galassia No Green Pass e, come dicono loro, “No War”.
Come se si unissero in un solo partito il cattolico reazionario Joseph De Maistre e il segretario del Pnf Roberto Farinacci.
Non a caso, senza infingimenti, il loro modello di riferimento è la tedesca Alternative fur Deutschland. Adinolfi e Di Stefano hanno tuttavia lo sguardo ben piantato sul presente e il loro nemico giurato si chiama Mario Draghi. Avrebbero anche voluto mettere nel simbolo la scritta “No Draghi”, ma il funzionario dell’ufficio elettorale ha spiegato loro che non sarebbe stato possibile, salvo che l’interessato non li avesse espressamente autorizzati. In ogni caso la campagna elettorale sarà con quello slogan: No Draghi 2028.
Tutto folklore? Sarebbe facile girare pagina pensando agli zero voti conquistati alle ultime amministrative da Adinolfi, candidato sindaco a Ventotene, a cui va quantomeno il merito d’onore di non essersi votato da solo. Attenzione, però. Già nel 2018 il solo Popolo della Famiglia fece saltare non pochi seggi al centrodestra, presentandosi da solo e raggranellando 220 mila voti.
Con il richiamo del destro Di Stefano (CasaPound conquistò 315 mila voti alle scorse Politiche) e una potenziale audience nel vasto mondo no-vax, no green pass e anti-occidentale, il danno ai candidati “ufficiali” del centrodestra potrebbe essere molto più serio. A loro favore Adinolfi e Di Stefano presentano domani i dati di un sondaggio commissionato ad hoc e realizzato da BiDiMedia.
In questa rilevazione, Alternativa per l’Italia (anche il nome è un richiamo esplicito alla tedesca AfD) è all’1,9%, con un “potenziale” del 4,8%. Di certo gli slogan e le proposte di Alternativa per l’Italia sono così choc che, a confronto, il programma di Fratelli d’Italia, enunciato da Giorgia Meloni al famoso comizio in Spagna per Vox, sembra scritto da un gruppo di Boy Scout. Adinolfi, in una recente intervista a Luca Telese, spiegava di essere per la cancellazione “con il Napalm” della legge 194 e del diritto all’aborto. Per poi passare anche al divieto del divorzio, pur essendo separato (come l’ex tartarugo Di Stefano) [in realtà Adinolfi ha divorziato nel 2001 dalla prima moglie per risposarsi a Las Vegas nel 2013, ndb].
Contraddizioni tra il pubblico e il privato? «"No, anzi. Proprio perché ho una mia esperienza di vita posso dirlo: l’Italia senza il divorzio era più bella e più sana di questa. Come un ex drogato può spiegare meglio di tutti gli effetti perversi della droga, così io posso spiegare meglio il dramma del divorzio" [peccato che lui non sia un ex divorziato: non ha ristabilito il vincolo coniugale annullato, ndb].
Se il nemico giurato è Draghi, il competitor dichiarato è Fratelli d’Italia, a cui dentro Alternativa per l’Italia vengono riservate critiche severe per lo schieramento a favore dell’Ucraina. Il sogno nel cassetto, confidato al quotidiano la Verità, sarebbe coinvolgere un volto noto come quello di Giuseppe Cruciani, corrosivo conduttore della Zanzara su Radio 24. E Meloni? Siccome Adinolfi è intelligente e furbo come un furetto, si avvinghia alla leader di FdI. Ma per strangolarla meglio: "Quando sento Meloni pronunciare quel discorso alla convention di Vox in Andalusia, riconosco che è tutto quello in cui io credo".
FONTE: La Repubblica
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