Il profilo dell'assassino di massa: un ex studente bullizzato
Massimo Basile per “la Repubblica”
Otto degli ultimi undici autori di stragi di massa negli Stati Uniti hanno comprato legalmente fucili da guerra appena compiuto diciotto anni e postato video in cui mostravano al mondo la voglia di far conoscere la loro rabbia. Ex studenti, bullizzati, razzisti, gender fluid. Giovani, isolati, arrabbiati, armati. Tutti hanno agito prima di compiere 22 anni. Fino a metà anni '90 le stragi venivano compiute da gente di venticinque, trenta, quarant' anni.
L'età si è abbassata: i 18 di Payton Gendron, suprematista bianco, che il 14 maggio 2022 ha ucciso dieci afroamericani in un supermercato; i 18 di Salvador Ramos, che il 24 maggio nella scuola elementare di Uvalde, Texas, ha ucciso diciannove bambini e due insegnanti; i 21 di Robert Eugene Crimo, che a Highland Park, Illinois, ha sparato dal tetto di un edificio sulla parata del 4 luglio, uccidendo sette persone e ferendone più di trenta.
Domenica a Greenwood, Indiana, Jonathan Sapirman, 20 anni, si è chiuso per un'ora nel bagno di un centro commerciale, preparandosi all'atto di guerra con un Sig Sauer M400 e cento munizioni. È uscito, si è diretto al centro di un'area ristoranti e ha cominciato a sparare, uccidendo tre ispanici. Ma ha trovato sulla sua strada un coetaneo, Elisjsha Dicken, 22 anni, armato di pistola semiautomatica Glock.
Dicken ha avuto il sangue freddo di avvicinarsi al killer e scaricargli addosso dieci colpi. Sapirman ha provato a rientrare in bagno, ma è crollato a terra, morto. I genitori, come spesso accade, non sapevano niente. Alcuni, per la vergogna, lasciano il posto dove vivono e cambiano nome. Dicken, ragazzone bianco, resterà invece il "Good Samaritan", il buon samaritano che ha salvato vite, dice il capo della polizia James Ison. «Non ha fatto addestramento con noi - ha aggiunto - e non ha preparazione militare, ma si è mosso come un veterano».
Il buon samaritano verrà usato dalle lobby delle armi come prova che un "bravo ragazzo" armato può fermarne uno "cattivo". Così gli americani, ogni volta andranno a fare la spesa o al ristorante, potranno coltivare due speranze: non incrociare un cattivo ragazzo armato, e, nel caso, sperare ce ne sia uno buono. Ma a Uvalde quattrocento "bravi ragazzi" in divisa non sono bastati.
E da lunedì in Florida si è aperto il primo processo della storia in cui l'imputato ha ucciso almeno diciassette persone: Nikolas Cruz aveva 19 anni quando il 14 febbraio 2018 entrò nel liceo di Parkland e uccise quattordici studenti e tre adulti. Anche lì il "good guy" della security non servì: si era nascosto. La procura ha chiesto la pena di morte per il killer, i suoi legali l'ergastolo, spiegando che il ragazzo era vittima dei suoi demoni.
La procura non li seguirà e per ribadirlo ha mostrato in aula il video registrato da Cruz tre giorni prima della strage: «Ciao - diceva - il mio nome è Nik, diventerò il prossimo autore di una strage a scuola del 2018. Il mio obiettivo è uccidere almeno venti persone. Sarà un grosso evento. Quando mi vedrete nei notiziari, saprete chi sono». Poi aveva aggiunto: «Morirete tutti. Oh, sì , non vedo l'ora».
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