A Salerno le provano tutte per restare in serie A: dopo le preghiere, il Duce
"Combattenti di terra, di mare e dell'aria! Camicie nere della rivoluzione e delle legioni! Uomini e donne d'Italia, dell'Impero e del regno d'Albania! Ascoltate!
L'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L'ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia.
Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell'Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l'esistenza medesima del popolo italiano".
Parole chiare, dirette, che hanno segnato la storia d'Italia, quelle pronunciate da Benito Mussolini il 10 giugno del 1940 dal balcone di Palazzo Venezia, a Roma.
L'Italia entrava in guerra con l'alleato tedesco, contro Francia e Gran Bretagna.
Un discorso che terminava cosi: "l'Italia, proletaria e fascista, è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai. La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all'Oceano Indiano: vincere! E vinceremo!, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all'Italia, all'Europa, al mondo".
Il vincere e vinceremo, che portò male all'Italia, pesantemente sconfitta nella seconda guerra mondiale, è rimasto caro al collega Tommaso D'Angelo, direttore de Le Cronache, quotidiano salernitano che nel numero di domenica 8 maggio, in prima pagina lo utilizza per commentare la partita Salernitana Cagliari un autentico spareggio tra due squadre impegnata nella lotta per non retrocedere in serie B.
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