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Addio Serafino d'Onofrio, militante di Lotta di Popolo. Il ricordo di Bruno Cufino

Vinto da un brutto male è andato oltre Serafino d'Onofrio, militante dell'Organizzazione Lotta di Popolo. Nato a Napoli, a Bologna dal 1977, laureato in giurisprudenza, sposato con Gabriella, padre di Federica e Francesco aveva lavorato come ferroviere per Trenitalia. Sindacalista Uil, dirigente del Psi, consigliere di quartieri, sono solo alcune tappe della sua storia, scrittore di Berretta Rossa: storie di Bologna attraverso i centri sociali, Era stato presidente regionale della federazione italiana giuoco handball, era tuttora presidente dell’Aics, Associazione italiana cultura e sport.

 A darne notizia sono i tuoi compagni di Lotta di Popolo con una breve notizia pubblicata sulle pagine Facebook.

Serafo, vecchio amico e compagno di lotta tra noi non ci sarà mai un addio. Tutti sappiamo che in questo mondo non c’è forza maggiore di quella che ha forgiato i nostri legami di amicizia e cameratismo. Un giorno ci rincontreremo, ci manchi.
I tuoi compagni di Lotta di Popolo.

A tracciare un ampio ricordo di Serafino D' Onofrio ci pensa Bruno Cufino, storico militante di Lotta di Popolo con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook che riportiamo integralmente.

Vecchio compagno di sogni, di speranze, di inutili lotte e di utopie...vecchio amico di una gioventù vissuta con entusiasmo e pathos...una gioventù un pò o, forse, troppo pazzerella.

Abbiamo condiviso i "giorni belli", come li hai definiti tu in un messaggio che conserverò per sempre...giorni spensierati ed allegri, di progetti e di idee bislacche, conditi dalla tua intelligente e piacevole ironia...e anche i giorni magici in cui vivevo il mio primo vero amore.
Mai e poi mai avrei immaginato che ci sarebbe stato il momento di dirsi addio.
Quando l'ultima volta, lucido ma senza poter parlare, mi hai stretto forte forte la mano mentre ti accarezzavo la fronte per salutarti, nascondendo con un sorriso il gelo che avevo nell'anima mi hai trasmesso tutta l'intensità emotiva di un'amicizia profonda, sospesa nel tempo e fuori dallo spazio, che la distanza e i lunghissimi periodi senza incontrarsi non hanno mai scalfito... una stretta forte, nonostante le tue poche energie, che dalle mani mi è arrivata dritta al cuore e che non mi lascerà mai più.

E questo maledetto primo giorno di primavera che ti strappa a Gabriella e ai tuoi figli, anticipando il tempo giusto, se un "tempo giusto" esiste, porta via con te un pezzo importante della mia vita...e il dolore è grande, troppo grande Serafino.

Ciao amico mio

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