Ora Taormina, difensore di Fiore, chiede gli arresti per la bandiera nazista
Grazia Longo per la Stampa
La foto s' impone per la sua violenza: una bara avvolta in una bandiera con la svastica nazista, circondata da un gruppo di militanti di estrema destra schierati con il braccio alzato per il saluto fascista. L'altro ieri al funerale di Alessia Augello, 44 anni, militante di Forza Nuova, che ha perso la vita il 7 gennaio per una trombosi, si è ricompattato ciò che resta del movimento decapitato con l'arresto dei suoi fondatori, Roberto Fiore e Giuliano Castellino per l'invasione alla Cgil lo scorso ottobre. Non solo.
Sul sagrato della chiesa di Santa Lucia, poco distante dal Palazzo di Giustizia di Piazzale Clodio a Roma, c'erano anche tanti esponenti di altre forze di estrema destra da tempo sotto la lente d'ingrandimento dei poliziotti della Digos e dei carabinieri del Nucleo informativo. La procura di Roma ha aperto un fascicolo per apologia di fascismo e gli investigatori stanno lavorando per capire chi ha materialmente posto la bandiera nazista sul feretro. Molti dei presenti sono da tempo noti a carabinieri e polizia che monitorano i fermenti della galassia neofascista.
Qualcuno di loro ha pure tentato la carta delle elezioni politiche. Come la stessa Alessia Augello - nota in Forza Nuova con il soprannome di «Tungsy», da tungsteno, «per la sua indefessa generosità e per l'umile gentilezza» [citazione sbagliata: le due endiadi sono le ragioni per cui Alessia era "amata e apprezzata nella comunità" non del suo soprannome, ndb]- candidata senza successo alle comunali della Capitale nel 2013 e alle Europee nel 2019. Il risultato elettorale pari allo zero virgola è un classico anche del fondatore Roberto Fiore. A omaggiare con il saluto fascista la salma c'era anche Vincenzo Nardulli, figura storica della destra romana, ex di Avanguardia Nazionale, movimento politico dichiarato illegale e sciolto in passato, ora esponente di Comunità d'avanguardia.
Tra gli irriducibili di Forza Nuova, invece, era presente Stefano Schiavulli, braccio destro di Castellino, molto attivo e sempre in prima linea. Non mancavano neppure militanti della Rete dei patrioti, nata da una costola di Forza Nuova, e di Magnitudo, un movimento romano vicino ad ambienti neofascisti. Nessuno dei presenti ha strappato via la bandiera nazista dalla bara, ma ora i parenti della vittima prendono le distanze da quella circostanza.
La zia di Alessia Augello, Stefania Vesica scrive su Facebook: «Ci dissociamo totalmente dai fatti che si sono svolti all'esterno della Chiesa, dei quali non eravamo a conoscenza e che nemmeno Alessia stessa avrebbe in nessun modo condiviso né apprezzato. Non avremmo mai permesso né autorizzato quanto poi è successo. Chiediamo ai giornalisti e a tutti quanti, vista la gravità della nostra perdita di rispettare il nostro dolore e il nome di Alessia Augello». Stigmatizzano l'episodio anche la parrocchia di Santa Lucia e il Vicariato di Roma.
Quest' ultimo «deplora con fermezza quanto accaduto alla totale insaputa del parroco don Alessandro Zenobbi e di tutto il clero parrocchiale, al termine della celebrazione di un funerale. La bandiera nazista è un simbolo orrendo inconciliabile con il cristianesimo». La diocesi di Roma precisa che c'è stata una «strumentalizzazione ideologica grave, offensiva e inaccettabile. Quanto si è verificato all'esterno della chiesa è avvenuto senza nessuna autorizzazione».
Le polemiche non si placano, piovono critiche da più parti. Il direttore dell'Unar-Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Triantafillos Loukarelis, accusa: «Siamo preoccupati dal clima che si respira nel Paese. Dopo l'assalto alla Cgil, è inconcepibile che gruppi di estrema destra, che in Italia godono anche di spazi del Demanio pubblico per portare avanti il pensiero fascista, possano sentirsi liberi di manifestare tranquillamente ideologie vietate dalla Costituzione».
E il deputato Emanuele Fiano, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera, incalza: «Noi non dimentichiamo, noi non scusiamo, noi non perdoniamo gli assassini nazisti, l'ideologia nazista, i crimini nazisti. Migliaia e migliaia di italiani sono morti per colpa di quella bandiera di merda simbolo della vostra nostalgia degli assassini nazisti. Migliaia di ebrei italiani sono stati deportati e poi gasati nei campi di sterminio per colpa di quella bandiera di merda». L'ex sindaca di Roma Virginia Raggi aggiunge: «Dopo l'attacco alla Cgil tutta la politica italiana si è indignata e ha chiesto lo scioglimento di Forza Nuova. Eppure siamo ancora qui a dover sopportare scene del genere, macabre e anacronistiche. È arrivato il momento di applicare la Legge Scelba nei confronti di questa "forza politica", tramite l'emanazione di un decreto che gli impedisca di muoversi legittimamente».
Infine, persino l'avvocato Carlo Taormina, che difende Fiore e Castellino nel caso dell'assalto alla Cgil boccia la bandiera con svastica sulla bara: «Quelli che l'hanno messa lì dovrebbero finire in galera. Sono dei terroristi, perché l'apologia di fascismo è terrorismo».
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