Molotov al Corriere: una rappresaglia dei Nar in memoria di Pistolesi
(Dalla redazione romana) Roma, 4 gennaio. Cinque o sei giovani, con le pistole spianate e il volto coperto da passamontagna, hanno lanciato questa sera alcune bottiglie incendiarie all'interno del palazzo che ospita la redazione e la tipografia del «Corriere della Sera» (edizione romana), in viale Castrense. Le molotov si sono infrante contro la guardiola dove si trovava in quel momento Olindo Dellova, 55 anni, portiere dell'editrice Rizzoli.
L'uomo è stato avvolto dalle fiamme mentre il commando terrorista si dava alla fuga a bordo di motociclette. Soccorso, il portiere è stato trasportato d'urgenza in ospedale dove i medici gli hanno riscontrato ustioni al corpo e al volto di primo, secondo e terzo grado. Fortunatamente Olindo Dellova, potrà guarire in 20 giorni. «Poteva essere una tragedia — ha commentato un giornalista del «Corriere» — l'ho visto prendere fuoco come una torcia umana». L'attentato non è stato rivendicato finora da nessun gruppo terroristico. L'ufficio politico conduce le indagini e si pensa ad una azione fascista.
I giovani del «commando» avevano detto al momento dell'irruzione: «State fermi se no vi ammazziamo». Il tipo di attentato ricorda quello compiuto la sera di San Silvestro contro il quotidiano «Il Messaggero», rivendicato dai neofascisti romani. In un'assemblea dei redattori del «Corriere» l'attentato è stato messo in relazione con gli articoli che il giornale aveva scritto sul caso di Angelo Pistoiesi, il missino ucciso in circostanze misteriose; sull'attentato andato a vuoto contro l'estremista di destra Giuseppe Pugliese, uomo-chiave nel processo per l'uccisione del magistrato Vittorio Occorsio e, infine, sulla morte di due giovani neofascisti mentre preparavano una bomba al tritolo sulle pendici dell'Etna. Da notare che, fino a dieci giorni fa, davanti agli ingressi del «Corriere» c'era un presidio di polizia per timore di attentati. Poi la sorveglianza era stata sospesa. Alla redazione romana del quotidiano milanese la Federazione nazionale della stampa italiana ha fatto pervenire un telegramma di condanna dell'assalto terroristico, ennesimo atto di intimidazione contro i giornali da parte delle forze eversive.
FONTE: La Stampa, 5 gennaio 1978
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