Acca Larentia, le polemiche dell'Anpi e la giustizia negata
GRAMAZIO: LA PRIMA CORONA E' DEL COMUNE DI ROMA
(Adnkronos) - "Le polemiche sulla commemorazione della strage di ACCA LARENTIA ci sono sempre state e sempre sono state strumentali. Oggi ricordiamo, come è giusto che sia, tre ragazzi brutalmente assassinati, e niente di più. Piuttosto che polemizzare, sarebbe molto più utile chiedere di fare chiarezza una volta per tutte su quanto accaduto 43 anni fa". Lo afferma, in un'intervista al 'Tempo', l'ex senatore e oggi segretario generale del 'Centro iniziative sociali' Domenico Gramazio riguardo alle polemiche sulle manifestazioni commemorative a Roma in ricordo di tragici fatti di ACCA LARENTIA, durante i quali, nel 1978, persero la vita due giovani attivisti del fronte della Gioventù. "Noi domani (oggi ndr), come facciamo da 44 anni, andremo al centro di ACCA LARENTIA a portare un cuscino di fiori. Un momento di raccoglimento e di ricordo, niente di più, niente di meno. Come è giusto che sia", risponde riguardo alla richiesta del Comitato provinciale dell'Anpi di Roma di vietare "ogni manifestazione o raduno fascista". Gramazio fa notare che "il 7 gennaio, come tutti gli anni, la prima corona di alloro commemorativa che viene deposta ad ACCA Larenzia è quella del Comune di Roma, portata dai valletti del Campidoglio. Non credo che anche il sindaco di Roma, peraltro di sinistra, sia contro l'Anpi. Ecco perché quelle di questi giorni sono polemiche assolutamente strumentali".
MA PER L'ANPI IL PROBLEMA SONO LE PARATE FASCISTE
"Il problema non è la commemorazione e riconoscere la tragicità di questi fatti. Il problema è che queste commemorazioni si trasformano, ogni anno, in parate fasciste e saluti romani". Lo afferma all'Adnkronos Fabrizio De Sanctis, componente della segreteria nazionale Anpi e presidente dell'Anpi provinciale di Roma, riguardo alle polemiche sulle iniziative nel giorno della commemorazione della strage di ACCA LARENTIA. "Solidarietà ai giornalisti che dovranno coprire l'evento perché negli anni scorsi ci sono stati numerosi episodi di aggressione nei loro confronti - continua De Sanctis - Il problema è che si svolgono come cerimonie di tipo fascista, con continue apologie del fascismo e ciò è intollerabile per la città di Roma e per il Paese. In una città medaglia d'oro per la resistenza è intollerabile che il 7 gennaio si continuino a fare parate fasciste". Il Comitato provinciale dell'Anpi di Roma aveva chiesto di vietare "ogni manifestazione o raduno fascista", ma se le manifestazioni si terranno, conclude De Sanctis: "Chiediamo di vigilare e reprimere episodi di apologia del fascismo".
ALEMANNO: GIUSTIZIA NON E' STATA FATTA
"7 gennaio 1978 Strage di ACCA Larenzia. Da lì cominciò tutto. Il dolore, la rabbia, la consapevolezza di essere contro un Regime, i giuramenti rivoluzionari. Sono passati 44 anni e giustizia non è stata fatta. Ma quei tre ragazzi sono ancora qui, vicino a noi, a ossessionarci e a darci forza. A dirci che non possiamo rassegnarci. ONORE A FRANCO BIGONZETTI, FRANCESCO CIAVATTA E STEFANO RECCHIONI!". Così in un post su Facebook l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno ricorda la strage.
RAMPELLI: SENZA GIUSTIZIA NON C'E' PACE
''Non può esserci pace senza giustizia. Non può esserci giustizia senza verità. A quarantaquattro anni dalla strage di ACCA Larenzia cerchiamo sia l'una che l'altra. Chi ha ucciso Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta sotto i colpi di una mitraglietta Skorpion? Chi ha freddato il giorno dopo Stefano Recchioni con un colpo di pistola ad altezza d'uomo sparato dalle forze dell'ordine? Oggi come da 44 anni a questa parte vogliamo ricordare quei ragazzi innocenti e lo facciamo ribadendo l'esigenza di riaprire le indagini sui crimini impuniti sui quali, come nel caso di ACCA Larentia, siano emersi elementi di novità. E quella di istituire una commissione d'inchiesta sugli anni della violenza politica, proposta di legge inevasa agli atti della Camera dei Deputati che può contribuire a diradare la nebbia su quella strategia della tensione che avvolge vent'anni di storia italiana. Unica possibilità per fare piena luce sul sangue ingiustamente versato e favorire l'apertura di nuove inchieste, doverose per chi ha a cuore il perseguimento della verità''. È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli partecipando all'iniziativa di commemorazione della tragedia di ACCA Larenzia di cui oggi cade il 44° anniversario.
MOLLICONE: VITTIME DEL TERRORISMO SERVE UN'INTITOLAZIONE
"Nell'anniversario della tragedia di ACCA Larenzia, cerchiamo ancora la verità su chi ha ucciso Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, giovani militanti che persero la vita sotto i colpi di una mitraglietta Skorpion, proveniente dall'Est Europa, finita fino nelle mani di un commissario di polizia,misteriosamente persa, mentre uscivano dalla storica sezione - dichiara il presidente dell'Intergruppo "La verità oltre il segreto", deputato Federico Mollicone - altri due furono uccisi, Stefano Recchioni, il giorno dopo l'attentato, e Alberto Giaquinto, l'anno successivo, proprio mentre commemorava i drammatici eventi. La sera in cui venne ucciso Recchioni, come descrive Valerio Cutonilli, erano presenti elementi provocatori che spararono mai poi identificati. Sono vittime del terrorismo riconosciute dallo Stato: sotto il governo capitolino di centrodestra venne approvato il toponimo. Il Sindaco Gualtieri individuii, nell'ottica della conciliazione nazionale, una strada o uno slargo nella vicina Villa Lazzaroni per l'intitolazione."
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