Margherita Buy racconta il suo capo scout, Nanni De Angelis
Margherita Buy oggi è una delle più note attrici italiane. All’inizio degli anni Ottanta si affaccia al liceo, all’Azzarita. Conosce Nanni benissimo, da sempre: quando lui era capo scout, lei stava nel suo gruppo, da coccinella. Quando Margherita arriva alle superiori, ci trova molti ragazzi con cui aveva perso il contatto, e quasi non crede a quel che vede.
Del Nanni scout, per esempio, aveva un ricordo bellissimo: «Era uno che non abbandonava mai nessuno, molto affettuoso, sempre carino con tutti». Quello del liceo, invece, ai suoi occhi si comporta nel peggiore dei modi: «Aveva partecipato a un pestaggio contro gli studenti di sinistra e aveva materialmente picchiato il mio ragazzo dell’epoca, che era extraparlamentare». Ed è stranissimo vedere come i rapporti umani ti proteggano, nei momenti più duri, ma ti rendano anche più difficile capire le cose, per un istinto di reciproca tutela: «Io e Nanni abbiamo sempre continuato a incontrarci e a salutarci, con rispetto reciproco. Ma non riuscivo più a capire cosa fosse successo a lui, e agli altri: lo vedevo circondato da tipi che mi sembravano terribili, lo vedevo picchiare le persone». A Margherita, per capire cosa è successo nei tre anni che hanno cambiato la sua generazione manca un tassello del mosaico, una spiegazione che non le arriverà mai, non da Nanni. Lo stesso vincolo di amicizia che mantiene un livello di rispetto tra i due, infatti, impedisce anche loro di parlarsi seriamente:
Negli anni del mio liceo io vedevo lui, lui vedeva me, spesso i nostri sguardi si incontravano, talvolta scambiavamo qualche chiacchiera. Ma un vero dialogo no, quello non c’è stato. Credo che Nanni fosse rimasto un... «teorico», un militante ideale, uno che sicuramente preferiva parlare, piuttosto che fare a botte. Non era un assassino, un picchiatore, come la stragrande maggioranza di quelli che per me erano «i fascisti». Forse avrebbe desiderato un’altra strada, ma non l’ha trovata. Quando ho saputo quello che gli è successo ho sofferto, mi è dispiaciuto molto.
FONTE: Luca Telese, Cuori Neri, Sperling & Kupfer
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