Fascioleghismo, sotto tiro finisce il nipote di Zicchieri
Niccolò Di Francesco per tpi.it
“Se essere fascista significa amare la propria patria io sono fascista”: è un post, pubblicato sui social e tuttora presente su Facebook, postato nel 2015 da Francesco Zicchieri, deputato della Lega, ex coordinatore del Carroccio nel Lazio, sostituito poi da Claudio Durigon, e Responsabile federale della gestione e ampliamento delle sedi territoriali della Lega nel centro-sud.
Quello di Zicchieri, però, non è l’unico post che inneggia al fascismo presente sul suo profilo. Scorrendo tra le varie foto del leghista, infatti, si trova un’altra foto di Benito Mussolini con una citazione del Duce: “Prima degli stipendi dei ministri, vengono gli stipendi dell’amato popolo italiano, perché i ministri sono dei servitori dell’amata patria, quindi dell’amato popolo”.
Nato ad Alatri, il leghista è nipote Mario Zicchieri, giovane esponente dell’MSI, ucciso nel 1975 dalle Brigate Rosse a Roma [in realtà i brigatisti rossi processati e assolti per l'omicidio all'epoca militavano in un'altra banda armata, LAPP, e solo tra il 1976 e il 1977 avrebbero aderito alle Brigate Rosse, ndb]. Consigliere comunale a Terracina con Alleanza Nazionale [in realtà era stato eletto con il PDL e dopo il suo scioglimento nel 2013 era rimasto in consiglio da indipendente, ndb], Zicchieri nel 2015 è passato alla Lega con cui è stato eletto di nuovo consigliere comunale a Terracina nel 2016 e infine deputato alle elezioni del 2018.
Zicchieri, oltre a far parte del cosiddetto “cerchio magico” di Salvini è molto legato a Claudio Durigon, l’ex sottosegretario all’Economia della Lega, recentemente costretto alle dimissioni dopo aver proposto di ripristinare a Latina il vecchio nome di un parco, attualmente dedicato ai magistrati antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e fino al 2017 intitolato ad Arnaldo Mussolini.
“La storia di Latina è quella che qualcuno ha voluto anche cancellare, cambiando il nome a quel nostro parco che deve tornare ad essere quel parco Mussolini che è sempre stato. Su questo ci siamo e vogliamo andare avanti” aveva dichiarato Durigon in quella occasione, salvo poi scusarsi e dichiarare di non essere “un fascista”.
Resta il fatto, però, che nella Lega, così come dimostrano i post di Zicchieri peraltro per nulla nascosti, non manchino simpatie e ammiccamenti al mondo dell’estrema destra.
Dopo il caso Fidanza, l’europarlamentare di Fratelli d’Italia che, secondo un’inchiesta di Fanpage, avrebbe intrattenuto rapporti con gruppi di estrema destra, dunque, un altro “caso” è destinato ad agitare le acque della Lega e del centrodestra.
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