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18 settembre 1917: nasce F.P. Yockey, il padre dell'eurasiatismo


Autore del monumentale Imperium, 600 pagine, ristampato in edizione tascabile da Willis Carto, F. P. Yockey è il capostipite del negazionismo americano e figura di culto dei circoli più raffinati del suprematismo bianco. Congedato dall’Esercito durante la II guerra mondiale per paranoia e demenza precoce, si dimette dall’incarico di assistente dell’accusa nel Tribunale dei crimini di guerra di Wiesbaden perché ritiene che gli imputati siano trattati ingiustamente. In un ambiente ossessivamente anticomunista è l’unico a manifestare simpatie per lo stalinismo, in cui coglie forti pulsioni antisemite e nazionalismo grande-russo. Con la stessa spregiudicatezza tattica cerca alleati tra gli Arabi e offre sostegno a Castro appena giunto al potere. Anticipando temi che saranno rilanciati dai tradizionalisti rivoluzionari italiani sottolinea il pericolo rappresentato per l’identità europea dalla diffusione della cultura popolare americana.

 

Oggi lo menzionano come il primo "negazionista" ma Francis Parker Yockey è figura a tutto tondo, l'Evola d'oltreoceano ma anche il ponte tra Rivoluzione conservatrice tedesca e Nuova destra eurasiatista. E' infatti il fondatore della visione geopolitica oggi promossa da Aleksandr Dugin e i suoi seguaci. 

La famiglia, gli studi

Yockey era nato a Chicago il 18 settembre 1917, ultimo di una famiglia cattolica di 4 figli. Nel 1934, dopo essere stato ammesso all’università del Michigan, ad Ann Arbor, lesse Il tramonto dell’Occidente di Oswald Spengler. Quest’opera sarà la sua stella polare. Nel 1938, all’Università di legge alla Northwestern University, prese contatto con i gruppi americani filo-nazisti. Si laureò, Summa Cum Laude, nel 1941 all’università di Notre Dame. 

Al lavoro per il processo di Norimberga

Sebbene contrario all’entrata in guerra, nel 1942 si arruolò volontario ma fu congedato per una forma grave di schizofrenia. Comunque, a fine conflitto, lo assumono nell’ufficio legale statunitense che prepara il processo di Norimberga. Interroga gli accusati di crimini di guerra, esamina le richieste di clemenza. Dopo pochi mesi lo licenziano perché era diventato un informatore degli accusati. 

Le idee di Imperium

Si trasferisce in Irlanda, dove scrive Imperium: The Philosophy of History and Politics, senza consultare fonti bibliografiche, firmandola con lo pseudonimo di Ulick Varange. Un volume di 600 pagine, divenuto così famoso da dare il nome all’omonimo film del 2016.
Ispirandosi a Spengler, Yockey auspica l’unione di un blocco Paneuropeo “primo colpo nella gigantesca guerra per la liberazione dell’Europa”, in funzione di contrasto alle due superpotenze. Per contrastare il “declino dell'Occidente” esalta i valori vitalistici del coraggio e del dovere. L' altro filo nero dell'opera sono le accuse contro gli ebrei, colpevoli di aver fomentato la guerra contro “la rivoluzione Europea del 1933”. 

Da Mosley a Nasser

Yockey chiede a Oswald Mosley di pubblicare l'opera ma il leader del fascismo britannico si rifiutò per evidenti divergenze politiche. Per Yockey la Russia sovietica era il male minore rispetto all'americanismo corruttore mentre per il vecchio politico inglese la libertà europea poteva esistere solo sotto l’ala protettrice USA.
Decide così, grazie all'aiuto di una baronessa, di auto-pubblicare il libro e fondare nel 1949 il Fronte di Liberazione Europeo. Comincia a viaggiare fra gli Stati Uniti e l’Europa per promuovere le sue idee. Attratto dal socialismo nazionale panarabo si sposta nel 1953 nell'Egitto di Nasser.
Nel 1958 se ne perdono le tracce. Rientra negli Stati Uniti nel giugno del 1960, dove è goffamente arrestato. Avendo perso la valigia all’aeroporto di Forth Worth, in Texas, Yockey telefona alle autorità aeroportuali per tentare di recuperarla. Quest’ultime la aprono e vi trovano tre passaporti falsi con la medesima fotografia. Scatta l'allarme federale. 

L'arresto, la morte

L’FBI (che da tempo lo controllava) organizza un blitz e lo cattura l’8 giugno, mentre tenta di fuggire dalla casa dell'amico che lo ospita. Gli affibbiano una cauzione spropositata: 50.000 dollari per il possesso di documenti falsi (la media per il reato è 5.000 dollari). Yockey decise di suicidarsi, ingerendo il 17 giugno una capsula di cianuro che teneva con sé. Il suo gesto era dovuto a motivi personali e ideologici: teme una possibile macchinazione governativa per farlo dichiarare insano di mente e chiuderlo in manicomio come Ezra Pound

La fortuna postmortem

Nonostante sia rimasto sconosciuto alla stragrande maggioranza del pubblico europeo, il suo pensiero ha ispirato i principali intellettuali della destra radicale novecentesca, tra cui Guillaume Faye, Otto Remer e Julius Evola che cita, in alcune opere, Yockey utilizzando lo pseudonimo scelto per Imperium.
Minore fortuna ha avuto a sinistra, dove viene ricordato soltanto come il san Giovanni Battista del "negazionismo"

Claudio Vercelli Il negazionismo

Francis Parker Yockey (sotto lo pseudonimo di Ulick Varange) in Imperium: The Philosophy of History and Politics (1948) descriveva un sistema "imperiale" modellato sul nazismo di Hitler, in cui la democrazia si era estinta, le elezioni non si tenevano più e il potere era in mano pubblica poiché le imprese erano divenute di proprietà collettiva. Impedimento maggiore a questo sistema era l’ebraismo, che cospirava contro gli assetti costituiti.
Yockey, seguace di Oswald Spengler, elitista, suprematista razziale, affine al nazismo, antisionista e antisemita, è stato uno dei padri della destra radicale americana nel periodo postbellico, anche se la sua influenza si è misurata soprattutto in Europa, nel milieu della Nuova destra, e in particolare tra alcuni dei suoi esponenti, come il belga Jean Thiriart, il russo Aleksandr Dugin, e i francesi Alain de Benoist e Guillaume Faye. [Ma Yockey ha un ruolo di rilievo anche per la strutturazione della corrente revisionista oltreoceano a fine anni 70, grazie al protagonismo di un suo discepolo, ndb] 
Nel settembre del 1979 si tenne a Los Angeles il primo convegno mondiale di «studi revisionisti» dove Robert Faurisson si incontrò con altri esponenti dell’universo negazionista, tra i quali Austin App, Richard Verrall, Thies Christophersen e Udo Walendy, sotto gli auspici di Willis Allison Carto. Quest’ultimo è probabilmente la figura più importante nell’universo negazionista statunitense.
Influenzato dagli scritti dello storico filotedesco Francis Parker Yockey, nei quali si critica apertamente l’influenza ebraica nella politica americana e mondiale, nel 1958 fondò la Liberty Lobby, un gruppo di pressione, operante a Washington, su posizioni iperconservatrici e modalità di azione populista nonché una concezione sostanzialmente razzista e antisemita della società statunitense. Carto aveva fondato nel 1978, insieme a David McCalden (alias Lewis Brandon), a Torrance, in California, l’Institute for Historical Review (Ihr) che divenne ben presto il punto di riferimento per l’elaborazione degli indirizzi interpretativi negazionisti a livello internazionale. 

Valentina Pisanty, L'irritante questione delle camere a gas

Già nel 1948 Francis Parker Yockey sosteneva nel suo libro Imperium (dedicato a Hitler) che il genocidio fosse una menzogna inventata dagli ebrei allo scopo di generare una guerra totale contro la civilizzazione occidentale. Secondo Yockey, "l'Ebreo è spiritualmente logorato. Non può più evolversi. Non è in grado di produrre nulla nella sfera del pensiero o della ricerca. Vive esclusivamente per vendicarsi contro le nazioni della razza bianca europeo-americana". Viene qui riproposta l'antica idea della cospirazione giudaica mondiale, compiuta attraverso la falsificazione dei documenti (compreso tutto il materiale fotografico relativo al genocidio).

Stieg Larsson, La voce e la furia

Uno dei motivi di questa scarsa risposta tra gli intellettuali è ovviamente che i propagandisti dell’odio razziale non sono più pochi casi isolati come Einar Åberg, Colin Jordan, Francis Parker Yockey o qualche altra dozzina di famigerati nazisti che si potevano liquidare tutti insieme come squilibrati.
Francis Parker Yockey (1917-1960), polemista americano vicino alle posizioni di Spengler; dopo aver militato o collaborato con diverse organizzazioni, si suicidò in carcere con una capsula di cianuro. 

Donatella Di Cesare, Se Auschwitz è il nulla

Nel 1948 Francis Parker Yockey (pseudonimo di Ulick Varange) pubblicò Imperium, dedicato a Hitler, in cui negava lo sterminio, definito una “menzogna” volta a provocare una guerra contro l’occidente. Da allora sono usciti pamphlet, saggi, articoli, libri, centinaia e migliaia di pagine per ripetere che la Shoà non ha avuto luogo e che tutto è stato falsificato (anche le fotografie). la teoria del “complotto ebraico” ha fatto da sfondo a un antisemitismo forse più rozzo che altrove. 

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