Giovedรฌ, Aprile 10 2025

Header Ads


17 settembre 1982: l'arresto e la collaborazione di Walter Sordi


Il tenente colonnello Domenico Di Petrillo, responsabile del Nucleo speciale anticrimine dei Carabinieri a Roma รจ uno dei protagonisti della caccia ai brigatisti rossi e neri della capitale. Qui ci racconta come catturรฒ Walter Sordi e nacque una collaborazione devastante per i Nar.

 La svolta si verificรฒ il 17 settembre 1982 quando la Stazione Carabinieri di Lavinio raccolse la denuncia del proprietario di una villetta, il quale aveva constatato che la sua proprietร  era occupata da persone sconosciute. Venne predisposto un intervento che portรฒ alla cattura di Walter Sordi, allโ€™epoca latitante, ed Enrico Tomaselli, entrambi appartenenti ai Nar, i Nuclei Armati Rivoluzionari. Giร  militante di Terza Posizione, Sordi era esponente di rilievo dellโ€™organizzazione, allโ€™interno della quale si era reso responsabile di efferati delitti. Si accertรฒ poi che la villetta era stata messa a disposizione dal figlio del proprietario, simpatizzante di destra, allโ€™insaputa dei genitori.

Trattandosi di questioni di terrorismo venimmo informati immediatamente. Mi recai io a Lavinio: Nicola Cardoni era in missione a Parigi presso il Renseignements Gรฉnรฉraux della Prefettura (Rgpp) per le indagini su una rapina in armeria per la quale era stato arrestato Stefano Procopio, anchโ€™egli militante dei Nar. 

Durante la rapina Procopio si era messo a discutere sulle caratteristiche di unโ€™arma con il proprietario dellโ€™armeria il quale, approfittando di un suo momento di distrazione, aveva reagito ferendolo, e consentendone la cattura. I complici di Procopio, Pasquale Belsito e Vittorio Spadavecchia, ricercati in Italia, riuscirono a fuggire. A Parigi, insieme ai tre, si trovavano anche Fabrizio Zani e Giovanna Cogolli, che perรฒ non parteciparono alla rapina.

Il primo incontro con Sordi fu veramente singolare. Manifestรฒ un atteggiamento che lasciรฒ intravedere una possibile disponibilitร  alla collaborazione. Ne seguรฌ una trattativa rapida e intensa, che terminรฒ in una sorta di accordo dโ€™โ€œonoreโ€, senza particolari richieste o garanzie. Mi disse esattamente che il dialogo tra noi doveva essere paritetico, โ€œda comandante a comandanteโ€.

Un particolare atteggiamento da cui emerse il livello di esaltazione che accompagnava la militanza in quellโ€™ambiente, peraltro a noi noto, sia per lโ€™esagerata efferatezza di certe azioni compite dai Nar sia per le conferme avute dai vari accertamenti.

Anche a causa dellโ€™atteggiamento della madre, timorosa di rappresaglie e perciรฒ stesso tanto esitante da alimentare le incertezze del figlio, Sordi non si pentรฌ subito. Il suo atteggiamento, tuttavia, col passare dei giorni mutรฒ radicalmente, anche grazie al lavoro di convincimento condotto dal personale del nucleo di destra: in particolare da Cardoni, rientrato da Parigi, e dal maresciallo Giuseppe Natoli โ€œNatโ€, vero e proprio punto di riferimento per i componenti del nucleo.

Alla fine la madre diventรฒ nostra principale alleata ed ebbe inizio una collaborazione eccezionale, gestita nella massima riservatezza unitamente ai magistrati del pool eversione di destra della Procura di Roma, e specialmente grazie al lavoro del dottor Loris Dโ€™Ambrosio.

Le dichiarazioni di Walter Sordi, oltre a chiarire la dinamica e le responsabilitร  dei vari militanti, consentirono di porre le basi per una serie di operazioni di contrasto sviluppate nei mesi e anni successivi, le quali concorsero allo smantellamento delle strutture e allโ€™arresto di decine di militanti della destra eversiva, con proiezioni operative anche nei riguardi della criminalitร  organizzata romana.

Inizialmente Walter, oggi una persona interamente recuperata al vivere civile dopo un processo interiore di pentimento genuino, fornรฌ dettagli sulla sua esperienza politica nelle file di Terza Posizione prima e poi nei Nar. Confermรฒ di essere stato in Libano per circa un anno dal settembre 1980, insieme ad Alessandro Alibrandi, Stefano Procopio, Fabrizio De Iorio, per un periodo di addestramento con la Falange Maronita, pur senza partecipare ad attivitร  di combattimento. Nello stesso periodo, a Beirut, li avevano raggiunti in tempi diversi anche i fratelli Lai, Roberto Cettin, Fausto Biloslavo e, per ultimo, Pasquale Belsito.

Raccontรฒ dello scontro a fuoco con una pattuglia della polizia a Milano il 19 ottobre 1981, a cui aveva partecipato con Alessandro Alibrandi e Gilberto Cavallini, nel corso del quale vennero uccisi due dei tre poliziotti coinvolti, Carlo Buonantuono e Vincenzo Tumminello.

Ricostruรฌ in tutti i particolari lโ€™omicidio del capitano Francesco Straullu e dellโ€™agente Ciriaco De Roma, entrambi in servizio alla Digos di Roma, divenuti bersaglio dei Nar in quanto assegnati a indagare proprio sullโ€™eversione di destra. Al delitto, commesso nei pressi di Acilia due giorni dopo la sparatoria di Milano, avevano partecipato anche Alibrandi, Cavallini, Francesca Mambro, Giorgio Vale e Stefano Soderini. E di questa azione Sordi riferรฌ un particolare raccapricciante che dimostrava quanto fosse malata la mentalitร  criminale dei Nar e povero il loro progetto politico-rivoluzionario. Solo alla fine di una discussione interna avevano infatti abbandonato lโ€™idea di piantare una lancia indiana in petto allโ€™ufficiale dopo averlo ucciso.

Avevo conosciuto Straullu durante la mia permanenza a Nuoro, ove ero comandante del locale Nucleo Investigativo, mentre lui operava nella Squadra mobile della Questura: giovanissimo tenente si poneva in evidenza per entusiasmo e disponibilitร .

Sordi attribuรฌ inoltre al latitante Pasquale Belsito la responsabilitร  dellโ€™omicidio dellโ€™appuntato dei carabinieri Romano Radici, ucciso il 6 dicembre 1981. Radici e il brigadiere Massimo Rapicetti erano componenti di una pattuglia del Nucleo Radiomobile di Roma e quella mattina, nel transitare in via Marmorata, la loro attenzione venne attratta da due giovani, Belsito e Lai, che sostavano nei pressi di una panchina. 

Al gesto del sottufficiale che, da lontano, li invitรฒ ad avvicinarsi, i due fecero finta di accondiscendere. E mentre Lai, piรน distante, si avviรฒ verso lโ€™auto di servizio, Belsito esplose due colpi di pistola contro Radici: il primo mentre il graduato si era chinato in terra davanti alla panchina per controllare se i due si fossero disfatti di qualcosa, il secondo da 3-4 metri. Radici, colpito alla base del collo e sotto lโ€™ascella sinistra, stramazzรฒ al suolo, i due scapparono in direzioni diverse, e anche Lai aprรฌ il fuoco, stavolta contro il brigadiere allโ€™inseguimento di Belsito che scappava. 

Mentre attraversava via Marmorata Belsito fu intercettato da unโ€™autovettura della polizia in servizio antiscippo che aveva notato lโ€™inseguimento, ed esplose gli ultimi due colpi contro i due poliziotti in borghese: uno colpรฌ al petto lโ€™agente Colangelo che si salvรฒ solo perchรฉ il parabrezza e il portafoglio frenarono lโ€™impatto del proiettile; lโ€™altro poliziotto venne colpito dallโ€™arma ormai scarica scagliata contro di lui. 

Anche Belsito venne raggiunto da un proiettile a un gluteo, ma riuscรฌ a continuare la corsa coprendosi la fuga con unโ€™altra pistola semiautomatica, con la quale continuรฒ a sparare allโ€™impazzata. Barcollante per la ferita rapinรฒ una Fiat 126, abbandonata quando le pallottole degli agenti allโ€™inseguimento riuscirono a colpire uno pneumatico. A quel punto rubรฒ unโ€™altra auto dalla vicina caserma dei pompieri e riuscรฌ a far perdere le sue tracce, fuggendo infine a bordo di un autobus.

Poche ore dopo i Nar giustificarono lโ€™azione con una telefonata a un quotidiano per โ€œvendicare (lโ€™uccisione di, nda) Alessandro Alibrandiโ€ Sordi raccontรฒ di diverse azioni. Unโ€™aggressione avvenuta a Roma il 5 dicembre 1981 contro una pattuglia della Polizia stradale, a fini di disarmo, compiuta insieme a Belsito, Ciro Lai e Alibrandi. Nellโ€™occasione questโ€™ultimo era rimasto ucciso e vennero feriti gli agenti Salvatore Barbuto e Ciro Capobianco, che morรฌ successivamente. Un assalto analogo compiuto con Cavallini, Vittorio Spadavecchia e Pierfrancesco Vito (era il 24 giugno dellโ€™82) ai danni della pattuglia di polizia in servizio presso la sede dellโ€™Olp di Roma, nel corso del quale furono colpiti gli agenti Antonio Galluzzo, morto durante il trasporto in ospedale, e Giuseppe Pillon.

Riferรฌ pure della rapina allโ€™agenzia Bnl di piazza Irnerio (5 marzo 1982) con Mambro, Vale, Procopio, Roberto Nistri, i fratelli Ciro e Livio Lai e Fabrizio Zani, in cui era stato ucciso il diciassettenne Alessandro Caravillani, che passava di lรฌ per caso, e gravemente ferita la stessa Mambro, poi abbandonata nei pressi dellโ€™ospedale Santo Spirito. Ci informรฒ inoltre dei progetti di evasione di Giuseppe Dimitri dal carcere della Gorgona e di Luigi Ciavardini da quello de Lโ€™Aquila.

Le dichiarazioni di Walter Sordi, integrate da quelle di Paolo Stroppiana e Mauro Ansaldi, consentirono di sviluppare una serie di attivitร  operative tra Torino, Milano, Napoli, Brescia, Perugia Rovigo e Roma. Per portarle a termine venne coinvolta lโ€™intera organizzazione anticrimine dellโ€™Arma delle varie cittร , supportata dallโ€™Arma territoriale. 

Tra il primo e il 6 ottobre effettuammo ben 28 arresti di militanti di assoluto rilievo, responsabili di gravissimi delitti. E tra gli altri anche Massimo Carminati, recentemente tornato agli onori della cronaca in occasione dellโ€™inchiesta โ€œMafia Capitaleโ€. Fu quella lโ€™operazione che segnรฒ sostanzialmente lo smantellamento completo dei Nar.

Successivamente mettemmo a segno altre catture di militanti importanti, ma per singole attivitร , riguardanti singoli personaggi, molti dei quali progressivamente fagocitati da attivitร  proprie della criminalitร  organizzata comune.

FONTE: Domenico Di Petrillo, Il lungo assedio

Nessun commento:

Powered by Blogger.