Si ispiravano a Breivik i suprematisti milanesi di Avanguardia Rivoluzionaria
Stavano pianificando un violento pestaggio ai danni di un uomo di origine straniera e religione musulmana, frequentatore di centri sociali, i 4 componenti di un’organizzazione neonazista colpiti da misure cautelari nell’inchiesta della Digos, coordinata dal capo del pool antiterrorismo milanese Alberto Nobili e dal pm Enrico Pavone. Il loro piano era quello di creare con questa (da non rivendicare nei loro intenti) e altre azioni il "caos assoluto" per favorire l’arrivo di un "dittatore". Accusati di associazione a delinquere, e tutti ventenni di buona famiglia, sono il primo gruppo di ’suprematisti’ scoperti sul territorio milanese.
Stando a quanto ricostruito dalle indagini, i quattro giovani (tutti uomini, due nati nel 2000 e due nel 2001) stavano anche pianificando di ampliare i componenti del gruppo facendo "proselitismo" tra gli ambienti dell’estrema destra. Il loro piano, a quanto si è saputo, era di ’lunga portata’, nel senso che progettavano una serie di azioni, come il pestaggio per il quale con mazze e bastoni si stavano preparando negli ultimi giorni (avevano individuato ’l’obiettivo’ ma sono stati fermati prima), per "creare caos" e arrivare alla "rigenerazione di una dittatura".
Il gruppo clandestino, mentre preparava il pestaggio, si era dato anche alcune regole: la persona non doveva essere uccisa ma picchiata con violenza, l’uomo non andava insultato per il colore della sue pelle e l’azione non andava rivendicata, perché non si doveva capire chi stesse agendo in quel modo, appunto per creare confusione con questa e altre violenze simili. I quattro, stando a quanto riferito, sono tutti giovani, anche studenti universitari, con ’buone famiglie’ alle spalle.
Significativa la scelta di usare quali nomi di battaglia quello di terroristi divenuti icone di riferimento della galassia neonazista come Anders Breikvik, responsabile dell'eccidio di Utoya nel luglio 2011. Il gruppo aveva anche tentato di allargare il proprio raggio d'azione attraverso rapporti diretti con altre organizzazioni di estrema destra, come il sodalizio elvetico Junge Tat che un indagato aveva visitato a maggio, rimanendo coinvolto nell'aggressione organizzata da movimenti antifascisti ai danni degli esponenti svizzeri.
400mila reati da parte di stranieri nel solo 2020 e guardano ste sciocchezze.
RispondiEliminaAl mio paese x 20 anni la caserma dei carabbbinieri stava a 20 metri dal bar dove girava più droga nel raggio di 200km.
Dolce nanna, mai fatto un cazzo i fenomeni.