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Un cattivo pensiero sul sequestro dell'archivio di Delle Chiaie



 C'è un aspetto interessante nella "scoperta" dell'archivio di Stefano Delle Chiaie, sequestrato nel corso di un'indagine giudiziaria su una presunta rigenerazione di Avanguardia nazionale, che vede indagati Vincenzo Nardulli (a destra di Delle Chiaie nella foto) e altri 5 esponenti dell'Associazione "Socialis" e della Comunità politica di Avanguardia. Grandissima parte dei materiali risalgono a fatti degli anni 60 e 70. Fatti, ovviamente, che con le loro code processuali, si sono trascinati fino agli inizi degli anni 90 vedendo quasi sempre, e sui fatti più gravi sicuramente, assolto lo stesso Delle Chiaie.
La sede di Cinecittà oggetto della perquisizione è occupata da una trentina di anni dalla "filiera avanguardista": io stesso ci sono stato, qualche anno fa, insieme a Giuseppe Parente, per "negoziare" con Delle Chiaie la possibilità di dare un seguito all' Aquila e il condor, l'autobiografia scritta da Massimiliano Griner e Umberto Berlenghini. Ma l'anziano leader, già colpito dalla malattia che poi lo ha ucciso, non se l'è sentita. Non so quanto per stanchezza, quanto per sfiducia nell'utilità dell'impresa. 

A ogni modo mi sembra abbastanza evidente l'assoluta inutilità dei materiali sequestrati allo scopo dell'indagine aperta dal pm Albamonte. Molti dei più antichi sodali di Delle Chiaie (Tilgher, Di Luia, Merlino) si sono distaccati dalla Comunità di Avanguardia, promossa da Delle Chiaie per "trasmettere la memoria", quando ancora il "Comandante" era vivo. Altri  (Campo, Giorgi) sono recentemente scomparsi. Decine di loro hanno firmato nello scorso mese di novembre un documento in cui contestavano qualsiasi tentativo di riesumare la vecchia "Avanguardia". Viene quindi, o meglio anzi, il sospetto di essere davanti a un plateale rovesciamento: che il vero scopo del blitz giudiziario sia stato di mettere le mani sul prezioso archivio, che contiene molti documenti dei servizi segreti che non sono più nelle disponibilità delle agenzie che sono via via subentrate, tra dispersioni più o meno involontarie e saccheggi interessati.
Delle Chiaie, oltre che un politico nazionalrivoluzionario, era anche un tecnico qualificato della controinsorgenza e quindi non è un caso che la raccolta di materiali di informazione e controinformazione sia stata da lui considerata sempre una risorsa e un'attività strategica.


PS: Nessuno sembra essersi accorto che Vincenzo Nardulli è stato condannato nello scorso mese di luglio a 5 anni e mezzo di carcere, insieme a Giuliano Castellino, per l'aggressione a due collaboratori dell'Espresso, nonostante la testimonianza favorevole degli agenti Digos presenti

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