La vedova delle Chiaie rivendica l'archivio sequestrato
Rifondare Avanguardia? "Ci sarebbe da piangere se non fosse ridicolo", dichiara Maria Carola Casale, vedova di Stefano Delle Chiaie (nella foto dei funerali è a fianco di Maurizio Boccacci).
"Ognuno è libero di fare le proprie scelte ma con la sua faccia, non con la faccia e il nome degli altri. Avanguardia è stata sciolta ed è sciolta: io sono stata chiara quando è morto mio marito perché non sono solo sua moglie, sono stata una militante e mi ritengo ancora una militante. Ho detto "Stefano è morto e Avanguardia non c’è più" e non c’è nessuno che possa dire altrimenti. Mi avevano chiesto dell’archivio e io ho detto che mi appartiene, ma sarà a disposizione di chiunque vorrà attingervi per scrivere un libro o un articolo, consultare documenti, studiare la storia dell’ambiente".
"Questo sembrava andasse bene a tutti. Avevo intenzione di fare un’associazione, una fondazione, qualcosa che racchiudesse il materiale di Stefano e lo mettesse a disposizione di tutti e mi sono attivata per farlo. Poi quei documenti sono spariti. Ora chiedo solo di rientrarne in possesso, com’è nel mio pieno diritto, e appena i documenti mi saranno restituiti procederò". "Mio marito, conclude la vedova Delle Chiaie, è stato assolto da tutti, e sentir dire ancora che è un criminale che andava a braccetto con i servizi mi fa arrabbiare moltissimo. Io pretendo solo rispetto per la sua vita, la sua testimonianza"
Una vicenda fra la tragedia, il furto dell'archivio di Stefano delle Chiaie, e la farsa le notizie apparse sulla stampa.
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