16 gennaio 2014: muore il soldato giapponese che non si arrese
E’ morto 7 anni fa, nel pomeriggio del 16 gennaio 2014, il soldato giapponese che non si arrese. Hiroo Onoda ha continuato a combattere per 30 anni ancora dopo la fine della seconda guerra mondiale. Da lupo solitario nell’isola filippina di Lubang dal 1944 Hiroo Onoda onorò la consegna che aveva di ostacolare l’avanzata nemica e di non arrendersi.
Nel febbraio del ’45 i giapponesi subirono la controffensiva americana che annientò quasi tutte le sue milizie. Perché Onoda e altri tre commilitoni si nascosero tra le montagne. Il primo, Yuichi Akatsu, nel 1949, abbandonò il gruppo di soldati e poco dopo decise spontaneamente di arrendersi. I suoi racconti convinsero la diplomazia nipponica a cercare di far arrendere anche i restanti tre soldati che erano rimasti alla macchia. Nel 1952 vennero perciò un aereo lanciò lettere e foto di famiglia per convincere gli ultimi guerrieri a cessare le ostilità. Tuttavia la notizia della fine del conflitto non fu creduta dai tre soldati che ritennero falsi i documenti: Onoda e i suoi compagni continuarono a combattere contro gli abitanti, nascondendosi nella giungla e vivendo di furti di viveri e vestiti dei cittadini filippini.
Il secondo, Shimada, morì nel 1954 in uno scontro a fuoco, del terzo si sono perse le tracce. Onoda rimase così da solo a combattere la “sua guerra”.
Si rifiutò sempre di credere alla resa. Per lui era impossibile che l’Imperatore avesse prese una decisione così disonorevole e solamente l’ordine, ricevuto dalla persona del suo ex-comandante, lo convinse a deporre le armi e concludere la sua guerra.
“In qualità di ufficiale dell’esercito
imperiale, avevo ricevuto una
consegna: sarebbe stato vergognoso
per me non essere all’altezza
di osservarla.”
E' questo l'exerge del suo volume autobiografico Dietro le linee, pubblicato dalle Edizioni di Ar.
Un racconto della passione virile della volontà, di un portamento ascetico “fuori linea”, di un dispositivo esistenziale eccentrico – perché eroico – rispetto al sistema dell’umanismo contemporaneo. In noi disordinati e ordinari europei moderni, l’avventura ordinata e straordinaria di Hiroo Onoda non può che destare stupore. La volontà austera di quest’uomo d’arme, vero monaco-guerriero, avrebbe invece confermato nell’ellenico Eschilo l’ammirazione per il tragico volere degli eroi arcaici: “È la volontà a tracciare e coltivare nell’anima il solco da cui i semi di nobili imprese germogliano.”
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