Fioravanti scrive a Tuti: Angelo Izzo, uno di noi
In questi giorni prosegue una discussione animata sulle mie pagine facebook a proposito della contestata identità politica di Angelo Izzo. Un'identità che era invece pacificamente riconosciuta dai suoi camerati di detenzione. Lo stralcio pubblicato sopra è estratto da una lunga lettera inedita di Valerio Fioravanti a Mario Tuti. Una lettera del novembre 1982, in cui il fondatore dei Nar informa il leader riconosciuto della comuniità prigioniera, dei termini dello scontro politico in atto con i "novaresi", il gruppo umano che fa capo a Macchi, Iannilli e Pedretti e che s'è reso respnsabile delle azoni armate contro gli esponenti della vecchia guardia (Freda, Fachini, Palladino)
Sul valore generale del documento ritorneremo presto ma quello che ci interessa sottolineare in questa occasione è il fatto che Izzo sia indicato come figura esemplare nell'espressione della nuova cultura rivoluzionaria forgiata dalla comunità prigioniera. Non un semplice inserimento strumentale alla necessità di difendersi dalla preponderanza forza dei compagni e fare gruppo ma un apprezzamento a tutto campo.
Una valutazione che ritorna anche nella pagina seguente e che conferma la vicinanza umana tra il "capo dei Nar" e il "mostro del Circeo".
Non mi stupisce affatto.
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