43 anni fa la strage all'Oktoberfest. Ma fu davvero un lupo solitario nazista?
26 settembre 1980, 22.19. Una bomba esplode di fronte l’entrata dell’Oktoberfest. 13 morti, 211 feriti e i resti di un ordigno rudimentale: è il più grave attentato del dopoguerra in terra tedesca, per la cui paternità bisognerà attendere la sentenza del processo due anni più tardi. A piazzare la granata è stato Gundolf Köhler, studente in Geologia. Identificato solo attraverso il passaporto che portava con sé, al momento del suo ritrovamento è irriconoscibile: troppo gravi le ferite dell’uomo, orribilmente sfigurato al volto e privo di entrambe le braccia. Gli sono bastati 1,39 kilogrammi di TNT, nascosti all’interno di un cestino per l’immondizia, per seminare morte alla 146° rassegna del festival. Come i moderni attentatori dell’ISIS, Gundolf in più ha riposto la bomba all’interno di un cilindro di metallo, riempito di viti e chiodi per rendere ancora più devastante lo scoppio. (...)
La strage e le spie naziste della Stasi
Quanto sapeva la Stasi della bomba all’Oktoberfest di Monaco del 1980? Nell’attentato più grave del dopoguerra tedesco morirono 13 persone e 211 rimasero ferite. Il 26 settembre un ordigno rudimentale piazzato all’ingresso della più nota festa della birra del mondo saltò in aria, uccidendo anche l’attentatore, il neonazista Gundolf Köhler. Militante della «Wehrsportgruppe Hoffmann», un’organizzazione di teste rapate che mimava persino le esercitazioni militari delle camicie brune e fu vietata a gennaio di quell’anno, Köhler fu ritenuto dagli inquirenti un «lupo solitario» che aveva agito senza complici. LEGGI TUTTO
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