2 settembre 1974. I funerali di Borghese. Delle Chiaie: così aggirammo i divieti
Il 26 agosto 1974 morì a Cadice il comandante Borghese. Per motivi di ordine pubblico la cerimonia funebre in Italia fu organizzata, il 2 settembre, in forma privata nella cappella di famiglia nella Basilica di Santa Maria Maggiore, senza gli onori previsti per le medaglie d’oro al valore militare e con un clima di stato d’assedio per scongiurare manifestazioni fasciste. I giovani di Avanguardia decisero di non rispettare il diktat di polizia. Adriano Tilgher ha raccontato, sulle pagine di Fascinazione, come andò. Questo video, diffuso qualche anno fa dal blog di Avanguardia nazionale, è stato girato da un ex marò. Nei titoli di coda i nomi di alcuni degli avanguardisti che fecero l’impresa: il leader della rivolta di Reggio Fefé Zerbi, il responsabile dell'addestramento Tonino Fiore, Gnappetta, Pollicino, Nicotino, il Conte, Adriano Tilgher.
Nella sua biografia, L’Aquila e il Condor, Stefano Delle Chiaie ricorda come nell’estate del 1974 avesse lasciato da latitante la Spagna per preparare il rientro del principe Borghese in Italia:
Il giovane Teodoro Buontempo, con baffone e braccio teso, partecipa ai funeraliIn agosto lasciai la Spagna per raggiungere l’Italia e preparare il rientro del comandante. Mi congedai da lui davanti all’entrata dell’Hotel, nostro abituale ritrovo. Gli dissi: a presto Comandante! Si Dios quiere.. Se Dio lo vorrà. Frase che mi tornerà spesso alla mente come suo presagio all’imminente fine. Una sera di fine agosto, uno dei camerati che erano rifugiati in Grecia, ci disse che gli sembrava di aver sentito per radio che Borghese era morto. Con Lello (Graziani) telefonammo a Madrid per controllare la notizia. Speravo in un errore. Invece dalla Spagna ci arrivò la conferma… Rientrai in Italia clandestinamente. Livio, figlio del comandante, aveva chiesto il rimpatrio della salma del padre, che venne concesso, senza l’onore delle armi che di diritto gli sarebbe spettato quale medaglia d’oro al valore militare. Inoltre il governo volle garanzie che non ci sarebbero state manifestazioni di omaggio. Livio fu costretto ad accettare. Ma noi no!
Alla basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma, dove c’è la cappella della famiglia Borghese, il giorno del funerale, il 2 settembre, confluì una grande folla. Moltissimi militanti di Avanguardia erano a Roma per rendere l’ultimo omaggio al Principe. La bara fu portata a spalla e fu fatta entrare dalla porta principale. Io ero in una casa, in zona Ardeatina, e lì attesi Livio, Andrea Scirè e l’altro figlio di Borghese e i responsabili di Avanguardia delle altre città… Rimanemmo insieme l’intera notte e commentammo l’ostilità di alcuni dirigenti del Msi all’omaggio che avemmo voluto riservare al comandante. Livio e Andrea Scirè pubblicarono su un quotidiano un saluto ai giovani che erano presenti alle esequie del padre. Una risposta a quanti ci avevano criticato
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