28 agosto: 43 anni fa il primo blitz (pezzottato) sulla strage di Bologna
40 anni fa all'alba già stavamo tutti incatenati ai termosifoni delle camerate della Caserma Guido Reni a Roma, al Flaminio, quella dove escono le volanti per prendere servizio in giro per la città. Tutti in attesa di essere trasferiti nelle carceri dell'Emilia Romagna con sulla testa la più infamante delle accuse, la strage di Bologna. E con anni e anni di sofferenze in arrivo. Il mio pensiero oggi a Guido Zappavigna, Dario Pedretti, Luigi Aronica, Franco Corrado, e ai tanti altri che con me, hanno diviso e superato a testa alta con coraggio e senza infamità uno dei periodi più brutti della nostra storia. A loro, ma soprattutto a chi non è più tornato [Paolo Signorelli, Massimo Morsello, Gianni Melioli, tra gli altri, scomparsi tragicamente: Sergio Calore, Aldo Semerari, Massimiliano Fachini, ndb], il mio più affettuoso saluto nel ricordare quel 28 agosto 1980.
Così tre anni fa, in una delle pagine social dell'arcipelago nero, uno degli arrestati nel primo blitz per la strage di Bologna, ricorda con rabbia. A quel blitz, in occasione del trentennale (Fascinazione muoveva i primi passi) dedicammo parecchia roba, roba buona:
1- Il blitz contro i vertici dell'eversione nera
Il 26 agosto 1980 sono spiccati 26 ordini di cattura per la banda armata che sarebbe alle spalle degli esecutori della strage di Bologna e due giorni dopo ne sono eseguiti una ventina. L’impianto accusatorio ricicla il teorema Amato: la direzione strategica del terrorismo nero è costituita dai quadri coperti del mai disciolto Ordine nuovo, i gruppi giovanili e spontaneisti sono terminali periferici dell’Organizzazione.Solo 5 anni dopo, nel febbraio 1986, il giudice istruttore di Roma Gennaro stabilisce che sulla base delle risultanze processuali, appare forzata la “reductio ad unum”, anche se non può disconoscersi che i dati acquisiti mettono in luce dimensioni contraddittorie, rilevando l’esistenza da un lato di collegamenti e legami tra nuove e vecchie strutture e dall’altro di una miriade di gruppuscoli che si aggregano e si dissolvono rifiutando anche suggerimenti autorevoli.
Intanto scattano le manette. LEGGI TUTTO
2. Signorelli: il mandante fu Cossiga
L’operazione mirata del 28 agosto costituì il primo depistaggio della strage di Bologna.
Un anno dopo la magistratura romana, alla quale era stata affidata per competenza l’inchiesta, prosciolse tutti gli imputati per insussistenza del fatto.
Ciò non impedì ai servizi di procedere a nuovi depistaggi, quale quello noto come “operazione terrore sui treni ” preparato dal SISMI nel mese di luglio subito dopo l’abbattimento sul cielo di Ustica del DC9 dell’Itavia: una “pista” preconfezionata per una strage ancora non avvenuta!
E poi ancora i depistaggi verranno indirizzati usando le stesse tecniche infami nei confronti di Terza Posizione e di Avanguardia Nazionale. LEGGI TUTTO
3. Adinolfi: 30 anni di depistaggi impuniti
Il 28 agosto 1980, trent'anni fa, scampai ad una retata repressiva architettata a tavolino e intrapresi una latitanza destinata a durare vent'anni.
Il provvedimento per me non fu una vera e propria sorpresa; erano settimane che al telegiornale, quando parlavano della strage di Bologna, sullo sfondo appariva regolarmente la foto di una scritta sui muri con un gigantesco “Terza Posizione”. Tuttavia sembrava che gli inquirenti chiamati disciplinatamente a dare corpo e sostanza al depistaggio suggerito dai tension-makers non avessero ben chiaro il nostro panorama e non sapessero cosa fosse esattamente TP né chi la componesse.
Pertanto si poteva auspicare che dietro tutto quel fumo si potesse ancora evitare l'arrosto. LEGGI TUTTO
4. Mancinelli: la fine del nostro sogno
Ancora una volta è toccato al solito Ugo Maria Tassinari sul suo blog “FascinAzione”, di dare ampio spazio a una ricostruzione puntuale di questa nicchia storiografica opportunamente rimossa da tutti (da destra a sinistra) , dando voce ai protagonisti inquisiti di allora, su tutti Paolo Signorelli e Gabriele Adinolfi , presenti con altri 37 nella lista dei proscritti del 28 agosto 1980, che hanno perfettamente raccontato le dinamiche occulte e le trame sottili dentro questa Terra occupata e violentata dal 1945, da nemici interni ed esterni.
Entrambi mi hanno rammentato, come quel 28 agosto 1980 fu cancellata, con un sol colpo tutta la progettualità antagonista e nazional-rivoluzionaria, che dal 1975-1976 aveva mobilitato centinaia e centinaia di militanti verso "una mutazione antropologica e di metodo dal basso" e verso una strategia politica oltre il neofascismo "di servizio" e contro il sistema di cui la destra nazionale faceva parte integrante. LEGGI TUTTO
Questo invece è di un anno dopo
Il colpo d'Occhio sulla strage di Bologna
Le due pagine di giornale, riprese dal libro Paolo Signorelli. Il teorema, il mostro, il caso, pubblicato a cura del Comitato Pro Detenuti Politici di Agostino Sanfratello (Rovereto 1988) ci restituisce una delle più vergognose pagine del giornalismo italiano. Il foglio popolare di Maurizio Costanzo (non ancora pentito dell'iscrizione alla P2) "L'occhio" sparò di un sequestro di armi nella villa di Signorelli tale da riempire otto alfette. LEGGI TUTTO
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