E al tempo del coronavirus il saluto romano ritorna reato
La Repubblica lo segnala con entusiasmo: tre sentenze, emesse nei mesi del coronavirus, e quindi in una fase di scarsa attenzione mediatica, a Milano hanno rovesciato una giurisprudenza abbastanza solida.
Negli ultimi anni, infatti, i processi innescati dai "Ramelli day" (il 29 aprile) si erano conclusi con una serie di proscioglimenti e assoluzioni. E così altre vicende giudiziarie, da stadio ma anche da onoranze funebri erano andate bene per gli imputati.
Il rito del presente, il saluto romano alle cerimonie commemorative dei "martiri" fascisti è tornato a essere un reato. C'è però una novità giurisprudenziale: la norma applicata non è più la vecchia legge Scelba ma la più "moderna" e restrittiva "legge Mancino", introdotta nel 1993 per perseguire pratiche, condotte e propaganda razzista
Negli ultimi anni, infatti, i processi innescati dai "Ramelli day" (il 29 aprile) si erano conclusi con una serie di proscioglimenti e assoluzioni. E così altre vicende giudiziarie, da stadio ma anche da onoranze funebri erano andate bene per gli imputati.
Il rito del presente, il saluto romano alle cerimonie commemorative dei "martiri" fascisti è tornato a essere un reato. C'è però una novità giurisprudenziale: la norma applicata non è più la vecchia legge Scelba ma la più "moderna" e restrittiva "legge Mancino", introdotta nel 1993 per perseguire pratiche, condotte e propaganda razzista
Nessun commento: