Da sette stati alla Provenza, l'estate dei Lanzichenecchi d'Europa
“Fedeltà è più forte del Covid” recitava, parafrasando un detto Zen, il motto del quinto incontro estivo dei Lanzichenecchi d'Europa che si è tenuto in Provenza dal 23 al 26 luglio.
A issare la bandiera sul pennone è stato, simbolicamente, Olivier, un lanzichenecco francese che ha sconfitto il coronavirus dopo una strenua battaglia di parecchie settimane.Cosa sono i Lanzichenecchi d'Europa che organizzano incontri in Italia, in Francia, in Belgio, in Romania, in Spagna, in Grecia?
Sono una forma di organizzazione inedita, concepita da Gabriele Adinolfi, che vorrebbe rappresentare il sistema nervoso di una realtà trasversale, votata a promuovere e ad imporre la propria Idea del mondo nella società liquida.
Sfidando i riflessi condizionati, i Lanzichenecchi hanno operato su più piani allo stesso tempo: metapolitico, militante e sociale. Lo hanno fatto puntando sulla comunicazione sottile, sull'intelligenza, sul cameratismo e sulla qualità.
Rigorosamente trasversali e plurifunzionali, continuano a mettere insieme, spesso in sinergia, talvolta in fusione, comunque a confronto, realtà movimentiste, di partito, associazioniste e metapolitiche di diverse nazioni europee.
Nell'incontro testé concluso si è registrata la partecipazione attiva, per l'Italia, tra gli altri soggetti, di Casaggì e del Progetto Nazionale, oltre, ovviamente alle organizzazioni che fanno direttamente capo allo stesso Adinolfi.
Tra Spagna, Grecia e Francia si continua ad assistere al miracolo della coesistenza e della cooperazione tra entità diverse tra loro e sovente in concorrenza territoriale.
La formula “assurda”, imposta dai Lanzichenecchi contro lo scetticismo dominante, riesce a compiere di questi miracoli. Forse ha davvero colto il senso dei tempi con un margine d'anticipo.
Primi in assoluto tra i pochissimi che hanno deciso di mantenere l'impegno in epoca di emergenza economica, sanitaria, giuridica e psichica, i Lanzichenecchi, confermando l'appuntamento, hanno vinto la scommessa,
Uomini e donne provenienti da sette nazioni europee (Francia, Spagna, Italia, Belgio, Olanda, Polonia, Svizzera), telecollegati con la Grecia, hanno dato vita a un nuovo momento di gioioso cameratismo e hanno lavorato sodo.
Un documento sul come affrontare la situazione del dopo-covid è stato stilato in quattro lingue e verrà pubblicato insieme con gli atti.
Si è svolto un gruppo di studio sulla nuova ingegneria sociale e sulla comunicazione.
Una serie di laboratori su modelli efficaci di penetrazione sociale (Veneto, Toscana, Asturia, Polonia) è stata animata scaturendo in diverse evoluzioni pratiche.
Alcuni obiettivi sono stati fissati per l'evoluzione della comunicazione, per la formazione di una vera e propria Accademia europea.
Più di un appuntamento internazionale è stato fissato.
Una cooperazione regolare tra blog, riviste e social di tutte le nazioni presenti è stata decisa. In questo modo si farà conoscere ovunque quello che si realizza in qualsiasi delle nostre regioni europee e si faciliterà, progressivamente, l'avvento di un linguaggio comune e di un immaginario comune.
Un altro passo in avanti in quella che da cinque anni è una marcia silenziosa ma inesorabile.
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