Rissa nella movida. Caravita jr. arrestato: mi hanno aggredito loro
"Ho colpito quel ragazzo, ma l'ho fatto per difendermi, perché sono stato prima minacciato e poi aggredito, erano in quattro". Con dichiarazioni spontanee, dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del gip di Milano, Alessandro Caravita ha dato la sua versione di quanto accaduto alle 2.30 di notte del 6 giugno, tra i tavolini esterni di un bar a corso Garibaldi, dove ha accoltellato un 24enne. Tutti i partecipanti alla colluttazione erano molto ubriachi. Un ventiquattrenne, P. L., ha ricevuto 5 coltellate: 4 al torace e una all'inguine; in particolare uno dei fendenti al torace e' stato inferto in modo penetrante e profondo. E' stato portato all'ospedale Niguarda in codice rosso ed e' stato operato: non e' in pericolo di vita. Un altro giovane, di 29 anni, D.A., presentava invece un trauma cranico con una ferita lacero-contusa al capo; e' stato portato in codice giallo al Fatebenefratelli. P. M. M., una giovane donna di 20 anni e' stata portata in 'verde' al Fatebenefratelli in stato di agitazione.
E' per questo che il 20enne figlio di Franco Caravita, il capo ultrà dei Boys dell'Inter, si trova in carcere da sabato notte con l'accusa di tentato omicidio. La difesa ha voluto precisare che nella rissa scoppiata tra due gruppi di amici in corso Garibaldi non c'entravano contesti e motivazioni riferibili all'ambiente ultrà o dell'estrema destra. La Procura ha chiesto la convalida dell'arresto e la conferma della custodia in carcere. Il gip deciderà tra oggi e domani
Alessandro Caravita, 21enne milanese, figlio del leader storico degli ultras nerazzurri, Franco Caravita. A individuarlo sono stati i carabinieri che lo hanno riconosciuto dai video di sicurezza dei locali della movida. Nel corso di una perquisizione hanno sequestrato abiti sporchi di sangue e un coltello a serramanico. L’accusa è di tentato omicidio aggravato, lesioni personali aggravate e porto ingiustificato di oggetti atti a offendere.
Il giovane, già noto alle forze dell’ordine, è stato riconosciuto grazie alle telecamere che hanno inquadrato buona parte della rissa e grazie ai testimoni che hanno parlato di «ultras». Una volta inquadrata l'area di appartenenza il suo volto non è sfuggito agli investigatori della Compagnia Duomo che si sono recati in via Padova perquisendo la sua abitazione e una vettura a lui in uso.
Alessandro Caravita era stato "archiviato" nelle indagini sugli scontri tra ultrà prima della partita Inter-Napoli del 26 dicembre 2018 che portarono alla morte di Daniele Belardinelli, il tifoso del Varese (gemellato con l’Inter) investito da alcune auto guidate da tifosi del Napoli. Il padre, Franco Caravita, fondatore dei «Boys», è lo storico capo della curva nerazzurra.
Nello scorso settembre era tornato agli onori delle cronache dopo una rissa con l’altro leader storico nerazzurro, il pluripregiudicato Vittorio Boiocchi. I due poi si erano riappacificati e Caravita aveva precisato di non voler tornare alla guida della curva. Una rissa dietro la quale alcuni avrebbero letto le tensioni tra gli ultrà dopo, appunto, gli scontri e la morte del tifoso varesino, per la quale nell’ottobre del 2019 è stato arrestato Fabio Manduca, esponente di un gruppo di ultrà napoletani.
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