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4 maggio 1980: raid a Pomponazzi, arrestati 17 di TP

4 maggio 1980 - In viale Medaglie d'Oro la polizia blocca diciassette giovanissimi esponenti di "Terza posizione" che, armati di catene, spranghe e bastoni, marciavano verso un obiettivo ignoto.

 La ricerca Isodarco "Vent'anni di violenza politica" se la cava con due righe ma l'episodio è assai significativo, per diversi aspetti.
  • Perché tra i 17 arrestati ci sono i due capi di Terza posizione (il terzo, il maggiore, Peppe Dimitri, è da qualche mese al gabbio), noti piuttosto per una maldicenza consolidata: quelli che "mandavano i ragazzini". Qui invece "andavano con i ragazzini" (metà degli arrestati sono minorenni): 
  • Perché coglie una delle pratiche militanti che caratterizzano l'esperienza politica di TP: il pattuglione, che potremmo audacemente definire una pratica simmetrica alle ronde della sinistra, che tiene assieme la modalità attivistica con l'esercizio della violenza necessaria a garantirsi l'agibilità politica. 
  • Perché dimostra che mentre altri soggetti politici erano già partiti per la deriva lottarmatista Tp tiene ancora aperto e attivo il canale della presenza in piazza 
E quindi mi sembra interessante riproporvi la cronaca del 6 maggio dell'Unità (il 5 era lunedì e non c'erano le pagine di cronache locali)

La scusa era quella di distribuire volantini propagandistici di « terza posizione », in realtà i diciassette fascisti arrestati domenica nel quartiere Trionfale avevano intenzione di scatenare una guerra. Avevano anche preparato con cura l'azione procurandosi armi di Ulti i tipi: spranghe di ferro, mazze. martelli, bastoni e persino una paletta da camino e distribuendosi i compiti. Una parte infatti dei teppisti si era attestata in piazza della Balduina, teatro tradizionale delle loro scorribande e violenza. una parte si era diretta verso piazzale degli Eroi a pochi metri dalla sezione del PCI di Trionfale e dalla sede del PdUP di via Pomponazzi. punto di ritrovo di molti giovani.
L'azione squadristica non è riuscita grazie all'intervento della polizia accorsa in seguito alle segnalazioni di alcuni passanti che avevano visto il gruppetto di fascisti pronti all'attacco. Gli arrestati, di cui otto minorenni sono: Luisa Bottoni. 20 anni, i gemelli Silvio e Alberto Leoni, di 20 anni, Roberto Fiore e Giorgio Valentini 21 anni. Luca Taschini e Massimo Borgia, di 19 anni. Andrea Insabato di 21 anni (un nome già noto come quello dei fratelli Leoni) e Gabriele Adinolfi di 26 anni. Le accuse sono di manifestazione sediziosa, apologia del disciolto partito fascista. e possesso illegale di armi improprie. Due degli arrestati sono anche accusati di resistenza alla forza pubblica. Già nella nctte precedente all'incursione di domenica cui hanno partecipato elementi venuti un po' da tutta Roma, convocati ' evidentemente per l'«occasione», i cittadini di Trionfale avevano trovata bruciata la, corona appoggiata alla lapide affissa in via Ruggero Di Laurìa, in memoria del magistrato Minervini assassinato dalle Br due mesi fa.
La mattina della domenica poi una volante della polizia a\eva notato che in un cestino dei rifiuti di piazza della Balduina erano stati  depositati » manganelli, spranghe, martelli mentre i fascisti distribuivano volantini di « terza posizione ». Alle 13 alcuni passanti segnalavano al commissariato in piazza degli Eroi un nutrito gruppetto che spavaldamente, armi in pugno. si dirigeva verso via Pomponazzi e via Andrea Doria. L'intenzione era chiara e premeditata: dare una lezione a quelli « di sinistra ». A questo punto le volanti che erano accorse hanno deciso di intervenire e hanno arrestato i fascisti non senza prima aver affrontato una vera e propria battaglia. Intanto a piazza della Balduina una pattuglia aveva scoperto che uno di quelli che distribuivano materiale propagandistico aveva nascosta sotto la giacchetta una paletta di ferro per camino. Anche lui è stato condotto in commissariato e dichiarato in arresto.
Ora sono tutti e diciassette in carcere, compresi i minorenni. Dovranno rispondere. come abbiamo detto di manifestazione sediziosa, apologia del disciolto partito fascista e possesso illegale di armi improprie. E' l'occasione per aprire una inchiesta a fondo sulla sigla di «terza posizione » una formazione neonazista tra le più violente. un nome dietro cui si nasconde l'ala dura dei «rautiani» romani. «Terza posizione » ha cercato in più di una occasione di nascondere la sua vera natura dietro slogan dell'ultrasinistra. Qualche volta gli appartenenti a questa formazione fascista hanno anche protestato per le accuse, avanzate sui giornali e in altre sedi, di legami con organizzazioni eversive. Ieri, quelle accuse, sono state confermate. 

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