22 maggio 1995: muore il generale Magi Braschi, lo scienziato della controguerriglia psicologica
Il generale di Corpo d'Armata Adriano Giulio Cesare Magi-Braschi, nato a Genova nel 1917, muore a Bracciano il 22 maggio 1995). Durante la seconda guerra mondiale ha
combattuto in Russia. Nel dopoguerra, nominato maggiore, passa al Sifar, il servizio
segreto militare, dove diventa uno stretto collaboratore del futuro gen. Giovanni De
Lorenzo, autore del Piano Solo, e si specializza in guerriglia e controguerriglia
psicologica, fino a diventare il massimo esperto italiano. l 23.7.1963 la Direzione del SIFAR aveva rappresentato allo Stato Maggiore dell’Esercito l’impossibilità di privarsi in breve tempo dell’ufficiale, al fine di fargli completare il periodo di comando nell’Esercito, in ragione del contributo che stava dando al Servizio con la sua "provata specializzazione e capacità nel campo della guerra non ortodossa" e soprattutto in relazione alla ".....Cooperazione Interalleata in questo particolare ramo...." che stava acquisendo sempre maggiore importanza ed ingresso. Nel quadro delle sue competenze è tra gli organizzatori e i relatori al "Convegno sulla guerra non ortodossa" del maggio 1965 organizzato dall'Istituto Pollio al Parco dei Principi di Roma. L'evento è considerato un evento centrale della cosiddetta strategia della tensione. Il militare siede alla presidenza del convegno ma si presenta con la generica qualifica di "dottore" e occulta il suo rango di alto ufficiale dei Servizi segreti militari. In seguito, con il grado di colonnello, diventa Comandante della Scuola di
Artiglieria di Bracciano. Diventa poi addetto militare presso l'Ambasciata d'Italia a
Nuova Delhi, in India. Termina la sua carriera con il grado di generale di corpo
d'Armata.
Anche se nell'inchiesta del giudice milanese Guido Salvini sulla strage di piazza Fontana un intero paragrafo è dedicato alla centralità del suo ruolo nel rapporto tra Ordine nuovo e militari, chi si prende la briga di leggere il suo intervento al convegno di Roma si renderà facilmente conto che Magi Braschi non è un fascista ma un cattolico liberale molto di destra, molto anticomunista.
PER APPROFONDIRE
Anche se nell'inchiesta del giudice milanese Guido Salvini sulla strage di piazza Fontana un intero paragrafo è dedicato alla centralità del suo ruolo nel rapporto tra Ordine nuovo e militari, chi si prende la briga di leggere il suo intervento al convegno di Roma si renderà facilmente conto che Magi Braschi non è un fascista ma un cattolico liberale molto di destra, molto anticomunista.
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