20 maggio 1977: catturato Salvatore Vivirito. E' ferito a un fianco
MILANO 20 MAGGIO - Salvatore Vivirito, 23 anni, uno dei più noti neofascisti milanesi, è stato fermato questa sera nell'ambito delle indagini per l'uccisione dell'orefice Ernesto Bernini, di 48 anni, freddato ieri sera con cinque colpi di pistola nel suo negozio di piazza Udine 8, dove sono stati feriti anche la moglie della vittima, Agnese Bocciarelli, 45 anni, e un nipote dei due coniugi, Alberto Redi, di 17 anni. Col Vivirito è stato fermato anche l'aviere Sabino Angiulli, 27 anni, proprietario della « Mini Morris » usata per la -rapina. Le responsabilità dei due non sono ancora esattamente chiarite ma, secondo quanto hanno affermato questa sera gli inquirenti, Salvatore Vivirito sarebbe il rapinatore che ha ucciso l'orefice: con ogni probabilità, il neofascista era assieme ad un terzo complice (quello che avrebbe ferito Agnese Bocciarelli) ora attivamente ricercato. Salvatore Vivirito è stato sorpreso questa sera in un appartamento di amici in corso Magenta: quando la polizia ha fatto irruzione, non ha opposto resistenza e s'è lasciato docilmente accompagnare in questura. D'altra parte non avrebbe potuto fare gran che: ferito con un colpo d'arma da fuoco al fianco destro, era nell'impossibilità di muoversi perché il proiettile è conficcato nella schiena. Sabino Angiulli è stato invece raggiunto alla caserma dell'aeronautica di Linate. I due sono stati condotti in questura per i primi interrogatori; entrambi respingono ogni addebito, anche se le prove raccolte nei loro confronti, a detta degli inquirenti, sarebbero schiaccianti.
Vivirito è stato poi trasferito dalla questura all' ospedale Fatebenefratelli, dov'è piantonato. E' indiziato di omicidio. A tradire i rapinatori sarebbe stata la «Mini Morris» dell'Angiulli. L'aviere proprio ieri mattina aveva denunciato il furto della vettura, ritrovata subito dopo la tragica sparatoria di piazza Udine in via Fiuli, una strada della zona. Dall'auto è stato possibile risalire subito al proprietario, e s'è immediatamente scoperto che l'aviere era stato visto spesso in compagnia di un giovane, i cui connotati corrispondevano a quelli di uno dei rapinatori di ieri sera. Era Salvatore Vivirito, un notissimo neofascista uscito di carcere solo qualche giorno fa, dopo essere stato processato per direttissima e assolto dall'imputazione di porto d'armi. Salvatore Vivirito è uno dei I personaggi del neofascismo ' più noti di Milano. Il suo nome appare in ben tre delle più grosse inchieste giudiziarie in corso sui movimenti eversivi di estrema destra: quella sul Mar di Carlo Fumagalli; quella sulla serie di attentati compiuti in varie parti d'Italia da Ordine Nero dal marzo '74 al maggio '75, e quella sul campo paramilitare scoperto ai primi di luglio del 1974 (sic!) a Piano del Rascino, in provincia di Rieti, e durante il quale morì in uno scontro a fuoco con i carabinieri Giancarlo Esposti.
Questa la cronaca della "Stampa". Il giorno dopo Salvatore Vivirito morirà: eppure se dopo la cattura lo trasportano in Questura, evidentemente, le sue condizioni non dovevano destare preoccupazioni. Una circostanza che tinge di giallo la sua fine prematura.
La pubblicazione del precedente post sull'ultima rapina di Vivirito ha dato il destro a Chicco Galmozzi, leader di Prima Linea, di raccontare un suo "incrocio pericoloso" con Vivirito:
Un mio ricordo. Una sera, siamo sul finire del 1976, io e e una coppia di compagni decidiamo di farci un goccio al bar Magenta, prima di andare a dormire. Nel locale, semivuoto, c'è un tipo al bancone con giacca di pelle e Ray Ban a mezzanotte. La compagna che stava con noi era stata a lungo nella controinformazione di Lotta Continua e le sembra di riconoscere nell'avventore con Ray Ban un noto fascio. Ci avviciniamo e gli diciamo: “scusa, puoi toglierti un attimo i Ray Ban che la nostra amica ti vuole guardare bene?” Il tipo risponde male ma non fa a tempo a finire la frase che si becca un sacco di mazzate...lasciatolo a terra ce ne andiamo. Solo che stavamo in una casa proprio lì vicino, in via Monti e per sicurezza decidiamo di non dirigerci subito a casa ma di fare un giro largo. Ce ne stiamo in giro per un po' poi torniamo in zona e quando ripassiamo davanti al Magenta vediamo che c'è un rocchio di persone e tre volanti della polizia. Era accaduto che il tipo subito dopo era tornato per farsi giustizia e non trovandoci, che sarebbe stato divertente, spalleggiato da un socio aveva demolito le vetrine del Magenta a colpi di mitra. Era Vivirito.
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