Rivolta Nazionale e il 25 aprile: Anpi, caccia i soldi per i bisognosi
Riceviamo e pubblichiamo una nota di Rivolta Nazionale:
Ci risiamo, in una sorta di eterno ritorno nietzschiano, ci si avvia, come ogni anno, alle celebrazioni del 25 aprile. L'eterna lotta tra il bene e il male, i vincitori e i vinti. L'ultima trovata, tutta moderna, degli ormai obsoleti nonché decrepiti partigiani, è quella di far sentire il ripetitivo stornello bella ciao dai balconi del bel paese.
Ci risiamo, in una sorta di eterno ritorno nietzschiano, ci si avvia, come ogni anno, alle celebrazioni del 25 aprile. L'eterna lotta tra il bene e il male, i vincitori e i vinti. L'ultima trovata, tutta moderna, degli ormai obsoleti nonché decrepiti partigiani, è quella di far sentire il ripetitivo stornello bella ciao dai balconi del bel paese.
Al di là del fatto che, come detto in passato, siamo l'unico popolo che festeggia una sconfitta e un'invasione militare che, tra l'altro, ancora dura e persiste, va detto e ricordato che nell'ambito di quel grandioso e tragico evento che fu la seconda Guerra mondiale, la Resistenza fu un fatto marginale. Marginali come alcune dichiarazioni di chi, in un momento di profonda crisi, farebbe meglio, invece di far proseliti, a tirar fuori denari e ad aiutare i più bisognosi.
Dato che, conti alla mano, 1,8, sono i milioni che, ogni anno, tra tesserati, fondi del ministero degli interni e 5x1000, l'anpi percepisce. L'Italia intera sta attraversando un momento di quiete politica, presi come siamo dalla tematica COVID. Su altri temi c'è troppo silenzio, ma, l'anpi e chi per loro, facciano bene i conti con le parole che si pronunciano.
Questo silenzio non sarà eterno perché, come diceva qualcuno, sono le parole più silenziose che portano alla tempesta. E voi, vili traditori, sarete i primi ad esser giudicati dal popolo. Prenderemo i vostri stereo a martellate. Nella vita o si domina o si è dominati, nell'epoca tragica che fu, tra fascisti e antifascisti, i primi lottarono per dei valori, I secondi per il nulla più totale. I primi ancora oggi tengono saldi certi valori, i secondi ancora sono il nulla assoluto. E non perdono mai occasione per dimostrarlo.
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