Letti da noi 26/ Arditi nel cuore, da Fiume a Roma. Il nuovo romanzo storico di Giacinto Reale
Alessandro Alberti, prezioso collaboratore del blog, autore di Radio Alternative, la destra che comunicava via etere, Eclettica Edizioni, di cui consiglio una attenta ed approfondita lettura, recensisce il nuovo romanzo storico di Giacinto Reale, uno dei massimi esperti del Fascismo e del cosiddetto periodo diciannovista, intitolato Arditi nel cuore, da Fiume a Roma (1919-1922) edito da Solfanelli.
Il cuore degli Arditi, da Fiume a Roma
di Alessandro Alberti
Con questo ulteriore lavoro (siamo al
quinto testo sul tema, nel giro di soli quattro anni) Giacinto Reale,
massimo esperto del Fascismo delle origini e del periodo
diciannovista, mette a disposizione dei lettori un'altra opportunità
di approfondimento. Lo fa utilizzando il modo a lui più congeniale,
tramite cioè il romanzo storico. Coniugando la parte storica con le
vicissitudini del giovane protagonista Angelo, si ripercorrono molti
episodi realmente accaduti con il sentimento patriottico e le
emozioni che esso suscita nel giovane ragazzo romano. Arditi nel
cuore (Solfanelli Editore) perciò non poteva essere titolo migliore
per questo libro, ricco di spunti e di riflessioni, di azione, ma
soprattutto di amor patrio che non solo Angelo, ma anche altri
personaggi che incontrerà nel suo percorso dimostreranno. Un
attaccamento alle sorti del nostro Paese, sempre più sottoposto alle
mire bolsceviche e alla violenza inizialmente dei socialisti e
successivamente dei comunisti. Questi ultimi si struttureranno come
partito proprio dalla scissione dal partito socialista, al congresso
di Livorno.
L'esperienza di Angelo e inizialmente
dei suoi amici romani Luciano e Franco, non poteva perciò che
partire da Fiume, città italiana sottratta alla Madre Patria, che il
Vate Gabriele D'Annunzio tentò di restituire e ricollocare nei
nostri confini geografici. Contro l'avversità dello stesso governo
italiano, guidato allora da Francesco Saverio Nitti, del tutto
insensibile alle sorti di Fiume, e per questo soprannominato con
disprezzo, cagoia, da D'Annunzio. Peggio andò quando al governo di
Nitti subentrò quello di Giolitti ancora più indifferente al
recupero politico della meravigliosa città d'oltre Adriatico. Prima
di partire per Fiume Angelo si era già iscritto al Fascio romano,
ancora debole dal punto di vista organizzativo nel 1919, ma che lui stesso
nazionalista convinto e con principi risorgimentali, vedeva come
l'unica soluzione per far rinascere la Nazione. Uscita vittoriosa
dalla prima guerra mondiale, ma con troppe problematiche rimaste
insolute, alle quali gli insufficienti governi che si susseguivano
non davano risposta. Prima tra tutte la questione dei reduci, che
tornavano dal fronte e si ritrovavano ancora più poveri di quando
erano partiti. Ebbe così modo di conoscere Mario Carli all'atto
della nascita del Fascio di Roma. Ma soprattutto un giovane Giuseppe
Bottai che incontrerà nuovamente al suo ritorno a Roma e
successivamente. Frequentando poi l'associazione Pro Dalmazia aderì
convinto, insieme ai suoi giovani amici, alla chiamata del Capitano
Host Venturi, fiumano, tre volte medaglia d'argento al fronte. La sua
richiesta fu quella di rinforzare la Legione Volontari a Fiume, dato
che la situazione stava precipitando. I tre ragazzi aderirono e dopo
aver propinato una bugia ai familiari, presero il treno che dopo
alcuni cambi di convoglio, li avrebbe portati fino a Trieste.
Dopodiché con altro mezzo sarebbero giunti a destinazione. La prima
parte del libro è quasi tutta incentrata sulle vicende fumane. Con
Angelo e i suoi amici che, arrivati in città e raggiunta la caserma,
si dedicheranno ai primi addestramenti e alla formazione militare,
approntata in loco per i volontari che non avevano ancora prestato
servizio militare. Mentre Angelo e Franco dimostreranno più
disciplina, Luciano molto più esuberante, spesso attratto dal
fascino femminile sarà un poco più svagato. Luciano però si
rivelerà di ben altra stoffa. Ma questo è bene che il lettore lo
apprenda direttamente dal testo. Uno scritto ricco di documenti
dell'epoca e articoli di giornale, che l'autore ha inserito con
sapienza all'interno della narrazione. Angelo piano piano ricevette
elogi sia per il suo comportamento, che per le sue doti militari e fu
lo stesso D'Annunzio a riconoscerne i pregi. Fu tra i primi volontari
dei gruppi giunti a Fiume insieme ai suoi amici, ad essere nominato
Caporale. Per lui una grande soddisfazione anche nell'ottica delle
tre C come si diceva in gergo militare, Caporale, Capitano e
Colonnello erano i gradi più importanti che segnavano la carriera.
Così come il passaggio dai Volontari agli Arditi. Tra le tante
azioni che Angelo compì ci fu quella a Milano, a difesa prima della
redazione del Popolo D'italia, dove ebbe modo di vedere per la prima
volta Mussolini. La missione era duplice, difesa della sede del
giornale e il giorno dopo permettere a Mussolini di tenere il suo
comizio elettorale. In questa circostanza tutto filò liscio e oltre
ad ascoltare il futuro Duce, ebbe modo di apprezzare l'oratoria del
Capitano Ferruccio Vecchi, capo indiscusso degli Arditi di Milano,
che giorni prima aveva assaltato, con i suoi uomini, devastandolo, il
giornale socialista L'Avanti. Dopo il comizio di Milano si presentò
una ulteriore opportunità di azione in quel di Lodi, dove il comizio
fascista previsto rischiava di non potersi tenere, per le
intemperanze dei rossi. In questa circostanza, ebbe modo di conoscere
Leandro Arpinati. Molti saranno i protagonisti del Fascismo che
successivamente si metteranno in auge che Angelo per un intreccio ben
costruito dall'autore avrà modo di conoscere, tra gli altri Ettore
Muti, Filippo Tommaso Marinetti, Renato Ricci e Guido Keller che
diventerà il suo superiore prima della fine dell'avventura fiumana.
Dopo il ritorno a Roma di apriranno per lui le porte dello squadrismo
e li inizierà a coordinare le prime squadre, oltre ad addestrarle
con le armi da fuoco, essendo lui un provetto tiratore sin dai suoi
esordi in divisa. Le squadre d'azione avevano il compito di
intervenire laddove ci fosse necessità, in occasione di
inaugurazione di nuove sedi, per contrastare eventuali aggressioni da
parte dei comunisti e soprattutto per intervenire quando il popolo
subiva un'ingiustizia. Come quando, per una neanche tanto strana
coincidenza, i commercianti aumentarono simultaneamente i prezzi.
Angelo con l'aiuto di due amici sindacalisti, stabilì il prezzo
massimo che i commercianti potevano proporre. Dopo di che nel giro di
due giorni avrebbero fatto il giro per vedere se le nuove tariffe
fossero state applicate. Generalmente andò bene. A chi invece
continuò a tenere prezzi alti si impose la chiusura per due giorni
dell'esercizio. Inutile dire che la cittadinanza fu entusiasta e la
sede del Fascio, si riempi di persone riconoscenti che ringraziato o
l'intervento delle Squadre. Anche le adesioni crebbero in via
esponenziale. Ad Angelo fu affidato un ulteriore compito che poi si
rivelò l'ultimo quello di trovare una donna capace di guidare e
implementare la sezione femminile del Fascio. Margherita da lui
scelta come la più affidabile, non solo sarà abile dirigente ma
inizierà a entrare nella sfera più sentimentale di Angelo, fino a
diventare la donna della sua vita.
Il protagonista diventerà anche uomo
di fiducia del Duce fino alla conquista del governo dopo la marcia su
Roma. Anche se l'impegno di Angelo come spesso accade avrà un suo
prezzo da pagare…
Capitoli intensi, molto ricchi di
annotazioni storiche, dove l'amor patrio si mischia all'azione, il
sentimento alla disciplina, la fragilità umana alla determinazione,
determinano un lavoro di ricerca appassionato e costruito sul
carattere del protagonista. Un altro bellissimo romanzo storico che
la penna di Giacinto Reale verga con la consueta maestria. Restando
sempre dentro i limiti del realmente accaduto, senza enfasi, ma senza
tralasciare nessun particolare, gli episodi si susseguono a ritmo
incalzante. Arditi nel cuore è perciò la sintesi perfetta di un
periodo, in cui il sentimento, la voglia di avventura, la
spregiudicatezza, la goliardia, ma anche l'amore e la morte saranno
presenti in una miscela di emozioni e sensazioni che il lettore non
potrà fare a meno di cogliere. Un libro che rappresenta il culmine
della ricerca di Giacinto Reale che non si fermerà qui. L'autore
infatti in questi ultimi anni si è dimostrato molto prolifico.
Aggiungo che questo libro non può assolutamente mancare nelle
biblioteche degli appassionati di questo argomento, perché molto
esaustivo e coinvolgente dalla prima all'ultima pagina
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