7 aprile 1961: nasce a Vienna don Floriano Abramhamowicz, un baluardo integralista
Florian Abrahamowicz (in Italia
conosciuto perlopiù come Don Floriano Abrahamowicz) è un prete
austriaco che ha ricoperto in passato la carica di superiore della
Fraternità sacerdotale San Pio X nel Nord-est d'Italia. Fu espulso
dalla Fraternità nel febbraio 2009 per le sue posizioni
intransigenti sul rapporto con la curia romana. Anche se è diffuso il sospetto che abbia pagato la tenace difesa dell'antigiudaismo cattolico preconciliare.
Don Floriano nasce a Vienna il 7 APRILE
1961, dove suo padre, Alexander Abrahamowicz, era un pastore
protestante di origine armena. Il nonno, Jakob Abrahamowicz, si
trasferì da Pozorita/Pojorâta, Romania, prima della nascita di
Alexander, nel 1926. Non ci sono prove della relazione di Don
Floriano con famiglia Abrahamovici, ebrei residenti di Siret in
Romania, sterminata durante la Shoa.
LE ORIGINI EBREE E ARMENE Per le sue
origini armene considera lo sterminio compiuto dai turchi non ha
ricevuto sufficiente riconoscimento in paragone al genocidio degli
ebrei Ha 4 fratelli, di cui due sacerdoti cattolici, in alcun modo
collegati con il dissenso tradizionalista. Don Floriano ricordava
ancora negli anni ’90, quando non aveva raggiunto la notorietà
attuale, le sue radici ebraiche e rammentava che suo padre, pur
protestante, conservava vivo il senso di appartenenza al popolo
eletto.
LA DIFESA DEI CADUTI DELLA RSI Nel
2001, Florian Abrahamowicz prese la parola durante una cerimonia in
onore dei morti della Repubblica Sociale Italiana, che definì
combattenti per la madre patria e per la religione, "vittime
innocenti in quanto i loro assassini non facevano parte di un
esercito legittimo" e riferendosi ai partigiani li descrisse
come "poveri ignoranti, che combattevano per quella che Pio XI
chiamava la setta perversa del comunismo".
IL SOLDATO PRIEBKE - Nel 2006, dichiarò
in un'intervista televisiva di voler incontrare Erich Priebke,
l'ufficiale tedesco delle SS giudicato colpevole di crimini di guerra
per l'Eccidio delle Fosse Ardeatine del 1944, non come carnefice, ma
come soldato, agendo con rammarico e cuore pesante.[11]
I LEGAMI CON LA LEGA NORD - È stato
considerato il cappellano della Lega Nord. Nel 2007 Umberto Bossi
accettò il suo invito per la celebrazione della Messa tridentina e
riconobbe affinità tra tra leghisti e lefebvriani.
LO SCONTRO CON TETTAMANZI - Nel 2008 il
cardinal Dionigi Tettamanzi arcivescovo di Milano deplorò la
mancanza di spazi di preghiera per i musulmani in città. Nel
dicembre del 2008, intervenendo nel programma settimanale di Mario
Borghezio su Radio Padania Libera, Abrahamowicz attaccò il cardinale
Tettamanzi esortando a non riporre fiducia nel Cardinale, «ultimo
esempio degli infiltrati che durante ogni rivoluzione -inglese,
francese, bolscevica e, ora, mondialista- tentano di sovvertire la
Chiesa dal suo interno. Non crediate che Tettamanzi rappresenti l’ala
di sinistra in una Chiesa comunque guidata dal conservatore
Ratzinger, perché è la Chiesa conciliare tutta intera ad essere in
realtà alleata di quei poteri forti che, tramite l’islamizzazione
dell’Europa, mirano al dominio del mondo secondo un disegno
anticristico.[11]»
LE RAGIONI DELL'ESPULSIONE -
Probabilmente il maggior catalizzatore della decisione di espellere
Abrahamowicz fu il sermone, ripetuto due volte, di domenica 25
gennaio 2009, il giorno successivo alla pubblicazione della rimessa -
effettuata su loro richiesta - della scomunica dei lefebvriani.
Abrahamowicz negò che ci fosse una qualsiasi scomunica da rimuovere,
e dichiarò che un cattolico tradizionalista non può "né
richiedere né accogliere un tale decreto". Riportando le parole
dell'arcivescovo Marcel Lefebvre, dichiarò: «Coloro che ci
scomunicano sono già scomunicati da tanto tempo. Perché? Perché
sono modernisti! Di spirito modernista, hanno fatto una chiesa
conforme allo spirito del mondo. Ed è questo modernismo che è stato
condannato da San Pio X, patrono della fraternità. Questo ultimo
santo Papa ha condannato i modernisti e li ha scomunicati (…) il
mandante dell’ingiurioso decreto di “revoca” è Joseph
Ratzinger, il quale continua imperterrito nell’ecumenismo
modernista del Concilio Vaticano II, da lui definito un "faro
irrinunciabile", incorrendo nella scomunica di San Pio X
riservata ai modernisti. Uno scomunicato revoca una censura
inesistente!»
CONTROVERSIE SULLA SOHA - Nel gennaio 2009, nel bel mezzo del
dibattito mondiale sul negazionismo dell'Olocausto da parte del
vescovo Richard Williamson, Abrahamowicz dichiarò di non essere
certo che i nazisti usarono le camere a gas per scopi differenti
dalla disinfezione. Rvendicò che la cifra di 6 milioni di ebrei
uccisi derivasse da un numero indicato dal portavoce della comunità
ebraica tedesca senza una piena conoscenza dei fatti; lamentandosi
del fatto che l'Olocausto fosse ingiustamente esaltato a dispetto di
altri genocidi, e richiamando sempre la natura “deicida” degli
ebrei. . I leghisti Flavio Tosi, sindaco di Verona, e Luca Zaia ,
all'epoca ministro dell'Agricoltura poi governatore veneto, lo
mazzolarono: "nessun revisionismo è possibile".[20]
Il 5 febbraio 2009 la sezione italiana
della Fraternità di San Pio X lo espulse "per serie
motivazioni disciplinari". Il sacerdote è tornato alla ribalta
della cronaca per aver celebrato in una cappella privata una messa in
suffragio di Erich Priebke, alla quale ha partecipato anche il
sindaco di Resana, finendo al centro delle proteste.
Un bravo sacerdote.
RispondiEliminaPrima o poi tornerà un papa che parlerà come il cattolico don Floriano
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