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Truffa al SSN: arrestato a Caserta Corvino, fu candidato col Nuovo centrodestra nel 2015

Tra le persone finite in manette questa mattina nell’ambito di una inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere per una truffa ai danni del Sistema Sanitario Nazionale, figurano anche l’imprenditore Pasquale Corvino, e l’imprenditore in ambito sanitario e dell’editoria, patron di Tv Luna, Pasquale Piccirillo, già colpito qualche giorno fa da una confisca dei beni pari a 25 milioni di euro. La nuova inchiesta che vede complessivamente 17 persone colpite da misura cautelare (5 in carcere, 9 ai domiciliari e 3 obblighi di presentazione alla Pg con interdizione dalla professione medica) rappresenta l’epilogo di una precedente inchiesta del 2018 che aveva portato in carcere un medico di base, un farmacista ed altre tre persone per la spedizione di false ricette mediche per prescrizioni di farmaci intestati a pazienti inesistenti, deceduti o che ne hanno disconosciuto la paternità. 
Tutto è iniziato dopo una segnalazione inviata ai Nas di Caserta dal direttore generale dell’Asl di Caserta per un medico di base di Castel Volturno che aveva generato una spesa farmaceutica a paziente pari a 800 euro rispetto alla media nazionale di 167 euro.
Tra le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta figura anche la sorella di Pasquale Corvino, Maddalena, ex vice sindaco ed ex assessore alla Pubblica Istruzione di Caserta. Lo ha reso noto il procuratore Maria Antonietta Troncone, durante un incontro con la stampa. Maddalena Corvino venne eletta nel 2016 con parecchie centinaia di voti.
In questa indagine, in relazione a quella tornata elettorale, gli inquirenti contestano il voto di scambio a lei e al fratello Pasquale (quest’ultimo indagato in un’altra inchiesta della DDA di Napoli, per voto di scambio politico-mafioso in relazione alle elezioni regionali del 2015.

L'ALTRA INCHIESTA PER VOTO DI SCAMBIO

I carabinieri della compagnia di Caserta coordinati dalla DDA di Napoli, hanno arrestato il 5 febbraio 2019, 19 persone, accusate, a vario titolo, di scambio elettorale, estorsione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Tutti i reati sono aggravati dall’uso del metodo mafioso. Tra le vicende emerse nel corso delle indagini, i membri del clan camorristico avrebbero anche imposto ai candidati, per il servizio affissione dei manifesti, una ditta riconducibile alla moglie del boss, e avrebbero condizionato il voto favorendo quei candidati disposti a versare nelle casse del clan denaro, buoni pasto e carburante. L’attività investigativa si focalizzava sull’intervento del “clan Belforte” sulla città di Caserta durante le consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio Regionale della Campania, svoltesi il 31 maggio 2015.
Tra gli arrestati ci sono i due candidati alle Regionali del 2015, nel partito ‘Nuovo Centrodestra – Campania Libera’, Pasquale Corvino, noto imprenditore titolare di laboratori di analisi ed ex vicesindaco di Caserta e presidente della Casertana Calcio, fratello dell’assessore comunale di Caserta Elisabetta Corvino e Pasquale Carbone. Entrambi, risultati non eletti, sono finiti agli arresti domiciliari per il reato di voto di scambio politico-mafioso. Corvino è stato subito scarcerato dal riesame. Entrambi sono stati rinviati a giudizio nell'estate 2019 per corruzione elettorale ma è caduta l'accusa di stampo mafioso

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