23 marzo 1947: nasce Carlo Cicuttini, autore della strage di Peteano
Carlo Cicuttini (San Giovanni al Natisone, 23 marzo 1947 – Palmanova, 24 febbraio 2010) è stato un terrorista italiano naturalizzato spagnolo, autore della strage di Peteano insieme a Vincenzo Vinciguerra. È stato un membro del movimento neo-fascista Ordine Nuovo. Fu anche segretario della sezione del Movimento Sociale Italiano del suo paese, San Giovanni al Natisone.
Il 31 maggio 1972, a Peteano di Sagrado, una Fiat 500 abbandonata con due fori di proiettili esplose uccidendo i carabinieri Donato Poveromo, di anni 33, Franco Dongiovanni di anni 23 e Antonio Ferraro di anni 31. Una telefonata anonima aveva avvisato i carabinieri dell'auto sospetta in sosta. Avvicinatisi, erano stati investiti dall'esplosione e uccisi. In seguito alle indagini sulla Strage di Peteano, il terrorista neofascista Vincenzo Vinciguerra - reo confesso per la strage - rivelò nel 1982 che Cicuttini fu l'autore della telefonata anonima.
Il 6 ottobre 1972, insieme a Vinciguerra aveva tentato un assalto all'aeroporto di Ronchi dei Legionari per dirottare un aereo per chiedere un riscatto di duecento milioni di lire e la liberazione di Franco Freda, neofascista accusato della bomba di piazza Fontana. Un assalto finito nel sangue: Ivano Boccaccio, uno dei tre del commando, era rimasto ucciso. A fine 1972 Cicuttini espatriò in Spagna.
Nei primi tre anni della sua latitanza in Spagna, durata 26 anni, si sospetta una sua collaborazione con il regime franchista, in particolare contro gli indipendentisti baschi anche se il fatto risulta privo di riscontri. In realtà aveva sposato la figlia di un generale diventando cittadino spagnolo.
[Più dettagliata la scheda di wikipedia.en sulla sua militanza nella controguerriglia:
Durante la sua permanenza in Spagna, Cicuttini conobbe e sposò Maria Fernanda Fontanals, figlia di un generale dell'esercito. Sulla base di questo matrimonio ottenne la cittadinanza spagnola. È stato affermato che, il 24 gennaio 1977, avrebbe preso parte all'attacco compiuto negli uffici del sindacato Comisiones Obreras, sostenuto dal Partito Comunista di Spagna, in cui cinque attivisti furono uccisi da uomini armati e mascherati. Mentre viveva in Spagna, e durante il periodo di transizione del Paese verso la democrazia, Cicuttini, secondo quanto riferito dai servizi segreti italiani, fu coinvolto in numerose azioni armate intraprese dai Guerrilleros de Cristo Rey e dai Grupos Antiterroristas de Liberación, come attacchi contro l'ETA.]
Durante la sua permanenza in Spagna, Cicuttini conobbe e sposò Maria Fernanda Fontanals, figlia di un generale dell'esercito. Sulla base di questo matrimonio ottenne la cittadinanza spagnola. È stato affermato che, il 24 gennaio 1977, avrebbe preso parte all'attacco compiuto negli uffici del sindacato Comisiones Obreras, sostenuto dal Partito Comunista di Spagna, in cui cinque attivisti furono uccisi da uomini armati e mascherati. Mentre viveva in Spagna, e durante il periodo di transizione del Paese verso la democrazia, Cicuttini, secondo quanto riferito dai servizi segreti italiani, fu coinvolto in numerose azioni armate intraprese dai Guerrilleros de Cristo Rey e dai Grupos Antiterroristas de Liberación, come attacchi contro l'ETA.]
Fu condannato all'ergastolo, ma per due volte nella Spagna post franchista i giudici negarono la sua estradizione in Italia. Fu infatti arrestato nel 1983, ma la Spagna aveva approvato una legge nel 1977 che dichiarava non perseguibili i delitti politici.
Attirato in Francia con una promessa lavorativa, è stato arrestato dai francesi ed estradato in Italia nel 1998, per scontare anche la condanna a 10 anni per l'assalto a Ronchi dei Legionari. È morto nell'ospedale di Palmanova il 24 febbraio 2010 a causa di un male incurabile.
Questa la pagina di Wikipedia su Carlo Cicuttini, abbastanza scarna. Mancano infatti almeno un paio di particolari interessanti:
per un bonifico ricevuto da Cicuttini in Spagna (per Vinciguerra per un'operazione alle corde vocali tale da scongiurare il riconoscimento) Giorgio Almirante fu accusato di favoreggiamento e accettò l'amnistia, il coimputato avvocato Pascoli fu condannato soltanto in primo grado;
la pistola trovata addosso a Ivano Boccaccio, una luger 22, era di proprietà di Cicuttini ed era stata usata per sparare contro l'autobomba di Peteano. Già nell'ottobre 1972 quindi era disponibile una evidente prova di collegamento tra i due fatti e la responsabilità dei neofascisti udinesi per la strage. I carabinieri, però, decisero che non era il caso e passarono anni a perseguire innocenti: prima militanti di Lotta Continua, poi malavitosi locali.
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