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In proud and glory di Flavio Campo: Giacinto Reale e Roberto Maggi




Una battaglia memorabile alla Sapienza

Avevo questa foto, ma quando ho fatto il post non riuscivo a trovarla, rimedio ora.
Un passo avanti agli altri, un atteggiamento di sfida.
Non credo di sbagliare se dico che è stata scattata il 30 aprile del 1966, in occasione della manifestazione dei "compagni" all'Università, dopo la morte di Paolo Rossi.
Mario Merlino, che c'era (lo si intravede, con gli occhiali, alle spalle di Delle Chiaie) così l'ha raccontata nel suo "E venne Valle Giulia" (2):

"E' Flavio il responsabile del gruppo. ha acquistato sul campo il diritto per fisico, ardire ed esperienza.
"Nessuno si muova senza il mio ordine. Se carico, però, tutti addosso".
Sintetico e categorico.
Dal cancello arriva una nutrita schiera di compagni che s'avvia, stretti fra loro, e ancor più quando li vedono, verso il piazzale della Minerva.
Flavio li provoca insultandoli, ma costoro ziti e a testa bassa proseguono, anche se per numero sono quanto loro.
Va da sè che, raggiunta la massa già raccolta, l'avvertono della presenza dei fascisti.
..... Nel frattempo, mandano a chiamare, a sostegno, mito inossidabile della potenza del proletariato, gli edili riuniti al Colosseo. Ne arriveranno un centinaio, con gli strumenti del loro duro lavoro.
..... Per fortuna, si aprono a ventaglio, e, nella corsa si distanziano fra loro in piccoli gruppi. I più saggi fra i camerati, vicini all'ingresso, si defilano. I più fessi, come Mario, seguono Flavio.
sono in tredici. L'altra sera, mangiando una pizza, Pierfranco si ricordava di essere in diciannove. Non che il rapporto di forza cambi molto.
Flavio si slaccia la cravatta, per evitare di essere strozzato e ghigna.....quel sorriso che esprime e raccoglie in sé la conferma della teoria, autentica o meno, di Darwin, della lotta per la sopravvivenza.
.... Il primo che arriva, non fa in tempo a salire un paio di gradini che riceve in pieno volto un pugno sufficiente a farlo barcollare, e cade.... Altri prendono la sveglia e fanno marcia indietro, doloranti e malconci. La massa s'arresta. Attini di magica sospensione.
All'inizio del '68 riveleranno alcuni compagni che erano presenti quel pomeriggio, come tutta la scena apparve ai loro occhi tanto folle quanto affascinante.
Erano, ai loro occhi, l'immagine d'altra razza, e lo erano in ogni caso. Essere fascisti era quasi una sfida contro la stessa natura"
GIACINTO REALE

Quel sorriso ironico e beffardo

Non gli sarebbero piaciuti toni celebrativi, schivo come era da ogni tipo di caratterizzazione agiografica… Flavio Campo ha accompagnato una parte non trascurabile della militanza politica della mia generazione… e ne ha lasciato lui insieme a pochi altri una impronta indelebile. Per noi poco più che ventenni, e’ stata e rimarrà una figura tra il mito e la leggenda… Il suo incedere solitario,con il suo completo scuro, camicia bianca, e quel suo viso che sembrava impenetrabile ad ogni avversità… sapere che lo avevamo al nostro fianco o meglio davanti a noi, sortiva l'effetto di rassicurarci e di sapere come sarebbe finita la giornata: più di uno di coloro che fronteggiavamo avrebbe maledetto quel momento.
Ecco il tratto peculiare che infiammava i nostri cuori o almeno il mio sicuramente… quell'incedere solitario, ma con passo fermo quel viso duro nei tratti quasi scolpito, tipico della gente sarda con gocce di sangue albanese, ma che si addolciva a un sorriso che increspava le labbra tra il divertito e l’ ironico, che lo rese famoso in una foto. Tutto questo dava il segno dell’ auctoritas… era il primpilo della legione romana oppure la camicia nera della RSI o il legionario in Indocina era questo e tanto tanto altro, era ciò che avrei voluto essere.
Andai a trovarlo in ospedale circa 20 giorni fa, e mi fece una confidenza…”sai roberto se sono qui e’ per colpa di un complotto giudaico massonico, facendo seguire quel suo indimenticabile sorriso… era dotato di autoironia o forse aveva ragione… lo ha sconfitto non il virus ma il senso di impotenza e di disgusto di fronte al marciume di questo mondo.
L’ultima immagine che ho di lui e’ il suo incedere calmo,la sua figura che si staglia….e quel suo sorriso ironico,beffardo,che mi saluta…. così voglio ricordarlo.
Che la terra ti sia lieve….camerata Flavio Campo…
ROBERTO MAGGI

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